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Massimiliano Bruno: “Paola Cortellesi era la mia musa. Il tumore mi ha dato il coraggio di fare un figlio”

Volto noto del cinema e regista di film di successo, Massimiliano Bruno ha avuto una carriera ricca di soddisfazioni. Oggi, però, ha un’unica priorità: il figlio Adriano, nato lo scorso maggio: “Dopo il tumore si cambia in coraggio: ho fatto un figlio e ora riuscirò a parlare di me in un film”. E sul rapporto con Paola Cortellesi: “Oltre che amica del cuore, era diventata la mia musa”.
A cura di Sara Leombruno
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Volto noto del cinema e regista di film di successo, come Nessuno mi può giudicare, Massimiliano Bruno ha 54 anni e una carriera ricca di soddisfazioni – dalle commedie cult come Notte prima degli esami e Ex, passando per ruoli iconici come Nando Martellone in Boris. Oggi, però, ha un'unica priorità: il figlio Adriano, nato lo scorso maggio. "Dormiamo a tratti" confessa con un sorriso in un'intervista a Il Messaggero, "ma sono felice. Potrei stare sveglio tutta la vita, non mi importa". Nel frattempo, nonostante le notti insonni, l'artista romano non si ferma: sta girando un nuovo film e prepara il ritorno in scena con Lo stato delle cose (seconda parte) al Teatro Parioli di Roma, dove è direttore artistico. E sul rapporto con Paola Cortellesi: "Oltre che amica del cuore, era diventata la mia musa".

Il rapporto con Paola Cortellesi

La strada di Bruno, però, non è stata sempre in discesa. "Quando sono partito, mi ero dato una scadenza: se entro i trent’anni non fossi riuscito a mantenermi con questo lavoro, sarei tornato indietro", racconta, svelando retroscena di una Roma effervescente. Era il tempo dei primi passi nei piccoli teatri e delle serate al Locale di vicolo del Fico, dove si incrociavano artisti che sarebbero diventati grandi nomi del panorama italiano. "Favino faceva il buttafuori, Silvestri, Fabi e Gazzè suonavano, e io e Paola Cortellesi calcavamo il palcoscenico del Teatro Sette. È lì che tutto è iniziato". Ma non mancano le accuse, spesso rivolte a lui e al suo gruppo di amici: sono "quelli del circoletto", sempre gli stessi nomi al centro del cinema italiano. Bruno respinge l'etichetta: "Se fosse vero, sarei ricco sfondato, e invece non lo sono. Certo, lavorare con chi si stima è un privilegio, ma alla fine è il mercato che decide". Dopo i successi da sceneggiatore, quando gli chiesero di debuttare come regista scelse subito Paola Cortellesi: "Oltre che amica del cuore, era diventata la mia musa. Comunque oggi lo star system in gran parte è composto da quelli della mia età. C'è poco da fare, è così".

Massimiliano Bruno e Paola Cortellesi (Venezia, 2016)
Massimiliano Bruno e Paola Cortellesi (Venezia, 2016)

"Dopo il tumore si guadagna in coraggio"

Ora, con il suo nuovo film in lavorazione, Bruno porta sullo schermo un tema personale, quasi autobiografico. "Mi accusano di maschilismo e io, che convivo con una donna femminista più giovane di me di 21 anni, mi sono chiesto: cosa succede se due così fanno un figlio?". La risposta arriverà presto in sala, forse sotto il titolo (al momento provvisorio) Due cuori e due capanne. Sullo sfondo, un passato segnato dalla lotta contro un tumore all'occhio destro, che l'ha cambiato per sempre: "Dopo aver avuto paura di non farcela o di avere una menomazione, che poi alla fine ho, si cambia parecchio. Però si guadagna in coraggio: ho fatto un figlio e ora riuscirò anche a parlare di me in un film".

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