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Nicole Grimaudo e la felicità del passato: “Non è la Rai era un programma che regalava sogni”

L’attrice racconta i suoi ricordi degli anni d’oro di “Non è la Rai”: “Ero una quattordicenne di un paese siciliano arrivata in una grande città: per me era tutto nuovo. Molestie? Mai”.
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Nicole Grimaudo è una di quelle attrici che sono cresciute nel bacino di talenti che è stato Non è la Rai, il programma di Gianni Boncompagni che, oltre a lei, ha lanciato tantissime altre carriere: Ambra Angiolini, Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore, solo per citarne alcune. L'attrice è oggi protagonista della nuova fiction Rai, Vivere non è un gioco da ragazzi, diretta da Rolando Ravello che racconta di un bravo ragazzo che si ritrova invischiato in un dramma tragico: dopo aver offerto una pasticca di ecstasy a un amico, questi muore. Allora, Nicole Grimaudo ricorda le follie di una giovinezza vissuta in quell'ambiente, dove c'erano fan che si erano addirittura tatuati il suo nome sulla testa: "Mi fece una grande impressione". 

Il racconto di Nicole Grimaudo

Ma cosa prova Nicole Grimaudo ripensando agli anni in cui era una delle ragazzine di "Non è la Rai"? Quella grande sovraesposizione ai media è stata certamente una palestra molto importante.

Ero una quattordicenne di un paese siciliano arrivata in una grande città: per me era tutto nuovo. Ricordo tante coetanee al Centro Safa Palatino dove facevamo Non è la Rai e i fan fuori dagli studi. È stato uno dei primi programmi a regalare sogni, adesso siamo pieni di reality. Non mi sono mai vista bella. A 14 anni ero tondeggiante, all’epoca ho vinto come “la più simpatica”, non sentivo di avere dalla mia un aspetto fisico speciale, mi piaceva dialogare col pubblico, questa era la mia forza.

"Non ho mai subito molestie"

Nicole Grimaudo nega di aver mai ricevuto molestie sessuali, rivelando di essere stata molto fortunata per questo: "Sono fortunata, non mi è mai capitato. Ma penso che una ragazza alle prime armi che cerca di essere simpatica, debba essere libera di sorridere senza che qualcuno pensi di poterne approfittare. Non sei predisposta alla bruttura della vita, recitare è un mestiere fatto di gentilezza e attenzione. Ricordo le parole di mio padre: “Stai in ascolto, devi avere tanti occhi, studiati le situazioni”. Sono sempre stata attenta per capire chi avevo davanti. Io sono empatica, questa cosa mi ha tolto naturalezza e mi ha dato una corazza. Ma mettere in discussione le vittime è una pratica odiosa". 

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