Mina Settembre 3 si farà, Cestaro: “Le novità nella trama e nel cast della terza stagione”
Mina Settembre 3 si farà, dunque la serie tv di Rai1 con Serena Rossi avrà la terza stagione. Lo annuncia Fabrizio Cestaro, in un’intervista rilasciata a Fanpage.it. Lo sceneggiatore ha dato alcune anticipazioni sulla direzione che prenderà la trama. La fiction record di ascolti, che vede nel cast anche Giuseppe Zeno e Giorgio Pasotti, è scritta da Cestaro, insieme a Fabrizia Midulla, Silvia Napolitano e Costanza Durante. Le nuove puntate dovrebbero andare in onda nel 2024, tuttavia sulla data potrebbero esserci dei cambiamenti dovuti al numero di episodi richiesti. Intanto, su Rai1 va in onda il finale della seconda stagione. Claudio è partito, Domenico sembra legato a Giulia anche se l’intesa con Mina è evidente e zia Rosa e Olga nascondono un segreto. Cosa accadrà nell’ultima puntata?
Posso dire che, a differenza della precedente stagione, a tutte le domande ci sarà una risposta. Stavolta non abbiamo lasciato nulla in sospeso. Si arriverà a dei punti fermi, delle storie si chiuderanno. Ovviamente, poi, ci sarà anche un rilancio che rimanderà alla terza stagione.
Mina Settembre 3 con Serena Rossi anticipazioni: fine del triangolo con Domenico e Claudio
Mina Settembre 3 si farà, quindi. A che punto è la scrittura?
Abbiamo già scritto il soggetto di serie della terza stagione. Siamo nella fase di sviluppo delle sceneggiature, quindi sì, è sicuro che si farà la terza stagione. In questo momento, stiamo modificando il soggetto per riuscire ad andare incontro alle esigenze degli attori. Non è semplicissimo, però siamo a buon punto. Diciamo che l’ossatura, la storia della terza stagione è pronta.
Saranno sempre sei puntate e dodici episodi?
Questo non te lo so dire, è una questione legata alla produzione. Si parla dell’ipotesi di fare quattro puntate, anziché sei, però non c’è niente di certo. È da definire. Al momento, non lo so neanche io.
Quale sarà per te la sfida più grande come sceneggiatore nella terza stagione?
Sopravvivere (ride, ndr). E divertirmi. Tendenzialmente dopo le prime stagioni subentra un po’ di stanchezza, ma su Mina questa fatica non c’è. Quando ci siamo messi a lavorare sulla terza stagione, ci siamo divertiti molto. La cosa più difficile sarà trovare delle storie che possano essere sorprendenti, non rimestare sempre nelle stesse cose come la vita sentimentale di Mina. Questo elemento può essere innovato. Dopo due stagioni di indecisione tra Domenico e Claudio, probabilmente il pubblico ha bisogno di un cambiamento. E poi ci sono i casi di puntata, che sono sempre più difficili da trovare. È ciò che spesso ci ha portato via più tempo. Il lavoro dell’assistente sociale non è quello del poliziotto che trova il cadavere e indaga, i casi devono essere credibili rispetto all’attività di Mina.
Quali altre anticipazioni puoi darmi?
Posso dirti che nella nostra idea, un ruolo importante dovrebbe averlo un personaggio che è stato protagonista del caso di una puntata della seconda stagione. Tornerà e avrà un ruolo chiave nella terza stagione.
Ti riferisci a Ludovica Nasti, già amatissima nel ruolo di Lila nella serie L’Amica Geniale e che ha interpretato Viola in Mina Settembre 2?
Non posso dire niente, ma nell’ultima puntata qualcosa si capisce.
Quando inizieranno le riprese?
Tra la primavera e l’estate, compatibilmente con gli impegni di noi sceneggiatori, degli attori e della regista Tiziana Aristarco. Però sì, l’idea è di entrare in produzione tra la primavera e l’estate 2023.
Quindi Mina Settembre 3 andrà in onda nel 2024?
Sì, dovrebbe essere così. Dipende anche da quanti episodi dovremo girare, però a occhio e croce dovremmo esserci.
Nel cast, oltre a Serena Rossi, rivedremo anche Giorgio Pasotti e Giuseppe Zeno? Ci saranno delle new entry?
Serena Rossi c’è sicuramente (ride, ndr), sugli altri vedremo. Non posso dire molto. Sicuramente ci saranno delle new entry, dei personaggi nuovi. Ci vogliono per forza. Marisa Laurito nei panni di zia Rosa, ad esempio, è piaciuta molto, le nostre mamme sono convinte che ci siamo ispirate a loro per il personaggio.
La seconda stagione di Mina Settembre ha avuto uno straordinario successo negli ascolti. C’era un po’ di ansia da prestazione?
Ammazza! C’era perché, come dice Caparezza, il secondo album è sempre il più difficile (ride, ndr). Avvertivamo più pressioni, il peso delle aspettative. Per fortuna è andata molto bene.
