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Milo Infante su Ore 14: “Ascolti record ma un pezzo della Rai ci ignora”

Milo Infante si racconta in un’intervista. Il conduttore parla del suo impegno nel giornalismo e della sua carriera in Rai. A proposito di Ore14, dice: “Siamo il programma più inosservato della storia della tv: mai visto un comunicato sugli ascolti record, mai stati citati in una conferenza stampa”.
A cura di Eleonora Di Nonno
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Milo Infante si racconta in un'intervista al Corriere della Sera. Il conduttore parla della trasmissione Ore14 "il programma più inosservato della storia della tv", del suo impegno nel giornalismo e dell'arrivo in Rai.

"Non abbiamo paura di prendere posizione e siamo sempre contro le ingiustizie"

Ore14 è una delle trasmissioni più seguite delle rete insieme a Viva Rai2 di Fiorello, un successo di cui non si parla abbastanza "Siamo il programma più inosservato della storia della tv: mai visto un comunicato sugli ascolti record, mai stati citati in una conferenza stampa – spiega Milo Infante – Il direttore Paolo Corsini, quando lo sento, mi dice: non ti chiamo perché non mi dai problemi. Ma se un pezzo della Rai ci ignora, la considerazione del Tgr ci consente di arrivare sulle notizie fra i primi. Questo è uno dei motivi del nostro successo". Per il conduttore a contribuire al trionfo della trasmissione anche l'alchimia tra pubblico e ospiti e il fatto di "non avere paura di prendere posizione" e di essere "sempre contro le ingiustizie". Elementi che hanno portato al talk un milione di telespettatori: "Se avessi dovuto scommetterci un centesimo quando ho iniziato, quattro anni fa, non l’avrei fatto. Anche perché arriviamo dalle rubriche del Tg, non abbiamo il trenta per cento di traino. Eppure, lo share sale dal 5 all’8, al 9 per cento, e siamo più visti anche del programma che ci segue: vuol dire che la gente si sintonizza proprio per vedere noi".

Milo Infante sul caso di Denise Pipitone: "Arrivare alla verità è un dovere"

Di recente aveva fatto discutere la decisione di Milo Infante di sospendere un approfondimento dedicato alla strage di Erba, vicenda trattata contemporaneamente anche a La Volta Buona. Il conduttore aveva raccontato a Fanpage.it i motivi della sua scelta: "Per evitare imbarazzo all'azienda ho preso questa decisione. Ore14 si occupa di cronaca, noi non regaliamo soldi, non facciamo interviste sui divani, non ci abbracciamo tra noi. Non è alleggerimento, se non faccio la cronaca non posso fare altro". Uno dei casi di cronaca su cui Milo Infante si è sempre battuto è stato quello di Denise Pipitone: "Qualcuno dice che sono ossessionato da quel caso, ma per me è un dovere arrivare alla verità e fare qualcosa per avere giustizia. Io provo dolore per i suoi genitori, come per tutti i familiari delle vittime. Invidio i colleghi che scrivono il pezzo e passano ad altro". Un impegno che l'ha portato a ricevere una querela da parte dei pm di Marsala: "Il Pm ha chiesto l’archiviazione, ma il Gip ha disposto l’imputazione coatta. Andrò a processo in nome della libertà di stampa".

"Sono passato da direttore di un'emittente lombarda ad apprendista della tv nazionale"

La passione per il giornalismo è un istinto che Milo Infante ha sempre sentito: "Ancora oggi, a 56 anni, se sento la sirena della polizia, cerco di capire che succede e non riesco ad accontentarmi della prima risposta". Nell'intervista racconta del suo arrivo in Rai. "La prima volta mi chiama il direttore Antonio Marano: cercavano un volto del Nord da affiancare a Monica Leofreddi. Ero appena diventato direttore di Antenna 3 e non volli mettere in difficoltà il mio editore dimettendomi – ricorda il conduttore – La seconda volta, Marano mi fa: questa è l’ultima chiamata. Sono passato da essere il direttore di un’emittente lombarda, fresco vincitore dell’Ambrogino d’oro, a fare l’apprendista della tv nazionale: all’inizio, stavo accanto a Monica e facevo una domanda ogni tanto. Ero passato da Tonino Di Pietro il magistrato ad Antonino Di Pietro il dermatologo, tutto un mondo che non conoscevo".

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