Micaela Ramazzotti su Paolo Virzì: “È la fortuna della mia vita, pensavo non mi avrebbe mai scelta”
Micaela Ramazzotti si appresta a debuttare con il suo primo film da regista, dal titolo "Felicità", e in un'intervista rilasciata al settimanale Oggi, l'attrice racconta di sentirsi una donna fortunata parlando del suo matrimonio con il regista Paolo Virzì, la cui storia d'amore è iniziata nel 2008 e dal quale ha avuto due figli.
L'amore nato sul set
Una storia d'amore che è nata per caso, quando lei aveva già mosso i primi passi nel modo del cinema e si presenta per il provino del film "Tutta la vita davanti" in cui avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di una giovane madre un po' svampita. L'attrice racconta che, inizialmente, non aveva intenzione di presentarsi, convinta che non avrebbe avuto chance:
Non volevo andarci. Arrivai con enormi occhiali neri perché avevo pianto e lui se ne accorse. Mi dicevo: “Ma figurati se Virzì mi prende: ha scelto donne come la Bellucci e la Ferilli, bellissime, con davanzali rinascimentali, che ci vado a fare? Manco mi vedrà”. Invece arrivai, mi fecero il provino e poi di avvicinò lui e mi diede in mano il copione: “Sonia sei tu”, disse. Mi venne un colpo, nessuno mi aveva scelto così, sulla fiducia.
Durante le riprese del film i due si innamorarono e da quel momento non si sono mai lasciati, dando vita ad una famiglia bellissima, con due bambini: "Paolo è un uomo meraviglioso, un grande padre per i nostri due figli. È la fortuna della mia vita. Paolo è figlio di un carabiniere ed è rimasto orfano presto, ha un forte senso di responsabilità verso la famiglia. Accanto a lui mi sento una donna amata".
La timidezza di Micaela Ramazzotti
L'insicurezza è stata una costante della vita di Micaela Ramazzotti che, invece, nella nuova veste di regista è riuscita ad affermarsi come mai aveva fatto prima: "Girare un film tutto mio mi ha aiutata a uscire da una bolla di paura e timidezza, mi ha fatto stare bene". Una bolla nella quale si trovava rinchiusa sin da quando era bambina, come racconta al settimanale:
Avevo paura del giudizio degli altri. Sono stata una ragazzina molto solitaria, timidissima, e poi un’adolescente imprevedibile. Abitavo in periferia, all’Axa, prendevo tre autobus per andare a scuola a Roma, era un’avventura bellissima quel viaggio e quando arrivavo ero così esaltata di essere in città che spesso non entravo a scuola. Mi vergogno a dirlo, ma ho studiato male e me ne rammarico