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Massimiliano Gallo: “Mia moglie vittima di razzismo, in Italia il pregiudizio regna sovrano”

Massimiliano Gallo racconta al Corriere il suo debutto al cinema come regista, poi della sua carriera nel mondo del piccolo e grande schermo e del rapporto con il padre Nunzio Gallo. Poi sulla moglie Shalana: “Su lei c’è razzismo, ma è fine”.
A cura di Gaia Martino
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Massimiliano Gallo, l'attore noto per i suoi ruoli nelle fiction di successo italiane come I bastardi di Pizzofalcone, Imma Tataranni e Vincenzo Malinconico, sta per debuttare al cinema come regista con una storia che unisce Eduardo De Filippo e il carcere di Nisida: "Si intitola Figli di una stella perché una stella il destino prima o poi la mette a disposizione, sta a noi quale destino scegliere", le parole in un'intervista al Corriere nella quale ha parlato di sé, dei suoi lavori per il grande schermo e della sua famiglia.

L'incontro con Martone e il set condiviso con Luisa Ranieri

Massimiliano Gallo è diventato popolare con le fiction, ma ha recitato anche in diversi film di grande successo. Tra questi, anche in È stata la mano di Dio. Paolo Sorrentino, ha raccontato, "Mi scrisse un messaggio mentre ero ospite al Tg e dovetti chiudere il cellulare. Dopo dieci minuti lo riaccesi. Trovai un altro suo messaggio: sempre che ti interessi. Si era stranito. Ma chiarimmo subito". Nel film interpreta il marito di Luisa Ranieri: "Mi era già capitato in altri due film e non ci siamo mai dati un bacio. Nella scena del suo nudo nel mare, Paolo l’ha protetta, ha fatto scendere tutti noi, gli altri attori, dalla barca", le parole. Nel corso della sua carriera ha lavorato anche con Mario Martone, sul regista ha dichiarato: "È un accentratore di energie positive. Al primo incontro, per Il sindaco del rione Sanità, mi aspettavo un intellettuale e invece mi disse: noi a casa il giovedì ti vediamo in tv in Sirene. Gli risposi che ero onorato ma stavo girando una serie e non avrei potuto accettare. Mi cosparsi il capo di cenere. Lui mi fissò e disse, non ti devi angosciare, fai parlare i nostri agenti, noi due ci vediamo sul set".

La moglie Shalana Santana e la figlia Artemisia

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Shalana Santana è la moglie di Massimiliano Gallo e dalla loro unione, lo scorso febbraio, è nata Artemisia. L'attore nel corso dell'intervista al Corriere, parlando della sua famiglia, si è lasciato andare ad uno sfogo: "Questo è un Paese razzista, ho due figlie femmine e non sono orgoglioso di quello che succede. Non c’è nessuna educazione alla tolleranza e il pregiudizio regna sovrano, per cui di una donna bella e brasiliana chissà cosa si va a pensare. La vera inclusione si fa nelle scuole in Norvegia, dove in classe mescolano il figlio del ministro col figlio del netturbino. I femminicidi sono figli di genitori che non hanno insegnato a gestire un no". Poi ha svelato che la moglie è stata vittima di episodi di razzismo: "Su mia moglie c’è ma è fine. Ci siamo conosciuti a una banale cena. Io avevo già una figlia, Giulia, lei aveva Leon. E cinque mesi fa è nata Artemisia. Viviamo tutti insieme. Shalana è la persona più pura che conosca".

Il ricordo del padre, Nunzio Gallo

Massimiliano Gallo ha parlato anche del padre, Nunzio Gallo, celebre cantante e attore italiano, morto nel 2022. "Cercava di colmare la mancanza fisica con un’invadenza affettiva. Quando tornava a casa era come Babbo Natale, pieno di regali. Era all’antica, voleva che la domenica mangiassimo tutti insieme. Vivevamo a Napoli. Ha lavorato con le leggende del suo tempo. Mi parlava di Totò, che uscendo di casa distribuiva un malloppo di banconote a tutti. Mi parlava di Anna Magnani che aveva una compagnia di trenta persone, aveva le Bluebell come ballerine, lui e Carlo Giuffré passavano intimiditi davanti al suo camerino, la Magnani un giorno li apostrofò così: voi due stronzi, che vi ho fatto che non mi salutate? Entrarono in confidenza. Una donna forte ma con delle enormi fragilità", ha ricordato. Fu difficile per l'attore vedere invecchiare il padre. Massimiliano Gallo ha raccontato che "nei suoi ultimi anni lo vedevo rintronato, cominciai a trattarlo con sufficienza. Gli rispondevo male senza accorgermene". "Vederlo umano, lui che aveva lavorato con Totò, la Magnani e Eduardo De Filippo, mi rendeva pazzo" ha aggiunto prima di confessare che, per questo motivo, "Cominciai ad andare in analisi. Capii perché c’è quella possibilità estrema, perché Mario Monicelli si buttò di sotto e si suicidò".

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