Milly Carlucci: “Costretti al silenzio su Mariotto per due settimane. Io a Sanremo con Conti? Sarebbe bello”
Con la finale del 21 dicembre terminerà la 19esima edizione di Ballando con le Stelle. Un'annata "gloriosa", così Milly Carlucci la definisce in un'intervista a Fanpage.it che è un bilancio delle ultime settimane, dominate da Ballando come tema di dibattito, sui social e nei bar. Dalla presenza pesante di Sonia Bruganelli nel cast, l'addio anticipato di Nina Zilli, il caso Madonia e poi la vicenda Mariotto, tanti sono i pilastri narrativi di un'edizione senza precedenti.
Quella che sta per terminare è una stagione che ha raggiunto risultati notevoli, in tutti i sensi. È legittimo ritenerla la più riuscita degli ultimi anni?
Sicuramente è un'edizione gloriosa. Tendo a non fare mai statistiche sui numeri, ma al di là degli ascolti credo che un interesse così forte e totalizzante, che ci ha portati a parlare e riparlare di qualsiasi sospiro accadesse a Ballando, credo sia una cosa straordinaria che è stata ancora più forte degli anni scorsi.
Dopo quasi 20 anni Ballando è quasi una rivelazione. Avete avuto la stessa percezione?
Noi stiamo cercando di rendere Ballando con le Stelle un evento, di quelli che si attendono per molto. Sanremo si aspetta per settimane, chiedendosi chi ci sarà e cosa accadrà. Non intendo paragonarmi a un evento di questo tipo, sarebbe immodestia totale, ma il modello è quello, un evento che negli anni si rinnova, di cui si parli, che conserva la sua vitalità.
Quest'anno c'è stato un effetto di spalmatura sulla programmazione di Rai1 che ha prodotto un riverbero quotidiano del programma. In sostanza una dinamica da reality show: questa definizione la disturba?
Noi di base siamo un talent show, perché è chiaro che la spina dorsale di questo programma è l'idea che qualcuno metta in ballo la propria capacità nel fare qualcosa. Diventa una gara di ballo che noi proviamo a spingere il più possibile. Poi però c'è questo effetto che io rivedo anche nello sport, quello più popolare di tutti per noi che è il calcio: quello è un reality? Non credo, però poi se ne parla tantissimo, c'è un chiacchiericcio che va avanti per tutta la settimana, si parla più di quanto si giochi. Questo è un po' l'effetto che è accaduto anche da noi, un approfondimento sui personaggi ed episodi che abitano il programma.
Quest'anno il programma si consacra anche per ascolti notevoli, avete tenuto stabilmente testa alla concorrenza di De Filippi sfatando un tabù. Non mi dica che un po' di gusto non c'è…
Per noi la cosa importante è che il programma sia vitale, energico e presente col pubblico. Non lo dico per fare la modesta e far passare l'idea che non mi occupi di ascolti, dico solo che il numero di per sé non ti dice quanto il pubblico sia appassionato di quel programma. Lo scopri dai social, lo scopri da quello che ci è successo su RaiPlay, il fatto che Ballando sia stato stabilmente un trend sulle varie piattaforme. È questo che ti dice il programma e sia un fatto di costume.
Il suo stile di conduzione non interventista è diventato un marchio, questo lasciare che il fuoco si accenda per poi intervenire spegnendolo prontamente. Lei è così anche nella vita?
Sono esattamente come mi vedete. Siccome non mi piace fare la maestrina che bacchetta, io intervengo nei momenti in cui bisogna farlo, per mantenere quella linea narrativa che è nel dna di Rai1.
D'altronde Fare un programma di questo tipo significa spingere costantemente sui confini già tracciati per allargare il perimetro del già visto, senza però rompere gli argini. Ha mai pensato, in questi anni, che qualcosa fosse "troppo"?
Troppo no, non è mai capitato. Sono accadute cose sconcertanti come l'abbandono di Mariotto di due settimane fa, ma cosa sia il troppo, il poco o il medio è difficile da dire. È un fatto, è successo e noi abbiamo reagito alla cosa. È la vita che scorre, con tutto ciò che comporta.
