Monica Giandotti: “Linea Notte è storia di Rai3 e non cambierà, da Mannoni ho avuto molti consigli”
È iniziata da pochi giorni l'avventura di Monica Giandotti a Linea Notte, uno dei titoli storici della Rai. Protagonista della movimentata estate televisiva prodiga di novità, la giornalista ha sostituito Maurizio Mannoni alla guida di uno spazio che è tra i più cari al pubblico di Rai3. Onori e oneri. L'abbiamo intervistata dopo le prime puntate di questa stagione.
Il giornalismo è anche una questione di bioritmo. Negli ultimi anni si è occupata di aprire la giornata con Agorà e Unomattina, ora la chiude. Ha una preferenza?
Innanzitutto direi che sono entrambi momenti importanti e topici della giornata. Al mattino introduci, alla sera racconti quanto accaduto, ma alzi la cortina sul giorno successivo. Sono due esperienze importantissime e formative. Quanto al bioritmo direi che mi sto ancora registrando sui nuovi orari, ma conto di risolvere il tutto in tempi brevi.
Quindi poca differenza tra svegliarsi presto e andare a dormire tardi?
Da studentessa ho capito che al mattino funzionava meglio che di notte, non sono mai stata una nottambula. Ma continuo a pensare che se da una parte la mattina ha dei vantaggi per l'organizzazione della giornata, alla sera hai maggiore possibilità di avere indicazioni più chiare sull'accaduto.
Linea Notte rappresenta lo spazio di riflessione che elude il vortice dell'urgenza della notizia. Preferisce questa zona di comfort o lo stress della breaking?
Il mio imprinting Rai è stato con il Tg3, quindi l'impostazione della breaking news e del notiziario c'è. A Linea Notte stiamo cercando di trovare il giusto equilibrio tra spazio di riflessione e news. Non dobbiamo dimenticarci che la sera arrivano molti aggiornamenti non solo per le questioni politiche, ma anche per le notizie che attorno alla mezzanotte giungono dall'America e altri fusi orari.
Fare televisione è soprattutto una questione di impronta. Quello che conduce è un programma storico, come immagina di lasciare il suo segno su Linea Notte?
Linea Notte è un brand, è storia di Rai3 e non ci sarà nessun cambiamento sostanziale perché la linea è stata ben tracciata nel corso di questi anni da chi ha guidato prima di me uno spazio che io ritengo pregiatissimo e di importanza nel panorama di seconda serata. Punto a valorizzare quello che Linea Notte è stato fino a qui, l'eredità importante di Maurizio Mannoni e anche di Bianca Berlinguer, che ha condotto questo spazio ed è stata anche mia direttrice nei miei anni al Tg3.
Un passo indietro a un anno fa: la politica e le elezioni dominavano il dibattito. Oggi entra nel programma per parlare di casi di cronaca molto pesanti.
Partiamo da un presupposto, il core business di Linea Notte è la politica, quindi se oggi tutti i giornali aprono con la vicenda del femminicidio o con il DL Caivano che c'è stato dopo i funerali di Giovanbattista Cutolo, noi teniamo conto di quelle che sono le notizie principali della giornata. Poi non ci dimentichiamo di trattare anche le altre notizie.
Come si riesce a stare in equilibrio tra il dover per forza parlare di qualcosa e non essere schiavi dei temi di cui tutti parlano?
Tendo a stare nel flusso in modo diverso soprattutto grazie alla varietà di ospiti che abbiamo. Penso al fatto che, nel parlare di stretta penale sui minorenni, abbiamo ospitato il professo Ricolfi che ha scritto un saggio su un tema che ben incrocia questa emergenza sociale, pur non entrando direttamente nella questione delle periferie e se, ed eventualmente come, la stretta normativa penale possa fare da dissuasore all'azione criminale dei minorenni. Facciamo un passo in più, ci occupiamo di raccontare cosa ci sia nel Dl Caivano chiedendoci se sia una strada sufficiente o non ci sia necessità di andare da un'altra parte. Gli angoli della riflessione meno ascoltati o atipici ce li abbiamo grazie agli ospiti e anche questo è frutto di un lavoro editoriale.
