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Marianna Aprile: “Sangiuliano vittima della sua arroganza, Maria Rosaria Boccia sa quello che dice”

Dall’intervista a Liliana Segre a Maria Rosaria Boccia, è stata la migliore edizione di sempre per In Onda. A Fanpage.it Marianna Aprile commenta: ”È stata la foto del Paese. In due mesi abbiamo avuto tutto il meglio e tutto il peggio”. Su Sangiuliano-Boccia: “L’ex ministro vittima della sua arroganza, lei mi ha stupito”.
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Dall'intervista a Liliana Segre a quella con Maria Rosaria Boccia, è stata un'estate intensa per Marianna Aprile e Luca Telese. Al di là degli ascolti, sempre alti, l'impressione è che l'edizione di In Onda conclusasi domenica 8 settembre sia stata la migliore finora. L'affiatamento vincente tra i conduttori è evidente, al punto da spingere i competitor a prendere contromisure, cercando di imitare – senza successo – la struttura a due.

A Fanpage.it, Marianna Aprile commenta: "Questa edizione è la foto del Paese. In due mesi abbiamo visto tutto il meglio e tutto il peggio". Sul caso Sangiuliano-Boccia: "Lui è stato fregato dalla sua arroganza. Lei è molto preparata, sa quello che dice. Questa confidenza che ha con chi rappresenta le istituzioni mi ha stupito molto. Risponde alla presidente del Consiglio e la tagga. È un po' il segno dei tempi, ma comunque suona strano". In Onda tornerà a Natale, ma non c'è intenzione di trasformarlo in un format quotidiano invernale: "Siamo come i parenti, ci vediamo durante le feste e va bene così". 

Si è chiusa un'edizione di grande successo, piena di temi, iniziata con l'intervista a Liliana Segre e chiusa con quella a Maria Rosaria Boccia. Non è mancato nulla?

Questa edizione è la foto del Paese. Ci ragionavo ieri sul fatto che in due mesi abbiamo visto tutto il meglio e tutto il peggio: con Liliana Segre abbiamo visto i rigurgiti di antisemitismo e di fascisterie varie in un'estate che ha sdoganato un linguaggio scivoloso e irrispettoso della storia. Quella intervista l'ho amata alla follia perché è venuta fuori non lo solo "la Segre" ma anche Liliana. Poi c'è stata l'intervista a Oliviero Toscani, sia quella fatta da Luca un mese e mezzo fa, sia quella che abbiamo fatto insieme nella quale ha parlato apertamente della sua malattia. In mezzo c'è stato il caos in Francia, l'attentato a Trump, le dimissioni di Biden, la cavalcata di Kamala Harris che adesso è il sol dell'avvenire degli Stati Uniti, i negoziati per il Medio Oriente, l'Ucraina che da invasa diventa invasore. Son successe tante di quelle cose che ci siamo trovati d'estate ad avere l'imbarazzo della scelta. Di solito, avviene quasi il contrario.

Qual è stata la tua impressione su Maria Rosaria Boccia? 

L'avevo vista nell'intervista fatta a La Stampa e mi era sembrata una specie di cyborg. Diceva frasi brevi che sembravano mandate quasi a memoria e mi sono detta: "chi è questa?".

Nella vostra intervista, invece, è venuta fuori un'altra persona. 

Va riconosciuto a Luca di aver saputo costruire un rapporto di fiducia con lei. Quando è scoppiato il caso, sia io che Luca l'avevamo contattata e lui ha un modo molto dirompente di entrare nella vita delle persone. Nei giorni precedenti, lei era intervenuta più volte in diretta per commentare inesattezze o scorrettezze dette dagli ospiti nei suoi confronti. Quando ha visto che la sua voce veniva tenuta in considerazione e quando ha ritenuto che i tempi fossero maturi per parlare in una intervista televisiva, ha scelto noi e lo ha fatto solo dopo, il timing ce lo suggerisce, l'intervista rilasciata da Sangiuliano al Tg1. Lei è molto preparata, sa quello che dice e lo dice perché è stata tirata in mezzo dall'ex ministro: "Se lui non dice la verità, la verità la dico io". Quello che ha detto Sangiuliano, per Maria Rosaria Boccia, non è la verità.

Marianna Aprile e Luca Telese intervistano Maria Rosaria Boccia
Marianna Aprile e Luca Telese intervistano Maria Rosaria Boccia

Come avete organizzato l'intervista? 

Non avevamo preparato niente. Ci siamo seduti e abbiamo cominciato. Del resto, solo giovedì abbiamo avuto la disponibilità da Maria Rosaria Boccia. Abbiamo finito la puntata, siamo partiti nella notte verso Pompei e il giorno dopo, nel pomeriggio, abbiamo fatto l'intervista. Poi siamo scappati in redazione per tornare a lavorare.  (qui, l'intervista integrale, ndr). 

C'è stato un cambiamento anche nelle pubblicazioni social di Maria Rosaria Boccia. Penso al paragone del pugile che manca il colpo in riferimento a Giorgia Meloni. 

