Matteo Branciamore: “Mai stato come Marco Cesaroni, il pubblico pensa che siamo i nostri personaggi”
I Cesaroni sono stati una delle fiction più amate della tv, seguitissimi dal pubblico che si è appassionato alle loro storie e ha visto crescere i protagonisti. Ora che si parla della settima stagione, a distanza di anni dall'ultima andata in onda, l'attenzione su chi era stato al centro dei vari episodi è tornata prepotente, come su uno dei nomi principali: Matteo Branciamore. L'attore, che nel frattempo ha continuato la sua carriera cimentandosi in altri ruoli, ha dichiarato che per lungo tempo ha dovuto fare i conti con l'impronta lasciata dal suo personaggio, quello di Marco Cesaroni.
Matteo Branciamore e il successo dei Cesaroni
Oggi Matteo Branciamore ha 42 anni, dopo dieci anni dalla fine dell'iconica serie tv, in più occasioni gli è stato chiesto di raccontare la sua esperienza, ora che la reunion è ufficiale, sebbene lui risponda con un "No comment" alla possibilità di un suo ritorno, ancora di più: "È normale, le persone si sono innamorate di quella serie. Ho iniziato a recitare da ragazzino, non pensando minimamente al fatto che tutti per tutta la vita potessero seguire la mia crescita. Non è banale, in un Paese per cui sei eternamente giovane. Ci voleva il coraggio di Pietro di affidarmi finalmente il ruolo di un laido quarantenne". Si tratta del personaggio che ha interpretato in Enea, film di Pietro Castellitto in cui ha interpretato un ruolo a cui mai si era accostato:
Mi ha divertito moltissimo, il 70% del pubblico che ha visto il film ha faticato a riconoscermi. Era ora. Pietro, con il coraggio che oggi in Italia non ha nessuno, mi ha affidato un ruolo da cattivo, agli antipodi di quello che il pubblico si aspetta da me dai tempi de I Cesaroni. Perché noi attori non "siamo" i personaggi, li interpretiamo
Una sottolineatura piuttosto evidente quella di Branciamore che, infatti, ribadisce di non essere mai stato il Marco a cui dava voce e corpo nella fiction di Canale 5: "Questa differenza non fu colta, vuoi per la mia età, vuoi per l'aderenza al personaggio. Ma io non sono mai stato Marco, non ero così timido, introverso, romanticone. Avevo vent'anni e non passò come un lavoro di attore, purtroppo".
Eppure quel ruolo gli ha regalato la popolarità, in ogni dove i protagonisti de I Cesaroni erano osannati: "Eravamo una sorta di Beatles: urlavano il nostro nome, aspettavano ore solo per vederci, ci rincorrevano ovunque per una foto". Ma l'essere diventato famoso non ha cambiato le sue priorità: "Per fortuna mentre la vivevo mi prendevo molto in giro, alla fama non ho mai creduto davvero. So che è tutto effimero nel nostro mestiere". Il personaggio di Marco, però, ha viziato anche le proposte che gli sono arrivate in seguito per interpretare "il bravo ragazzo":
Spesso. In Italia c'è poca fantasia, ho rifiutato più volte per mettermi alla prova con altro, perché miravo a una crescita personale. Avrei potuto ripetere a vita il ruolo del bravo ragazzo in mille fiction, non mi interessava.
A distanza di anni, riguardando le puntate della serie dice: "Quanto a me, penso che potevo fare meglio" e se al Matteo ventenne dovesse dare un consiglio: "Gli direi che anche se non è il numero uno, o non arriverà primo ai provini, si realizzerà lo stesso. E imparerà a lasciare andare".