La Tv ha vissuto un iniziale conflitto con i social, mentre negli ultimi anni c'è una sorta di luna di miele, una corsa alla ricerca del momento ad effetto, la dichiarazione che diventa una clip. La condiziona l'idea che non essere virale significhi quasi non esserci?
La domanda la faccio a lei: dovrebbe condizionarmi?
Da spettatore credo di no per ragioni di credibilità del prodotto. Tuttavia molti suoi colleghi e colleghe hanno capito che questo meccanismo funziona, anche se spesso il meme può anche schiacciarti. Deve farci i conti, no?
A me interessano la credibilità del prodotto e la credibilità della mia professionalità. Attualmente oltre questo il resto mi interessa meno.
Sin dalla prima puntata ha avuto ospite in studio Giovanna Botteri. Sarà una presenza fissa?
Io ho una stima incalcolabile nei confronti di Giovanna Botteri, è una colonna portante di Linea Notte ed è impensabile questo programma senza di lei. Aggiungo che portanti saranno i contributi della redazione del Tg3 in termini di pezzi, servizi, estratti e partecipazione dei colleghi.
Mannoni ha lasciato in polemica con la Rai. Lo ha sentito prima di iniziare per la sua benedizione?
Certo, ci siamo parlati ed è stato molto affettuoso nei miei riguardi, consigliandomi e facendomi capire cosa siano stati per lui questi ultimi anni. È stato un grande dono. Siamo stati colleghi, sono stata anche nella sua Linea Notte anni fa, quando ero al Tg3. Facile immaginare quanto mi onori questa eredità.
Osserva i dettagli degli ascolti per capire chi la guarda e declinare il linguaggio, oppure si disinteressa della cosa?
Non credo che se fai questo lavoro ti puoi disinteressare del pubblico che ti guarda, sia che tu scriva, conduca o produca un programma. Dopodiché io penso che se fai un prodotto di qualità e dai dei contenuti qualificanti, il pubblico ti segue in questo momento storico. La nostra preoccupazione riguarda certamente il pubblico che ci guarda, ma è indirizzato a una preoccupazione che riguarda realizzare un prodotto che, sul piano della missione che abbiamo, sia un prodotto di qualità.
Leader politici, da Meloni a Schlein: cercherà di portarli in studio, o non sono adatti allo spazio di Linea Notte?
Le caratteristiche del programma non escludono la possibilità di ospitare un'intervista che rappresenti una notizia. Se ci fosse la possibilità, Linea Notte è già pronta.
C'è una certa ritrosia dei leader politici verso le ospitate televisive?
Non mi sembra sia così evidente questa ritrosia. Non entro nel merito delle scelte di comunicazione dei protagonisti politici, viviamo un momento storico in cui la disintermediazione ha anche creato un surplus di informazioni politiche e quindi, qualunque scelta fatta, dipende anche da questo aspetto.
L'idea che i social possano aver sostituito la Tv come luoghi dove si sposta consenso è una possibilità.
È difficile dirlo in modo definitivo. Valutazioni relative a programmi e contesti più o meno accoglienti per una figura politica, con una considerazione sul risultato che si possa ottenere, rientra nel lavoro che un responsabile della comunicazione di un leader o uno spin doctor, debba fare.
Il mercato televisivo estivo ha portato a grossi stravolgimenti. Ci pensa o è una fedelissima Rai?
Io amo la Rai con tutto il cuore e penso che sia il posto migliore dove lavorare, poi penso che un professionista debba sempre confrontarsi col mercato.
È una cosa che non esclude?
Non ho assolutamente detto questo, ma solo che la Rai, pur essendo un posto meraviglioso, non è l'unico posto.
La nuova Rai coi venti politici che la condizionano. È una cosa che la preoccupa o pensa faccia parte del gioco?
Ci sono ovviamente degli avvicendamenti perché questi sono i meccanismi che regolano questa azienda. Io spero di poter continuare a lavorare in Rai con la libertà avuta fino a qui.
La metamorfosi di Rai3 non la preoccupa, insomma?
Diciamo che è vero che Linea Notte è un programma che va in onda su Rai3, ma afferisce al Tg3, io non sono nella direzione di genere ma in un'altra famiglia. Vedremo cosa ci diranno i risultati di questa stagione e poi ne riparliamo.