Massimo Boldi: “Litigare con Christian De Sica è impossibile. Teo Teocoli si credeva meglio di Celentano”
Massimo Boldi torna al cinema il 31 dicembre con "A Capodanno tutti da me", una commedia come quelle che lo hanno reso famoso anni fa e in cui recita al fianco di Paolo Conticini, Nancy Brilli e tanti altri. L'attore milanese si racconta in un'intervista nella quale ripercorre la sua carriera, gli inizi da batterista, l'amore per sua moglie Marisa, scomparsa troppo presto come racconta al Corriere della sera.
L'infanzia milanese
La simpatia è sempre stata una sua dote, sin da bambino: "Alle elementari avevo una maestra grande e grossa che fumava in classe. Si accendeva una sigaretta. “Boldi, vieni alla cattedra e racconta una delle tue barzellette". La risata serviva anche per affrontare una situazione difficile, quando anche lui per aiutare la famiglia iniziò a consegnare i Buondì Motta: "Partivo al mattino col furgone carico di confezioni da 20 pezzi. Quanti ne abbiamo mangiati, io e i miei fratelli, spesso a cena non c’era altro". La sua è sempre stata una famiglia non benestante:
Ci trasferimmo a Milano, in una casa di ringhiera in via Pietro Custodi 6. Non pagavamo l’affitto, ci sfrattarono. Andammo alle “case minime” di via della Chiesa rossa, c’eravamo noi e i delinquenti. Mamma preparava le pietanze con un fornelletto a spirito.
Gli inizi da batterista, l'aiuto della moglie Marisa e il primo film
Anche all'inizio della sua carriera, chi pensava alla famiglia era la moglie Marisa: "Impiegata in una casa farmaceutica. Io batterista. Ci volevamo bene. Lavoravo di notte, lei di giorno, ci parlavamo con i bigliettini". All'epoca Boldi faceva anche l'autista per racimolare qualche soldo in più: "C’era l’austerity, al Derby si lavorava solo il venerdì e il sabato. Così tre giorni a settimana accompagnavo il conte Vistarino nelle sue tenute dell’Oltrepò pavese con una Fiat 130. Cinquemila lire al giorno. Però non pagava quasi mai e io mi vergognavo a chiedere". Il primo film arrivò negli Anni Settanta grazie a Renato Pozzetto:
Un fratello, a cui devo dire un grazie speciale. Era già famoso. “Dai, vieni con me”. Particina in Due cuori e una cappella. Viveva al Lord Byron di Roma, io dormivo su una branda ai piedi del suo letto. Un giorno, in camper, cominciammo a parlare brianzolo stretto, immaginando dialoghi assurdi tra due tizi che progettavano di costruire strade in palissandro. Da lì creai il mio primo personaggio di successo al cabaret: Fidelio Cam, ricchissimo mobiliere della Brianza. Berlusconi ne andava matto, conosceva le battute a memoria.
L'amicizia con Teo Teocoli e il connubio con Christian De Sica
Altro compagno d'avventure, teatrali e non, è stato Teo Tecoli: "Con la sindrome di Celentano. Gli faceva pure da controfigura, in fondo si credeva meglio di lui. Prepotente. Spesso litigavamo. In camerino volavano poltrone, sedie e scarpe. Poi salivamo sul palco ed era tutto dimenticato". L'accoppiata vincente del cinema, quella Massimo Boldi e Christian De Sica si è poi separata, ma solo sul grande schermo, perché in realtà non hanno mai litigato:
Non è vero, chi lo dice mente. Come fai a litigare con Christian? Impossibile. Può avere un momento d’ira, poi passa. Gli voglio bene. Non ci siamo mai mandati a quel paese. Le nostre famiglie si frequentano. Ci diamo appuntamento ogni 5 gennaio per festeggiare il suo compleanno.
L'amore dopo la morte della moglie Marisa
Dopo la morte di sua moglie Marisa, si è innamorato: "Ma non ho mai più amato nessuna come lei". L'unica storia più lunga durata 14 anni è stata quella con Loredana De Nardis, prima di scoprire che l'aveva tradito con un suo amico: "Quando li ho scoperti gli ho fatto gli auguri e me ne sono tornato a casa. Ci sono rimasto male". Dopo questa storia, però, ha chiuso con l'amore:
Ho avuto qualche amica. Niente più storie serie. Se stai con una di trent’anni di meno, cosa ti illudi, che ami te? Mi piace ancora farmi vedere in giro con una bella ragazza, farle qualche regalo, però con l’amore ho chiuso. È il corso della vita. Ho tre figlie, i miei nipoti, va bene così, sono soddisfatto