Massimo Ranieri: “Ho messo il lavoro davanti a ogni cosa, perché l’amore finisce e ti ritrovi solo”
Ci sono artisti che, a un certo momento della carriera e forti di un'affermazione conclamata, iniziano a lavorare per sottrazione, risparmio, conservazione. Non sembra essere questo il credo di Massimo Ranieri. Ambizioso, istrionico, polivalente, da anni asseconda la sua vocazione dedita all'arte in una forma totale, emblema in Italia di chi sa fare tutto: cantare, ballare, recitare. Il palco è casa sua e ribadirà questo concetto con il suo nuovo spettacolo televisivo, "Tutti i sogni ancora in volo", due puntate su Rai1 da venerdì 26 maggio. Non solo un prestito da una delle sue canzoni più celebri, ma una sorta di mantra, come racconta a Fanpage.it in questa intervista.
Torna in televisione dopo diversi anni e il successo degli show precedenti in Rai. Quali elementi di novità aggiunge con questo nuovo esperimento e cosa si aspetta?
Mi racconterò con grande sincerità al pubblico televisivo che non sempre è quello che viene ai miei spettacoli e che mi conosce. Racconto la mia vita con i momenti positivi e altri purtroppo negativi. e soprattutto dico a tutti di non smettere mai di sognare.
In questo spettacolo ha detto di voler parlare non solo dei successi, ma anche delle delusioni, i dispiaceri, i fallimenti.
Dopo le esperienze precedenti in Tv, questa volta parlerò dei momenti belli ma anche di quelli brutti e cioè delle mie storie finite male per colpa mia o meglio del mio lavoro.
L’impressione è che per lei l’arte sia tutto. Rimpiange di aver dedicato poco tempo alla sua vita privata?
Difficile seguire qualcuno che fa un lavoro che lo porta sempre in giro. L'amore finisce e ti ritrovi solo. L'amore per il mio lavoro l'ho sempre messo davanti a tutto. È proprio questo che proverò a raccontare nello spettacolo, considerando l'amore come un filo conduttore.
In questo spettacolo sarà affiancato da Rocio Munoz Morales. Come è nata questa coppia?
Ci siamo conosciuti perché dovevamo girare un film che non si è più fatto ma siamo diventati amici e ci siamo promessi che prima o poi avremmo lavorato insieme e questa è stata l'occasione giusta. Ci saranno anche tanti ospiti, ho invitato persone che ci racconteranno i loro sogni; sono amici e mi piacciono come Gianni Morandi nella prima puntata.
La poliedricità è il suo marchio di fabbrica, come se imparare non fosse mai abbastanza. Doveva dimostrare qualcosa a qualcuno?
Si sono molto esigente con me stesso, non tralascio nulla e questo insegnamento lo devo a Strehler. Amo il teatro e un altro sogno che spero di realizzare prima o poi di portare in teatro "Zio Vanja" di Cechov o "Morte di un commesso viaggiatore" di Miller. Un altro sogno si realizza il 24 luglio quando sarò a Caracalla con una Grande Orchestra di 50 elementi, sarà uno spettacolo grandioso.
Nel 2022, al Festival di Sanremo, parlò con serenità di una stonatura che fu commovente. Possibile essere ancora traditi dall'emozione dopo tanti anni di carriera?
Io mi emoziono sempre, guai se non accadesse. Ogni volta che salgo su un palco è come se fosse la prima volta del lontano 1964. Quando Fabio Ilacqua mi ha proposto Lettera al di là del mare ho provato la stessa emozione avuta con Perdere l'amore e quindi ho detto "ecco è questa!".
Si sbaglia per il timore di salire sul palco, o di non essere più all’altezza delle aspettative?
È stata la paura di non far capire quello che provavo ad avermi fatto quello scherzo.
Negli ultimi due anni ha preso parte al Festival in chiavi diverse, come concorrente e ospite. Manca solo un Sanremo tutto suo, di cui si è spesso parlato in passato. È una cosa alla quale pensa o ha mai pensato? Sarebbe lecito definirla la consacrazione che manca?
Sanremo è un palcoscenico che emoziona ogni cantante che si trova li con davanti il pubblico dell'Ariston e la consapevolezza che l'Italia lo sta guardando. Per quel che riguarda me confermo, come ho detto tante volte, che se trovassi una canzone giusta, vera emozionante come "Lettera di là dal mare" ci tornerei subito ma in gara. Non m'interessa la conduzione o la direzione artistica. No, no, troppi problemi e troppo stress.
C’è chi decide di lasciare sulla cresta dell’onda. Ha mai pensato a un addio alle scene?
Non penso assolutamente a ritirarmi, magari cercherò di rallentare e condurre una vita un po' più tranquilla. Sono anni che ogni sera sono in un teatro diverso con il mio spettacolo. Ecco diminuire gli impegni, è il mio prossimo obiettivo. Ma fermarmi mai!