Morgan a Fanpage.it: “Maurizio Costanzo era di tutti, con lui ho fatto l’intervista più bella”
La morte di Maurizio Costanzo ha colpito il mondo dello spettacolo e della cultura italiana. Morgan, raggiunto telefonicamente da Fanpage.it, ha dato il suo ricordo, senza trattenere la commozione per la sua scomparsa: "Era l'ultimo polimata, l'ultimo genio universale". I progetti aperti con lui – "Dovevamo fare l'uno contro tutti, come quello di Carmelo Bene in aprile" – e il primo incrocio da adolescente: "Gli scrissi a 15 anni, quando successe la tragedia di mio padre. Non ci conoscevamo, ma lui mi telefonò". Sui funerali: "Ci andrò perché era una persona cara e io lo saluto volentieri Maurizio, perché è stato un vero genio, un maestro e un grande uomo della cultura italiana". L'ex frontman di Bluvertigo è stato l'ultimo artista a essere stato intervistato da Maurizio Costanzo (S'è fatta notte, 28 novembre 2022) : "È stata l'intervista più bella di tutta la mia vita".
Morgan, come hai conosciuto Maurizio Costanzo?
Me lo aveva fatto conoscere Maria De Filippi, quando ho fatto Amici. Lui mi disse che era un mio fan perché "io avevo letto un libro in più di tutti gli altri". Prima ancora, però, quando ero adolescente, subito dopo la tragedia di mio padre, gli scrissi una lettera e lui mi telefonò. Avevo 15 anni. Lui mi invitò al Maurizio Costanzo Show ma io non ci andai.
Chi era per te?
Era l'ultimo polimata, l'ultimo genio universale. Ricordiamo che ha iniziato come autore, nasce letterato. La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati è una sua sceneggiatura. La canzone Se telefonando di Mina, l'ha scritta lui. Inquadriamo Maurizio Costanzo nella sua profondità letteraria. Se uno di questo livello approccia al giornalismo, è chiaro che fa qualcosa di colto e letterato. Questo sia di insegnamento a tutti quelli che credono di svilire le lettere, il giornalismo. Non era un giornalista che pensava agli scandali, agli scoop, non pensava di svalutare, svilire, rendere trash il genere perché questo vendesse. La sua morte è sicuramente un momento spartiacque. Costanzo sia di esempio a tutti: la cultura può avere successo. Costanzo non era elitario, Costanzo era di tutti. L'idea di Maurizio Costanzo era semplicemente il parlare. Si pensa sia banale, ma era poi tutto quello che funzionava del Maurizio Costanzo Show.
Ci sono due interviste tue con lui, una del 2017 e l'altra – recentissima – a S'è fatta notte.
Sì, lì lo conobbi proprio bene. La prima cosa che notai è che era multitasking. Parlava con me, mi faceva delle domande e nello stesso momento parlava col segretario, che gli chiedeva di mettere gli appuntamenti in ordine e nello stesso momento leggeva una lettera che gli avevano scritto e nello stesso momento ringraziava una persona che era venuto a omaggiarlo. E in quel momento ho capito. Chiamai Maria De Filippi e gli dissi: "Ho capito perché l'hai sposato. Perché è un figo pazzesco". E lei si mise a ridere.
Com'era farsi intervistare da lui?
Era il più grande intervistatore di tutti i tempi. Pensa che a me ha detto che con me doveva fare lo slalom, perché alcune volte anche io gli facevo delle domande. È stata l'intervista più bella di tutta la mia vita. Ultimamente, abbiamo fatto un'intervista molto dolce e molto bella perché in quella occasione abbiamo parlato anche della morte e io gli ho detto che le persone grandi vanno celebrate in vita. Gli dissi che bisognava fare uno sceneggiato sulla sua vita, lui si toccò scaramanticamente.
C'è stato un momento, dopo Amici, dove c'è stata un po' di distanza tra voi.
La cosa incredibile è che quando ho litigato con la De Filippi, lui ovviamente era dalla parte di Maria. In quei giorni, però, mi arriva una telefonata scherzo di un imitatore di Costanzo, uno della radio. Io non me ne ero accorto, gli risposi in maniera talmente rispettosa che Maurizio Costanzo quando vide questa cosa mi chiamò e tornò a stimarmi.
C'erano progetti in essere con lui?
Dovevamo fare l'uno contro tutti, come quello di Carmelo Bene e avevamo questo progetto di farlo con me in aprile. Avrò sempre questa malinconia di non aver potuto realizzare questa geniale invenzione di Maurizio Costanzo.