Nei casi di puntata, avete affrontato temi importanti come la disforia di genere e il body shaming.
Rispetto alla prima stagione, ci siamo sforzati di raccontare delle storie che avessero un impatto, sempre alla maniera di Mina Settembre – quindi light – ma abbiamo alzato l’asticella con temi come la disforia di genere, l’educazione sentimentale e sessuale dei ragazzi, sperando che la cosa non allontanasse il pubblico.
Personalmente ho reputato la storia di Angioletta, uno dei momenti più intensi della seconda stagione.
Ti confesso che quando Angioletta ha fatto il monologo finale, davanti a Domenico e Mina, ci siamo emozionati anche noi, nonostante conoscessimo benissimo il testo visto che lo abbiamo scritto. L’attrice Azzurra Mennella è stata bravissima. Ti colpisce.
Mina Settembre, raggiungendo un pubblico tanto vasto con temi così importanti, assume in qualche modo una valenza di servizio pubblico?
Ho sempre visto come una trappola, il concetto di TV come servizio pubblico. Spesso è stato utilizzato per banalizzare dei temi. In questo caso specifico, però, secondo me un po’ la serie ha fatto servizio pubblico, perché la disforia di genere è un tema che si fa fatica a far passare in altri canali. In un contesto leggero come Mina Settembre, può colpire di più.
Per i casi di puntata vi ispirate alla cronaca?
Alcuni sono inventati, per altri ci siamo ispirati a fatti realmente accaduti. Per la storia di Angioletta, ad esempio, siamo partiti da un caso di cronaca di qualche anno fa, quello di Maria Paola Gaglione (la 21enne morta in un incidente causato dal fratello, che la inseguì e speronò il suo scooter, perché non accettava la relazione della donna con Ciro Migliore, il compagno transgender, ndr). Siamo partiti da lì, dal raccontare un degrado sociale, poi lavorandoci, la storia è cambiata completamente. L’abbiamo rielaborata e resa funzionale al personaggio di Mina. Altre volte partiamo da esperienze personali. Per fare un esempio, le signorine Esposito, le anziane del terzo episodio, sono la famiglia con cui io sono cresciuto a Napoli.
È una storia vera quindi?
Sì, era un mio omaggio. Anche i nomi sono i loro. È vero che il padre non le faceva uscire di casa. Il racconto di Claudio, rispecchia il mio vissuto. Sono cresciuto con loro da bambino, andavo a fare il doposcuola a casa delle signorine Esposito. In tutte le stagioni è così. Siamo quattro sceneggiatori e ognuno porta degli spunti.
Un aspetto che ho apprezzato molto è il modo delicato in cui Mina e Claudio hanno messo fine al loro matrimonio, senza rancori ma con la promessa di esserci sempre l’uno per l’altro.
Ci abbiamo pensato tanto. Spesso i rapporti matrimoniali, le rotture, sono state raccontate come qualcosa di burrascoso. Non è detto che tutte le separazioni debbano essere caratterizzate da un dolore violento, può esserci anche una sofferenza che le persone riescono a metabolizzare. Quello di Mina e Claudio è stato un matrimonio d’amore, doveva essere raccontato come l’addio tra due persone adulte, che si vogliono bene, tra cui non c’è più amore ma c’è rispetto, affetto, tanti ricordi insieme. Ci piaceva che fosse una separazione dolce, non urlata.
Nella nostra precedente intervista, mi parlasti di una scena di sesso tra Paolo e Irene che era stata tagliata. In questa stagione, i due si sono separati. Mi assicuri che in tutto questo non ci sia lo zampino di Serena Rossi (Paolo è interpretato da Davide Devenuto, compagno di Serena Rossi, ndr)?
No, non c’entra niente Serena, lo giuro (ride, ndr). È stata una scelta scaturita dall’intenzione di raccontare le conseguenze di ciò che ha fatto Irene. Ci interessava metterla in una condizione di estrema difficoltà. Quindi si ritrova da sola e per un momento sembra che il suo mondo stia collassando. Il rapporto con Paolo, nella prima stagione, non era particolarmente brillante, ci sembrava una delle conseguenze più naturali dal punto di vista narrativo.
In una scena compare su un muro la scritta Davide e Serena. Di chi è stata l’idea?
Quello è un gioco su Serena e Davide che hanno fatto sul set. Comunque Serena è una professionista incredibile, non ha mai contestato una scena, mai avuto problemi su qualcosa. E vorrei aggiungere un’ultima cosa.
Prego.
Nessuno sottolinea mai abbastanza quanto sia importante il confronto con gli editor Rai. Con questo gruppo di persone appassionate al progetto, abbiamo lavorato benissimo. Il gruppo editoriale Rai è stato un valore aggiunto, se la serie è venuta bene è anche merito loro. È giusto che venga riconosciuto che oltre agli sceneggiatori ci sono tante altre figure che lavorano per arrivare a un risultato e che hanno dato un contributo decisivo.