Di Mariotto lei ha detto che attraversa un momento difficile. Mi hanno colpito molto le critiche all'aver coltivato l'attesa del pubblico per due settimane, cucinato a fuoco lento anche sabato scorso per metà puntata. Questa suscettibilità rispetto ai meccanismi televisivi è forse figlia di un pregiudizio verso la TV?
Non saprei dire di cosa sia figlia, per chi guarda il programma potrebbe essere anche un'interpretazione legittima, visto che noi ci trovavamo impossibilitati dal dare spiegazioni. Oggi posso dire che la ragione per cui non abbiamo detto nulla per due settimane è che dopo quell'evento Guillermo se n'è andato a Riyad, non c'era, tutte le nostre discussioni sono state filtrate e noi non eravamo certi di una risoluzione positiva. Siamo stati costretti a un attendismo, avremmo voluto dire subito che ci sarebbe stato ma certezza non c'era. Sulla scelta di posizionare il suo rientro a metà trasmissione, è dovuta al fatto che noi avevamo deciso di iniziare con un momento familiare dedicato ai concorrenti. Non ci piaceva iniziare con un tono che distraesse da questo clima, l'interesse si sarebbe spostato su Guillermo che non c'entrava nulla. Rientrati nella ritualità, si è aperto spazio per il suo momento.
La scelta di farlo rientrare è stata sua e della produzione, oppure presa di concerto con la Rai?
Assolutamente comune, questa non è casa nostra, la casa è la Rai. È stata una decisione presa pensando di voler tendere una mano a Guillermo, sapendo che nelle famiglie se qualcuno ha un momento difficile una persona di media umanità non lo caccia fuori di casa. Gli si dice che si sta insieme e si supera insieme.
Il successo indiscutibile di questa edizione fa pensare che Ballando con le Stelle potrebbe non finire mai, o comunque non a stretto giro. Lei lo considera il minimo sindacale, oppure ci pensa ogni tanto all'ipotesi di lasciare?
Intanto io auguro lunghissima vita a Ballando, faccio una battuta dicendo che i miei colleghi dicono di avere un mutuo da pagare, quindi si deve continuare (ride, ndr).
Quindi, scherzi a parte, si va anche avanti per una responsabilità che prevale quando un po' di stanchezza e senso di ripetitività fanno capolino?
Per me la ripetitività non c'è mai, ogni anno il cast diverso o le diverse problematiche me lo impediscono. Credi che io quest'anno, con tutto quello che è successo, abbia avuto il tempo di annoiarmi? Nessuno di noi fa mai il copia-incolla.
Si parla di un nuovo programma in primavera per lei. Si sa qualcosa?
Non sappiamo ancora nulla.
Nemmeno sull'ipotesi ritorno de Il Cantante Mascherato?
Mi piacerebbe molto, ma al momento non se ne sta ancora parlando. C'è una tale attenzione su quello che stiamo facendo ora, che l'argomento non si è presentato.
È insistente la voce secondo cui Conti vorrebbe coinvolgerla per una serata alla conduzione. L'idea la stuzzica?
Secondo me questa è una cosa generata dal chiacchiericcio social, perché Carlo non me ne ha parlato. Ci sentiamo anche via messaggio, se mi avesse voluto coinvolgere me ne avrebbe mandato almeno uno.
Però è ancora in tempo per farlo.
Ma certo, io adoro Carlo e ci vogliamo molto bene, sarebbe bellissimo lavorare insieme, ma ad oggi non c'è nessun tipo di premessa perché questa cosa si realizzi.
Anche perché resta valida l'idea di una conduzione di Sanremo in solitaria per lei, di cui si parla da anni e che non si è ancora concretizzata.
A me piace questa alternanza tra un programma in autunno e uno in primavera. tenere il mio gruppo di lavoro impegnato su orizzonti diversi, proprio per non sedersi mai e non dare mai nulla per scontato e cadere nella tentazione di ripetere se stessi. Se devi preparare uno show per la primavera poi diventa complicato fare Sanremo, una cosa che occupa davvero tutto l'anno. Vedo i miei colleghi fare un lavoro massacrante. Al momento mi piace questa formula, però chi può dirlo per i prossimi anni.