Maria Corleone 2 si farà? Anticipazioni della seconda stagione, Valsecchi e Curcio: “Trama già scritta”
Maria Corleone 2 si farà? La seconda stagione della fiction con Rosa Diletta Rossi, Fortunato Cerlino, Alessandro Fella e Vittorio Magazzù è un'ipotesi più che concreta. Pietro Valsecchi, che ha curato il soggetto di serie, e lo sceneggiatore Mizio Curcio, che ha costruito la trama insieme a Paolo Marchesini, Graziano Diana e Giacomo Martelli, hanno dichiarato a Fanpage.it, che la seconda stagione è già stata scritta e si attende il via libera di Pier Silvio Berlusconi. Se arrivasse l'ok di Mediaset potrebbe andare in onda a settembre 2024. Intanto, mercoledì 4 ottobre, Canale5 trasmetterà l'attesissimo finale di stagione della serie che ha convinto critica e pubblico. Mizio Curcio ha svelato cosa dobbiamo aspettarci dall'ultima puntata:
Dopo la morte della madre, Maria vorrà vendicarsi. Avrà anche dei sensi di colpa perché l’attentato era destinato a lei. Così, si scatenerà la sua ira con una vendetta trasversale che, a sorpresa, non vedrà l’appoggio del padre. Don Luciano sa che la vendetta chiamerebbe altro sangue e, dopo la morte della moglie, sembra disposto a fermarsi. E poi non dimentica che sua figlia, a 8 anni, ha impugnato una pistola. Quel demone non va riscatenato. Maria intende raccogliere l’eredità del padre, candidandosi a diventare la capo dei capi. I punti deboli di Lady Corleone, che possono mettere in discussione la sua malvagità, sono il figlio Giovannino – che viene rapito dai calabresi – e Luca, il suo ex compagno. Spada, in fondo, la ama ancora, la vuole arrestare perché crede in una sua redenzione. Arriveremo a un’alleanza tra loro, un patto provvisorio.
La seconda stagione di Maria Corleone si farà o il finale sarà un addio?
Pietro Valsecchi: Ho già scritto il seguito di questa storia. A volte ho dei ripensamenti su alcuni tratti del percorso dei personaggi, ma poca roba. Spero che l’Amministratore Delegato, il dottor Pier Silvio Berlusconi, che è una persona che si appassiona alle belle storie, ci permetta di dare il via alla seconda stagione, perché se lo merita. Sto già pensando anche alla terza serie. Sono convinto che la seconda stagione partirebbe dal 18% di share. Sarebbe un peccato non farla.
Cosa potete anticiparmi sulla trama delle nuove puntate?
Mizio Curcio: La vita di Maria Corleone si complicherà ulteriormente. Posso solo dire che arriveremo alla resa dei conti tra lei e il padre.
Pietro Valsecchi: L’inizio della seconda stagione è potentissimo, mi sono anche ispirato a storie vere. La nostra Lady Corleone è una persona che vorrebbe fare altro, ma rimane invischiata nel suo passato, nella sua storia, nella famiglia che è la cosa più importante.
Quando potrebbero iniziare le riprese e quando andrebbe in onda Maria Corleone 2?
PV: Potremmo iniziare a girarla tra gennaio e febbraio, perché vada in onda a settembre 2024. Vorrei fare sei puntate anziché quattro. La serie è talmente forte.
Maria Corleone è interpretata da Rosa Diletta Rossi
La serie Maria Corleone è stata apprezzata sia dalla critica che dal pubblico, che l’ha premiata con ottimi dati di ascolto. Come è nata l’idea alla base della serie?
PV: Per creare Maria Corleone sono partito da un personaggio iconico e amatissimo dal pubblico come Rosy Abate, a sua volta Rosy Abate era una costola di Squadra Antimafia. Nella televisione attuale, così piena di offerte, ritengo fondamentale ricorrere a prodotti consolidati che diventano dei punti di riferimento per il pubblico. Visto che Giulia Michelini, dopo tanti anni, era un po’ stanca di interpretare Rosy Abate, ho pensato di cambiare, puntando su un’attrice bravissima come Rosa Diletta Rossi, partendo da un immaginario e da un personaggio altrettanto forti.