Questa confidenza che ha con chi rappresenta le istituzioni mi ha stupito molto. Risponde alla presidente del Consiglio e la tagga. È un po' il segno dei tempi, ma comunque suona strano. È però la modalità che lei ha avuto sin dall'inizio. I social sono stati il suo unico canale di comunicazione. Mi fa sorridere il fatto che una volta si chiamava l'Ansa e si dettava una nota. Ora si tagga. Ha più risultati così che con una nota. Fa sorridere ma anche riflettere perché, comunque la si pensi, Giorgia Meloni rappresenta Palazzo Chigi e il Governo e l'idea che sia una delle parti di una discussione che avviene via social, mi fa strano. Non so se mi piace.

Su Gennaro Sangiuliano, cosa ne pensi delle diciotto nomine come ultimo atto del suo ministero? 

La considerazione che c'è da fare è su tutto quello che ha fatto prima. C'è una vena di arroganza nel modo in cui Sangiuliano ha gestito il suo ruolo di ministro, questo anche prima dell'affaire Boccia. Penso al suo rapporto con i giornalisti: una domanda ti può piacere o meno, puoi scegliere di rispondere o non rispondere, puoi rispondere con una supercazzola, puoi fare quello che vuoi però non puoi sottrarti ai ruoli. Sei il ministro e i giornalisti fanno le domande. Lui, invece, ha sempre risposto ribaltando la domanda sui colleghi.

Un esempio?

Penso alla domanda sull'antifascismo: "tu sei anticomunista?", rispose. Ora, a parte l'insofferenza nei confronti dei giornalisti, su Maria Rosaria Boccia – comunque siano andate le cose – non bisogna mai dimenticare che tra i due l'istituzione era lui. La gestione della notizia è stata fallimentare, totalmente, perché dettata solo da arroganza. Il portavoce dice "non la conosco", il capoufficio dice "non la conosco". Tutte cose che hanno vita brevissima oggi, che però lasciano trasparire che tu ti senta in diritto di dire qualsiasi cosa. Il ruolo imponeva una maggiore continenza anche nelle reazioni. Il punto è quindi questo: Sangiuliano è stato fregato dalla sua arroganza.

Durante questa edizione c'è stato un siparietto tra te e Massimo Magliaro nella quale alludevi di essere stata cacciata dalla Rai.

Luca dice che sono "mormonica" su questo. Io, però, sono puntigliosa sulle cose perché se cambiamo la parola cambia il timbro di tutto. Io a Magliaro non ho detto di essere stata cacciata. Parlando dei volti che la Rai aveva perso, lui mi risponde: "Intendi dire quelli che sono andati via spontaneamente?" Perché la contronarrazione la conosciamo, ormai: "sono andati via tutti per soldi". Io quindi ho fatto presente che ci sono anche quelli che sono andati via meno spontaneamente. Lui replica: "fammi un nome" e io ho indicato me.

Parliamo di Forrest, quindi. 

C'è chi obietta che il mio contratto era scaduto ma è facile obiettare che i contratti radiofonici vanno a stagione. In quella precedente, Forrest era stato rinnovato perché funzionava (ancora oggi mi fermano per chiedermi: quando torna Forrest?) ma né io né Luca Bottura abbiamo mai fatto un plissé sul mancato rinnovo. È il modo che però ci ha colpito. Con noi lavoravano tanti interni della Rai che fino al giorno prima ci chiedevano: ma quindi? Al direttore Pionati avevamo chiesto, sia via mail e sia via radio, che cosa sarebbe stato di Forrest ma volevamo saperlo non solo per rispetto nei nostri confronti, ma soprattutto per chi lavorava con noi e per gli ascoltatori. La risposta è arrivata solo una settimana dopo la fine delle trasmissioni.

Tornando a In Onda, per rivedervi insieme dobbiamo aspettare un'altra estate? 

Ci vediamo a Natale. Noi siamo come i parenti, ci facciamo le vacanze e le feste natalizie. Ritorniamo nel periodo in cui Otto e mezzo si ferma.

Considerati i risultati ottenuti, non ti piacerebbe di tornare un po' prima? Magari da ‘titolare'?

Allora, penso che La7 è il solo posto in cui a qualsiasi ora del giorno accendi, ci trovi un ragionamento. È un palinsesto ricco di cose che funzionano, fatta da gente brava. Non è che ci siano grandi spazi per immaginarsi cose e credo che sia una fortuna, non un limite. Avere uno spazio come quello di In Onda in una rete forte che si afferma e costruisce un pubblico durante l'anno, va già bene così. Poi, funzioniamo, siamo bravi e ci mettiamo il sangue e alla fine sarebbe stupido dire ‘abbiamo fortuna'. La nostra fortuna ce la costruiamo giorno dopo giorno, ma va riconosciuto che se va così bene è anche perché La7 va bene. In Onda funziona anche per questo e io non sono neanche così sicura che il clima che c'è in estate, possa funzionare anche in un quotidiano d'inverno. Quindi, siamo contenti così.

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