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Nina Soldano: “Grazie ad un no sono diventata Marina Giordano. Per fare l’attrice sono scappata di casa”

Nina Soldano si racconta in un’intervista in cui ripercorre la sua carriera, dall’esordio con i fotoromanzi, passando per Indietro Tutta e arrivando al ruolo di Marina Giordano, iconica protagonista di Un Posto al Sole.
A cura di Ilaria Costabile
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Nina Soldano ha una risata contagiosa, ampia e piena, che trasmette allegria anche al solo sentirla per telefono, emblema di un'energia travolgente che caratterizza la sua persona da sempre, da quando ancora ragazzina sognava la macchina da presa. Il suo sogno, non senza sacrifici, l'ha raggiunto e ora che interpreta uno dei personaggi più amati della televisione, Marina Giordano in Un Posto al Sole, si riconosce di essere stata davvero coraggiosa: "Se penso a quello che ho fatto, avevo solo vent'anni, poteva succedermi di tutto. E invece eccomi qui". Dei suoi inizi in una tv che non è più la stessa di oggi, della timidezza che da sempre la accompagna, ma anche della soap più longeva del piccolo schermo, l'attrice parla in questa intervista, in cui non si risparmia e con grande franchezza si racconta, mostrando la vera essenza della sua Nina.

Gli inizi in tv con Fantastico 6, Indietro tutta, una tv che oggi non esiste più. Che televisione era?

Una televisione molto più forte, passionale, con la voglia di mettersi in gioco, di rischiare, elaborare progetti, era diverso. Ormai ho un’età (61 anni ndr.), allora guardo al passato come a qualcosa di unico, irripetibile. Ho iniziato negli Anni 80, quindi il mio entusiasmo verso quel periodo è all'ennesima potenza, ma tanto la televisione, quanto il cinema seguono i cambiamenti delle nostre vite, dell'Italia stessa. Dobbiamo saper vivere il momento.

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Prima della tv, però, facciamo un passo indietro. Il vero esordio è stato con i fotoromanzi.

Il primo passo per accedere al mondo dello spettacolo fu con i fotoromanzi. Avevo appena compiuto vent'anni e mi trasferii a Roma, una metropoli per me che vivevo a Riccione. Andai a bussare alla Lancio chiesi se un viso come il mio potesse interessargli. Ero timida ma sfacciata, vivevo questo forte contrasto, ma avevo bisogno di guadagnare per avere la possibilità di vivere in una città come Roma. Il coraggio mi ha premiata. Mi scelsero e iniziai a capire il meccanismo, come funzionava quel mondo. Su consiglio di qualche collega entrai in un'agenzia di cinema, da lì feci il salto.

Ed è così che arriva la televisione. 

Puntavo al cinema, mi sarebbe piaciuto lavorare sul grande schermo, ma è stata la televisione ad aprirmi le porte. Mi chiamarono per Fantastico 6 con Baudo. Cercava una valletta per i biglietti della lotteria, ero la ragazza della fortuna, una zingarella e lui mi scelse. Dopo un anno e mezzo arrivò Indietro tutta e da lì è iniziata la mia carriera da attrice.

Cosa non scontata, perché da valletta si sarebbero potute aprire anche le strade della conduzione. 

Me l'hanno detto in tanti "Nina lanciati, saresti una bomba come conduttrice, sei empatica, molto telvisiva", ma dovevo fare i conti con la mia timidezza. Davanti la macchina da presa riuscivo a bluffare, ad interpretare qualcuno che non ero io, con la conduzione avrei seguito le indicazioni degli autori, ma poi sarei stata in diretta. Sarei stata un bel personaggio, forte, tanto da bucare lo schermo entrando nelle case degli italiani. Lavorando in quest'ambito sono riuscita a smussare quest'incubo che avevo sin da ragazzina.

Se la timidezza l'ha frenata, cos'è che l'ha spinta ad andare avanti?

Mi dava lo slancio la voglia di emergere, ma non dal punto di vista dell'apparenza, desideravo recitare sin da piccola e ho lottato con tutte le mie forze. Scappai di casa a vent'anni, proprio perché i miei avevano tutt’altro desiderio. Si saranno chiesti da dove fossi venuta fuori (ride ndr.)

Cosa volevano che facesse?

Mio padre un top gun dell’aeronautica, mia madre insegnante, attenti, ligi al dovere. Mia madre ha dovuto farmi anche da padre, perché lui con le sue missioni era spesso fuori. Da ragazzina scalpitavo, Riccione mi stava stretta, non sapevano tenermi. Avrebbero voluto che io lavorassi nelle ambasciate o diventassi insegnante, ma volevo fare tutt'altro. Per farmi sentire fui costretta a fare questo gesto molto forte, è stato coraggioso da parte mia.

Crede sia stata la cosa più coraggiosa che ha fatto? 

