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Miriam Leone: “Svagatevi senza sensi di colpa, bisogna celebrare l’amore in tempi di guerra”

Fanpage.it ha raggiunto Miriam Leone per parlare dell’uscita al cinema di Corro da te, la nuova commedia di Riccardo Milani: “Non bisogna sentirsi in colpa nel ricercare un momento di svago, c’è bisogno di celebrare l’amore in tempi bui”. Spazio anche a una riflessione sul mondo delle donne dal 2008, anno in cui è stata eletta Miss Italia, a oggi e al ricordo più intimo legato al matrimonio con Paolo Carullo.
A cura di Eleonora D'Amore
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Esce al cinema Corro da te, la nuova commedia romantica di Riccardo Milani. Remake del film francese Tutti in piedi, ha come protagonisti Miriam Leone e Pierfrancesco Favino. Fanpage.it ha raggiunto l'attrice siciliana per parlare dell'uscita nelle sale con le immagini della guerra in Ucraina che imperversano su ogni schermo e il covid che sembra non voler allentare la sua morsa. "Non bisogna sentirsi in colpa nel ricercare un momento di svago" ha dichiarato "c'è bisogno di celebrare l'amore in tempi bui". Spazio anche a una riflessione sul mondo delle donne dal 2008, anno in cui è stata eletta Miss Italia, a oggi e al ricordo più intimo, mai condiviso sui social, legato al matrimonio con Paolo Carullo.

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Corro da te è il remake del film francese Tutti in piedi: come si fa proprio un film già realizzato?

Per noi attori in realtà cambia poco perché vince il personaggio, insieme alla sceneggiatura. Poi il fatto che Tutti in piedi non è come Quasi amici che ha avuto maggiore popolarità ci ha dato la possibilità di aggiungere qualcosa di nuovo.

Con quale stato d’animo si esce al cinema in questi giorni di guerra e angoscia?

In questi giorni ho fatto fatica a fare il post chiedendo di venire al cinema e spronando alla risata. Ma era uno scoglio da affrontare perché volevo accendere una luce di speranza laddove c’è il buio della violenza. Potersi permettere in un clima di angoscia qualche ora di distrazione non deve farci sentire in colpa.

Nel film c’è l’ultima interpretazione di Piera Degli Esposti. Un ricordo fuori dal set?

Piera era una persona chirurgica, precisa, che non ti faceva mai scappare da te stesso. E lei in quel periodo aveva capito che io ero molto innamorata e ne abbiamo parlato a lungo, quindi me la porto dentro così, con amore.

Piera Degli Esposti in Corro da te
Piera Degli Esposti in Corro da te

Reciti con Pierfrancesco Favino, artista richiestissimo e un uomo apparentemente senza macchia. Ce lo sveli un suo difetto?

Non posso parlare male degli assenti (ride, ndr). Quando Riccardo Milani mi ha detto che il ruolo di Gianni lo avrebbe fatto Favino, non ho esitato un attimo ad accettare. Lavorare con attori come lui è un regalo di questo mestiere.

Miriam Leone e Pierfrancesco Favino in Corro da te
Miriam Leone e Pierfrancesco Favino in Corro da te

Oggi qual è la più grande barriera architettonica per Miriam Leone?

Mentre preparavo il personaggio di Chiara ho dovuto fare i conti con il mio non saper giocare a tennis, men che meno in carrozzina. Sono riuscita a superare un mio limite, quello di credere poco in me stessa, di dirmi: “Non so se questa cosa me la merito, non so se riesco a farla”.

Per il pubblico il colore dei tuoi capelli segue i tuoi ruoli al cinema. Per te è anche lo specchio di momenti di vita? 

Ho ceduto i miei capelli all’arte (ride, ndr). Quando ho visto Diabolik, il primo messaggio che ho scritto ai Manetti Bros (registi del film, ndr) è stata: “Ok non mi sono decolorata i capelli invano”, pensa per me quanto è importante.

Sei diventata Miss Italia nel 2008, quando il concorso aveva ancora una valenza a livello nazionale. In quasi 15 anni, come credi sia avvenuta l’evoluzione dello sguardo sulle donne?

Sono contenta che ci sia un movimento di consapevolezza del valore delle nuove generazioni, che per me è di grande ispirazione. Io ho iniziato non dando peso ai pregiudizi, che magari potevano esserci e dovevo fare finta di niente. Bisogna mettere al centro sempre l’essere umano, ma non si possono ignorare le diseguaglianze che ancora ci sono.

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Diseguaglianze dipese da cosa?

Anche dall’educazione dei maschi. Uomini educati nei secoli al machismo, alla performance, ai quali non abbiamo mai permesso di piangere e di essere fragili senza giudicarli. Allora penso si possa fare qualcosa anche curando il nostro sguardo verso l’altro.

Veniamo alla tua vita social. Un hashtag ricorrente sul tuo Instagram è “accussì”. Perché?

È una parola che usava con soddisfazione mia nonna Angelina quando concludeva un compito, banale o importante, della sua vita. A me dava energia, quindi ho scelto di dedicargliela sempre perché è importante onorare chi c’è stato prima di noi.

Su Ig le foto del tuo matrimonio: c’è un istantanea di quel giorno che hai dentro e non hai condiviso?

Come si vede dalle foto su IG, all'altare mi ha accompagnata mio fratello e non mio padre, perché stava male. Sentivo questa mancanza e nei giorni precedenti le nozze abbiamo pensato di rimandare tutto. Poi, nel dolore e nella difficoltà ho scelto di celebrare la vita, non perché non mi importasse di mio padre, anzi, ma perché c’è bisogno di celebrare l’amore in tempi bui, come anche questo che stiamo vivendo.

Una giornata emotivamente complessa…

Sì, ma sono fortunata ad avere accanto una persona come mio marito Paolo (Carullo, ndr), che mi ha fatto capire ne fosse valsa la pena.

Perché andare a vedere Corro da te al cinema?

Per darsi la possibilità di dissacrare un momento di dolore con una risata che, come le lacrime, è un talismano che ha un enorme potere in noi.

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