Mattia Stanga: “Amadeus mi chiamò il giorno della laurea. Vi svelo i miei capitani al FantaSanremo”

Mattia Stanga, content creator da 3milioni di follower su TikTok, si è raccontato a Fanpage.it e ha poi risposto alle domande di Google. Vive a Borgosatollo, ha 25 anni e si è fatto conoscere sui social grazie ai suoi video “POV”. Poi un libro, un podcast, una serie e ora la conduzione del Prima Festival. Qualsiasi sia l’esperienza, è certo di una cosa: “Sono sempre lo stesso”.
A cura di Elisabetta Murina
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Se apri TikTok e leggi "POV", con molta probabilità sei davanti a un video di Mattia Stanga. Seguito da 3 milioni di follower, nato a Brescia e residente a Borgosatollo, 25 anni, si definisce il primo creator ad aver portato il suo “Point of View” (Punto di vista) su qualsiasi cosa lo circondi, dalle persone agli animali, passando per gli oggetti inanimati. Dal suo primo video sulla piattaforma ad oggi, quasi 4 anni dopo, di strada ne ha fatta: un libro, il podcast Sei Stanga?, la serie Stanga in the Sky e per ultimo- non di certo per importanza- il Festival di Sanremo 2024. Amadeus lo ha chiamato per condurre il Prima Festival e lui ha subito accettato: "Ama, fammi fare quello che vuoi, sono disponibile al 101%".

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Con la sua ironia e un inconfondibile accento bresciano, Mattia Stanga è stato ospite di Fanpage.it e si è raccontato senza filtri. E ha poi risposto alle domande di Google: dagli anni della scuola a quelli in cui sognava di fare il modello, dalla sua ipocondria ("le farmacie sono il mio luogo sicuro") al totale riserbo sulla vita privata. Senza dimenticare la famiglia: mamma Elisa, papà Cristian, la sorella minore Giulia- di cui è gelosissimo- e i tre cani Guenda, Gilda e Yago. "I miei genitori mi danno un sacco di idee per i video, sono il mio punto di riferimento. Mia mamma l'ho presa talmente tanto in giro, che ora si arrabbia apposta per darmi suggerimenti per i prossimi POV. Di mia sorella sono gelosissimo", ha raccontato.

Partiamo dall’inizio. Quando e perché hai deciso di fare il primo video su TikTok?

Il mio primo video risale a marzo 2020, in piena pandemia, ed è stato per noia. Ho scelto TikTok perché in quel periodo era una novità e potevo crearmi un profilo da zero, a differenza di Instagram dove ne avevo già uno e postavo le mie "foto da fighetto". Sarebbe stato strano iniziare a pubblicare video lì, ero un pò timido. Avevo molta paura del parere degli altri, poi mi sono detto: "Non voglio più pensare a queste cose", quindi ho cercato di mascherare il tutto con l'ironia, che è diventata la mia caratteristica principale.

I tuoi video sono POV, cioè?

POV significa "Point of view", in italiano "punto di vista". Sono video in cui rappresento la vita quotidiana, una situazione, una persona, un oggetto o un animale. In Italia c'erano già, anche se penso di essere stato il primo a imitare esseri inanimati come un assorbente. In quel caso, tante donne mi chiedevano come facessi a sapere tutte quelle cose e io rispondevo che ovviamente avevo chiesto informazioni a persone che usano assorbenti. Poi ho iniziato a fare anche altri contenuti.

Quali?

Sono una sorta di POV in cui mi chiedo "ma se gli oggetti dovessero andare dallo psicologo, cosa direbbero?". Secondo me sono molto divertenti, anche perché noi abbiamo tanti problemi, ma credo gli oggetti ne abbiano di più.

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L'apprezzamento del pubblico è arrivato subito?

In realtà all'inizio i video facevano 3mila-4mila visualizzazioni, ma per me era una cosa fuori dal comune. Ero super contento, anche se i numeri non mi sono mai interessati più di tanto, cioè facevo e continuo a fare video per divertimento. La mia scintilla è sapere che le persone possono passare 1 minuto di tranquillità e spensieratezza grazie ai miei contenuti.

Nei tuoi video prendi spesso in giro le persone, dal farmacista all'impiegato delle poste. Se lo facessero con te, ti arrabbieresti?

Io ero una persona molto permalosa, soprattutto alle superiori. Poi mi sono detto: "Ok essere permaloso, però devi importi un limite altrimenti non vivi più". Facendo così sono migliorato, poi sono anche cresciuto.

Cosa credi piaccia di te a chi ti segue?

Penso la mia semplicità e la quotidianità. Anche quando faccio un'esperienza molto esclusiva cerco sempre di renderla accessibile a tutti, per non far sentire le persone che mi seguono da meno. La cosa fondamentale per me è essere sempre sincero, dico sempre quello che penso e non perché un'altra persona mi chiede di farlo. Non voglio sentirmi innalzato, non mi sento al di sopra di nessuno solo perché ho X follower sui social. E non mi sento autorizzato a trattare male persone, amici, parenti perché ho la spunta blu sui social. Probabilmente, sono solo stato più fortunato a trovare la mia strada e tante persone che ridono per quello che faccio.