Alla mia età mi dico, come cavolo ho fatto? Sono andata in un'altra città, senza sapere cosa mi sarebbe successo, che strada avrei potuto prendere. Mi dispiace per mia madre, l'avrò fatta impazzire, però quello che mi ha insegnato me lo sono portato con me, sempre. Il mio rigore mi ha salvata, nonostante le cadute, chi non si è sbucciato le ginocchia nella vita? Poi ci si tira su e si curano le ferite.

E poi con i suoi genitori ha ricucito i rapporti?

Dopo Indietro Tutta ho ripreso i rapporti con i miei. Mia madre mi disse una cosa che ricorderò tutta la vita, disse, "Nina se ti avessi dato più fiducia nel farti seguire il tuo percorso, non saremmo arrivate a quello strappo così forte". Per loro era un punto d'orgoglio. Però se non agivo in quel modo chissà che vita avrei avuto. Sarei rimasta a Riccione? Non lo so.

Come è passata, poi, alle fiction?

Lasciai i fotoromanzi e andai avanti con la televisione, poi siccome Enrico Maria Salerno iniziò la sua prima sperimentazione con la lunga serialiatà, con uno sceneggiato che poi sarebbe andato in onda su Canale 5, Disperatamente Giulia, la mia agenzia di allora mi contattò dicendomi che lui voleva vedermi per farmi fare un provino su parte. Mi presero e lui mi aiutò tantissimo, mi diceva sei bravissima, lasciati andare. Avere dei maestri è stato fondamentale, ho assorbito tutto quello che potevo, l’ho messo in un cassetto, e poi l'ho tirato fuori.

Finalmente è arrivato il momento di Marina Giordano.

Marina Giordano arriva 21 anni fa, avevo appena terminato le riprese di Casa Famiglia, su Rai1, con Massimo Dapporto, ero la co-protagonista, un lavoro durato 8 mesi, 12 puntate per Rai1 e mi chiamano chiedendomi se fossi libera per Napoli, per Un Posto al Sole. All'inizio dissi al mio agente che non ero convinta, perché non pensavo di avere l'età giusta per fare la madre di una ragazza giovane e bella come Valentina Pace. Mi dissero che sarebbero stati solo otto mesi, andai un po' dubbiosa e da otto mesi sono passati 21 anni.

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Da un inizio titubante è diventata la regina di Un posto al sole.

Devo dire grazie ad un'altra attrice che inizialmente era stata scelta per il mio ruolo, ma lei decise di accettare una fiction in prima serata. Poi gli autori mi raccontarono che, in realtà, per costruire Marina Giordano avevano pensato proprio a me come tipologia, ma con dieci anni di più. Quando la mia collega rifiutò, provarono a chiedere direttamente a me, modificando il personaggio sulla mia età. Se l’attrice avesse detto sì, chissà se avrei fatto parte di Un Posto al Sole e con quale ruolo, me lo sono chiesta spesso.

Non ha mai pensato che si sarebbe stancata di portare avanti un ruolo per oltre vent'anni?

Questo lavoro l’ho scelto con le unghie e con i denti, ho lottato andando via di casa per realizzare il mio sogno, quindi ogni giorno è una conquista nuova. Poi, il mio non è un personaggio standard, deve stupire ogni volta, è imprevedibile. Gli autori ci mettono il carico perché sanno la mia resa, quindi spingono, perché sanno che mi diverto. Ogni cambiamento di Marina Giordano è stato un successo. Non posso mai stancarmi.

In effetti, il personaggio di Marina Giordano ha vissuto mille vite in Un posto al sole.

Grazie ad Un posto al sole posso interpretare mille ruoli, come farei al cinema, invece di aspettare ogni volta che arrivi la chiamata, per cui devi interpretare un’assassina, una donna tranquilla, una cattiva, io all’interno della serie ho fatto tutto. Marina è un ex alcolizzata, ha avuto uno sdoppiamento della personalità, è mamma, nonna, manager, ha avuto anche l’abilità di fare uno scambio di cadaveri mettendosi d’accordo con un becchino (ride ndr.). Non sono mancati nemmeno episodi di violenza.

A proposito di violenza. Gli amori di Marina Giordano non sono mai stati semplici, c'è stata la volontà da parte degli autori di raccontare degli amori tossici, anche violenti, come monito per gli spettatori?

Ce ne sono stati tanti da Fabrizio (Giorgio Borghetti ndr.), ma anche Matteo interpretato da Luca Ward era un uomo che aveva a che fare con l’alcol, un personaggio burbero, brusco. Anche con il tanghero stesso, Marco Bonini, l’ex operaio dei cantieri, abbiamo raccontato amori non semplici è vero. Anche se il vero tallone d’Achille di Marina chi è?

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Roberto Ferri.

È sempre e solo lui. Può trattarla male, la può osannare, abbandonare, la può avvolgere, portarla in cielo, lei è sempre lì che lo aspetta. Ma quello tra Marina e Roberto non lo definirei un amore tossico. Esistono amori malati, con donne schiave d'amore che non riescono a staccarsi, ma loro sono una coppia vincente. Gli autori pensano di farli stare insieme, poi farli scannare, poi riportarli insieme. Quando Marina ha un momento di difficoltà, Roberto la accoglie, la protegge e viceversa. Sono legati da un filo. È un racconto molto più semplice. Poi il pubblico li ha anche criticati, ma li ama in modo assoluto.