Quali ritenete che siano gli elementi che ne hanno sancito il successo?
PV: È una storia di grandi emozioni, incentrata su personaggi, in primis Maria, posti di fronte a scelte esistenziali fortissime. Il percorso di Maria è un omaggio a un capolavoro assoluto come Il Padrino dove Michael Corleone, il figlio apparentemente più estraneo alle logiche mafiose di Don Vito, in realtà diventa il capo della famiglia. Il tutto adattato alla realtà contemporanea, con una narrazione piena di ritmo e colpi di scena che ha catturato il pubblico giovane (il 25% di share sui 15-34 anni) e ha fatto il pieno sul target commerciale (17-18%).
Ho trovato davvero inedita l’idea della mafia che usa la moda come mezzo per espandere i propri traffici.
MC: È stata una mia idea coordinata con Pietro. Nasce da una domanda che ci siamo posti: come è possibile che in un business da 500 miliardi l’anno, la mafia non ci sia mai entrata? La risposta che ci siamo dati è che ci sono troppi riflettori accesi, il red carpet alla mafia non interessa. Da lì è nato il motto di Maria Corleone: “Se vuoi nascondere qualcosa, mettila in mostra”.
La scelta di Rosa Diletta Rossi nel ruolo di Maria Corleone è stata particolarmente azzeccata.
PV: Non era facile trovare una nuova Giulia Michelini e l’abbiamo trovata in questa bravissima attrice. Rosa Diletta Rossi vive il personaggio con grande sentimento. È sempre vera. Lei si mette il suo abito da Lady Corleone e diventa Lady Corleone. È anche merito suo se la serie è stata amata e ha fatto numeri importanti, anche senza nomi di richiamo come Raoul Bova o Claudio Amendola. Spero che questa serie le porti fortuna.
Maria Corleone, Pietro Valsecchi e Mizio Curcio svelano i segreti della fiction
Vi siete ispirati a fatti reali o vi siete avvalsi dell'aiuto di consulenti?
PV: Lady Corleone si ispira a quello che accade in questo Paese. Ho messo in piedi la storia anche grazie ad aneddoti che mi hanno raccontato amici e giornalisti.
MC: Abbiamo parlato con esperti di polizia. Riguardo l'espediente della droga nei vestiti, avevo letto un trafiletto che diceva che nei Balcani era stato intercettato un camion con dei vestiti con all’interno la droga.
Ho amato particolarmente il personaggio di Stefano Corleone, interpretato da Vittorio Magazzù. Mi ha ricordato Peppino Impastato.
MC: Sì, la scena della radio è proprio un omaggio a Peppino Impastato. Vittorio è bravissimo.
Ci sono delle scene previste nella sceneggiatura, ma che sono state tagliate?
MC: La scena di un prete con Don Luciano. Il sacerdote rappresentava la sua coscienza, il mafioso cercava il suo consenso: “Dimmi che non sto sbagliando”. E il prete rispondeva: “Non tocca a me giudicare, io sono solo uno che ascolta. I tuoi conti li farai un giorno”. È stata tagliata perché rallentava un po’ l’inizio. Un’altra scena che è stata tagliata riguarda il confronto tra Maria e Stella che le ha rubato i bozzetti. Inizialmente, Maria si toglieva un tacco dalla scarpa e glielo conficcava nel collo. Abbiamo deciso poi di trasformare Stella in un’arma di ricatto.
Nessun problema con la scena di nudo di Stella?
MC: Inizialmente, la protagonista di quella scena era Rosa Diletta Rossi. Poi, nel confronto con il produttore e il regista, abbiamo ritenuto inopportuno ritrarre Maria come una persona pronta a usare il corpo come arma di ricatto. È una linea che non volevamo varcare, perché non coerente con il personaggio.
La scena più delicata?
MC: Quando Maria dice: “Probabilmente questo figlio non dovrebbe proprio nascere”. Ho ricevuto lamentele anche da mia madre (ride, ndr). Una frase scomoda che rischiava di non fare più empatizzare gli spettatori con la protagonista, ma in realtà Maria prende coscienza di vivere in un ambiente corrotto e sa che mettere al mondo un erede, significherebbe incastrarlo in quel labirinto da cui non sarebbe più uscito. Alla fine decide di tenere il bambino e di affidarlo alla sorella che, almeno all’apparenza, è la persona più pulita.