In passato hai detto di non avere haters. Ora che sei cresciuto sui social, è ancora così?

Gli haters ci sono, ma non mi fanno sentire in colpa perché non dico cose brutte e non tocco la sensibilità di nessuno. Non mi sento attaccato da queste persone visto che magari lo fanno solo per invidia. Che poi, invidia di cosa?

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Dai social alla tv con Stanga in the Sky. Come è cambiato Mattia Stanga?

Mattia Stanga rimane sempre lo stesso. Questa è una cosa di cui sono super felice perché tante persone pensano che quando si fa questo lavoro si crei un personaggio, sfortunatamente invece sono sempre io al 100% (ride, ndr). È cambiato solo il modo in cui le persone mi vedono, con i social è attraverso lo schermo di un telefono mentre in tv con uno più grande.

Secondo te, è difficile per chi proviene dai social passare da un “mondo” all’altro?

Non penso sia difficile, è solo diverso. Se si è abituati a vedere una persona sui social, dove "è nata", ci deve essere un'apertura mentale e un'evoluzione per riuscire a cambiare ambito.

Sono pochi però i creator che ci sono riusciti. 

Secondo me perché i social sono un mondo talmente veloce che non ti dà la possibilità di sapere realmente cosa vuoi fare. Anche se ho sperimentato vari ambiti, io fortunatamente l'ho sempre saputo. Mi piace comunicare e mettermi di fronte a un pubblico, che sia virtuale o reale, mi piace far ridere ma tante volte essere anche un pochino più serio.

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A proposito di tv, come ti stai preparando per il Prima Festival?

Mi sto preparando in modo certosino, ho un libricino con scritto "Sanremo-Mattia Stanga", in cui ho inserito tutti i cantanti in gara e le informazioni su ognuno di loro, so quanti fratelli o sorelle hanno, l'anno di nascita, tutto. Mi piace essere mentalmente ordinato. Così, quando andrò a parlare con una persona so su quali argomenti posso scherzare e su quali no.

Raccontami il momento in cui è arrivata la chiamata da Amadeus. 

È stato il giorno della mia laurea, mi ha chiamato dandomi la notizia e dicendomi "non puoi dirlo a nessuno". Io ero agitato perché avrei voluto prendere il microfono e urlare a tutti "ragazzi, faccio il Prima Festival", però non potevo. L'ho detto solo alla mia famiglia.

Perché credi che abbia pensato a te per questo ruolo? 

Amadeus in questi anni ha puntato molto sui giovani e mi ha detto "Per quanto riguarda il Festival sono già riuscito a fare tutto quello che potevo, vorrei però portare questo tocco di gioventù anche al Prima Festival, quindi ho pensato di chiamare te". Io gli ho risposto: "Ama, sono disponibile al 101%, fammi fare quello che vuoi". Con me ci saranno Daniele (Cabras, ndr) e Paola e Chiara, che sono molto in voga tra i giovani e non.

Negli ultimi anni non c'è Festival di Sanremo senza FantaSanremo. Hai fatto la tua squadra?

Ho chiesto ai miei amici "facciamo una squadra del FantaSanremo?", ma loro non mi hanno cag**o. Io però ho già in mente la mia, metterei come possibili capitani Emma Marrone, Alessandra Amoroso o Geolier, anche se è difficile scegliere perché il cast è super diversificato.

Mattia Stanga, Amadeus, Daniele Cabras, Paola e Chiara durante la finale di Sanremo Giovani
Mattia Stanga, Amadeus, Daniele Cabras, Paola e Chiara durante la finale di Sanremo Giovani

Hai raccontato che da piccolo sognavi di fare il modello e, di recente, hai sfilato alla Milano Fashion Week. Che effetto ti ha fatto?

Volevo fare il modello perché pensavo mi regalassero i vestiti, ma non ci sono riuscito perché non ero abbastanza alto, facevo persino degli esercizi di stretching per allungarmi. Prima di iniziare a fare video sui social, per sentirmi dentro al mondo della moda ho fatto per un periodo il vestiarista, cioè la persona che veste le modelle e i modelli prima che entrino in passerella. Quando mi hanno invitato a partecipare allo show è stato molto strano perché sono sempre stato nel dietro le quinte. Mi sono detto "bravo, ce l'hai fatta, non sei sceso a compromessi". Vivere la sfilata mi sembrava anche un modo per esorcizzarla e prenderla in giro, sempre con educazione, perché ogni vestito è frutto della creatività di un'altra persona.

Nel podcast Sei Stanga? racconti le piccole paranoie che vivi quotidianamente. Quale ti spaventa di più?

La mia più grande paranoia è vomitare e ne sto parlando con la mia psicologa per capire da dove nasca. So che al mondo ci sono cose ben peggiori, ma per me questa è la peggiore di tutte. Poi nelle 60 puntate del podcast parlo solo di paranoie, che è un modo per esorcizzarle, se non fosse che parlandone me ne creo altre. Ho anche paura di rimanere senza punti di riferimento, di perdere la mia famiglia, di non essere felice e di non sentirmi realizzato.

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