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Quando è iniziato Un posto al sole i social non c'erano. Da quando sono diventati di uso comune, la soap è arrivata anche a più generazioni. Come si è trasformato il rapporto con i fan?

Tutte le generazioni ci guardano, me ne accorgo per strada, dai nonni ai bambini che mi guardano e mi sorridono. Il mio rapporto con i fan è bellissimo, sono sempre presente quando posso, sono io che rispondo personalmente, non ho nessun filtro.

Eppure, nonostante sia amatissima, c'è chi continua a guardarla dall'alto verso il basso. Perché?

Non penso sia così. Lo guardano tutti, tutti cantano la sigla di Un posto al sole, tra gli addetti ai lavori la vedono, non ce n’è uno che non la guarda. Anche i registi, i produttori, i dirigenti, nessuno manca all'appello. Qui c'è la fila per entrare, non solo le nuove leve, ma anche colleghi che vengono da altre fiction, dal cinema. È un bellissimo prodotto italiano, sono 28 anni di storia, forse negli Anni Duemila, quando ancora era in una fase embrionale e non si capiva dove stesse andando, allora forse qualcuno poteva storcere il naso, ora no.

Condensare 28 anni di storia, di vita sul set, sarebbe impossibile, ma c'è un ricordo che magari ti lega anche agli attori che non sono più nella soap?

Ce ne sono tantissimi, però ad esempio ricordo con Carmen Scivittaro, l'attrice che interpretava Teresina, avevamo il rito del cornetto. Lei ne andava matta e anche io, quindi ci incontravamo la mattina presto, bastava guardarci e scoppiavamo a ridere.

Ormai si è venuto a creare un rapporto quasi fraterno con tutti.

Sono tutti colleghi bravi che stimo, però i rapporti fraterni per me sono altri, li conto sulle dita di una mano. Sicuramente ho un legame più stretto e diretto con Riccardo (Polizzy Carbonelli ndr.), Valentina (Pace ndr.) con cui ho condiviso casa nel periodo in cui era qui a Napoli, sono stata anche la madrina di sua figlia.

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In un'intervista a Caterina Balivo ha raccontato che da ragazzina la sua bellezza l'ha messa più volte a disagio. Come ci ha fatto pace?

Non lo chiamerei disagio. Ero una ragazzina non bella di più, almeno così dicevano, io non mi vedevo come mi vedevano gli altri, anche perché sono sempre stata semplice, senza tanti fronzoli, cercavo una comunicazione dettata dalla simpatia, dall’ironia, non da un approccio aggressivo e profondo. Avevo sempre intorno una flotta di ragazzi, che a tutto pensavano tranne che alla simpatia e all’allegria, mi ero stancata di tutto ciò e pensai che provando a modificare anche il mio fisico, sarebbe cambiato qualcosa. E invece non fu così, mi sono rassegnata poi (ride ndr.)

Da Monica Setta, invece, ha rivelato per la prima volta di aver abortito. Cosa l'ha spinto a farlo dopo così tanto tempo?

Mi sono sentita tranquilla, rilassata, me lo sono chiesta anche io perché dopo 37 anni abbia voluto rivelare quello che poi è stato un mio segreto. Forse oggi, a 61 anni, sono serene e nel mio inconscio avevo il desiderio di dirlo, mi sono detta perché non raccontarlo?

Era giovane, cosa ha provato in quel momento?

È stato un momento particolare della mia vita, avevo 24 anni, non sapevo di essere incinta quando ho iniziato Indietro tutta.  Avevo un ritardo, non ero mai regolare, quindi anche quella volta non mi preoccupai, ma il ciclo non arrivava. Ho vissuto i primi due mesi senza dirlo a nessuno, era una cosa che stavo vivendo io, però prima o poi si sarebbe visto quel pancino, poi l’ho perso. È stata dura, ma è andata come andata.

Guardandosi oggi, c'è qualcuno in tutto il suo percorso a cui sente di voler dire grazie?

Principalmente devo ringraziare me stessa, perché se non avessi avuto questo carattere, la determinazione, la caparbietà, il sacrificio, oggi non sarei dove sono. Poi devo molto ai vari incontri fatti fino ad oggi, Baudo che mi ha indirizzata e mi ha fatto provare il brivido della diretta, con le gambe tremanti sono riuscita a superare lo scoglio della mia famosa timidezza. Devo dire grazie ad Arbore che mi ha lanciata e lasciata libera nell’esprimermi, mi diceva sempre mi raccomando sii te stessa, il pubblico non si inganna, vedrai che avrai un grande successo. Devo ringraziare Enrico Maria Salerno al suo essere come un padre, mi sono portata negli anni i suoi consigli. Dovrei ringraziare varie persone che ho incontrato nella mia vita e in ultimo devo dire grazie al no, di quella famosa attrice, che per una sua scelta artistica disse no a Marina Giordano.

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