Maria Corleone erede di Rosy Abate
Quando si parla di mafia, scatta d’ufficio l’accusa di rendere glamour, affascinante la criminalità. Di recente Gabriele Salvatores ha dichiarato che l’arte deve essere libera da etica e morale. Voi cosa ne pensate?
PV: Credo che abbia ragione. L’arte deve essere libera, non deve avere bavaglio. Penso anche che gli strumenti vadano usati in maniera intelligente. Noi non dobbiamo interpretare la storia, però possiamo mostrarla, poi uno decide da che parte stare. Certo, se vieni affascinato da un mafioso, vuol dire che c’è qualcosa che non va nel Paese, nell’educazione che deve passare da generazione in generazione.
Credo che sia anche una sfida ardua per voi riuscire a fare empatizzare gli spettatori con il cattivo.
MC: Per me la protagonista è come una leonessa, animale protettivo, spietato e cacciatore. Se le strappano un figlio o è in cerca di una nuova zona da battere, è costretta ad attraversare la savana e nella savana incontra qualcuno più cattivo di lei. Così, il pubblico si schiera dalla parte della protagonista nonostante sia un personaggio non da emulare o esaltare. Ad esempio, il primo atto violento di Maria, a 8 anni, è per difendere la sorella da uno stupro. Nella vita reale, ci si dovrebbe rivolgere alla polizia, ma in questo gioco tra antieroi è concesso.
E poi nelle fiction ideate da voi non c’è mai una beatificazione del cattivo, ma mostrate il prezzo che paga per le sue scelte.
MC: Certo, quella di Maria è una discesa agli inferi. Ha perso il fratello gemello, è stata costretta ad abbandonare suo figlio, ha perso l’uomo che amava, poi la madre, ha un fratello dipendente dalle droghe che tradisce la famiglia, il padre non la stima. Maria è un personaggio apparentemente irrecuperabile.
Mentre andava in onda Maria Corleone, su X saliva in tendenza anche l'hashtag Rosy Abate. Il fatto che gli spettatori siano ancora così legati a questo personaggio creato da voi, vi lusinga o vorreste dirgli: “Basta, fatevene una ragione, superatela”.
PV: “Basta, fatevene una ragione”, lo dice Giulia Michelini (ride, ndr). Era stanca di questo ruolo. Ha voluto tagliare i ponti con questo personaggio. Ma la capisco, ogni attore è curioso di interpretare storie nuove. La conosco da tanti anni, le voglio molto bene, è cresciuta con noi, conosce la mia famiglia. Mi auguro che faccia tante belle cose, perché è un’attrice straordinaria.
MC: Sono attentissimo a commenti, analisi tecniche, quindi ho notato Rosy Abate in tendenza. Ho anche scritto a Giulia Michelini: “Siamo in tendenza con Rosy Abate anche se non ci sei”. Lei è stata contenta, perché comunque fa parte della famiglia. Mi piacerebbe fare un crossover Rosy Abate contro Maria Corleone. L'unico problema sarebbe che Vittorio Magazzù è sia il figlio di Rosy Abate che il fratello di Maria Corleone. Poi, vorrei sviluppare Le Origini del Male, raccontando l’adolescenza di Rosy Abate, da dove è iniziato tutto. Anche un bel ritorno dei Calcaterra non sarebbe male. Magari un film solo.
E cosa mi dite della serie Il Patriarca? Prima è stata annunciata la seconda stagione, poi la cancellazione e, infine, la serie con Claudio Amendola è stata riconfermata.
MC: Ci sono stati un po’ di dubbi, ma l’importante è che alla fine si faccia. Abbiamo finito di scrivere la seconda stagione. Con Claudio Amendola c’è un confronto continuo sulle sceneggiature. Posso anticipare che ci sarà un nuovo nemico per Nemo Bandera che viene dal passato, ci sarà una grande sfida. Con i numeri che la serie ha fatto, sarebbe stato un delitto non fare la seconda stagione.