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Mare Fuori 5, Elisa Tonelli: “Come Sonia ero insicura ed emarginata, lo sport mi ha aiutata. Con Marta un legame tossico”

Intervista a Elisa Tonelli, la giovane attrice che interpreta Sonia in Mare Fuori 5. La sua storia personale si intreccia, in alcuni punti, con quella del suo personaggio, come racconta parlando del rapporto con Marta e della certezza di voler continuare a recitare.
A cura di Ilaria Costabile
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Elisa Tonelli è la giovane attrice che interpreta Sonia in Mare Fuori 5. Un personaggio che si fa strada, in silenzio, ma che nasconde una storia intensa e quanto mai attuale. Una ragazza che pur di essere accettata da chi reputa sia meglio di lei, entra nel circolo vizioso della droga, per poi venirne fuori grazie all'aiuto di una mano amica. Ma, anche questa amicizia, rivelerà delle insidie. Del rapporto con Marta e la sua interprete Rebecca Mogavero, delle difficoltà incontrate da ragazzina, del desiderio di recitare nascosto per molto tempo ce ne parla in questa chiacchierata e, infine, racconta: "Sono certa di voler fare l'attrice, sono riuscita ad aprirmi, ma la timidezza c'è ancora". 

La prima volta che ti sei rivista in tv cosa hai pensato?

È stato particolare. Sono ipercritica, soprattutto con me stessa, ho rivisto spesso le mie parti e mi dicevo che avrei potuto fare meglio qualcosa, di altre cose ero soddisfatta. Però penso sia stata una cosa utile rivedersi, anche per migliorarsi.

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Com'è stata la prima volta sul set?

Era il mio primo set in assoluto, è stato un bell'impatto arrivare su un set così grande e importante. Non sapevo minimamente cosa aspettarmi.

Sei arrivata nella quinta stagione di Mare Fuori, con un cast ben consolidato, come ti sei approcciata a questa sfida?

All'inizio sembrava spaventoso, sentivo un forte senso si responsabilità, sia verso il pubblico, che gli attori, la troupe, il set. Sono stati molto accoglienti, si è subito creato un bel legame, anche gli attori più esperti hanno cercato di venirmi incontro, tranquillizzandomi, quando percepivano che c'era qualcosa che non andava.

Parliamo di Sonia. Nei flashback che raccontano la sua storia, si vede una ragazza timida, che vorrebbe entrare in contatto con un mondo che sembra non appartenerle. Da cosa nasce la sua insicurezza?

La sua insicurezza parte dal suo aspetto fisico, capita spesso durante l'adolescenza di non vedersi bella e desiderata come le altre, magari ancora deve scoprirsi interiormente ed esteriormente, mentre le altre si sentono a loro agio. Cerca il contatto con loro perché pensa che imitandole, potrà diventare come loro.

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Hai 22 anni, un'età non distante da quella del tuo personaggio, sei riuscita a comprendere più facilmente le sue sofferenze?

A tratti sì, perché essendo una persona timida, soprattutto da ragazzina sono sempre stata abbastanza emarginata, faticavo a farmi spazio nei gruppi più grandi. L'emarginazione l'ho subita anche io, conoscevo quelle sensazioni.

Cosa hai superato quei momenti?

Per molto tempo mi sono rifugiata in altre cose, come nello sport. Ho fatto agonismo per tanto tempo, era la mia valvola di sfogo, sentivo che quando mi allenavo ero me stessa, anche nell'ambiente sportivo trovavo persone più simili a me.

Una similitudine con il tuo personaggio, che si avvicina alla boxe grazie a Marta.

Esatto. Conoscendo Marta riesce a trovare un modo per andare avanti, pur facendo cose poco oneste. In Marta vede un faro anche, le ha insegnato la boxe, l'ha tirata fuori dalla situazione in cui era, è per questo che quando vede qualcuno in difficoltà come Dobermann, vorrebbe essere la persona che è stata Marta per lei.

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Su cosa avete lavorato con Rebecca Mogavero per creare quella sintonia che si vede nelle vostre scene?

Dall'ultimo provino che abbiamo fatto insieme, ci siamo conosciute e ci siamo trovate molto bene insieme. Quando abbiamo saputo che saremmo state noi le protagoniste, ci siamo allenate insieme con la boxe, era la prima volta per entrambe. Abbiamo avuto la fortuna di abitare insieme nella stessa casa a Napoli, è così che si è consolidato il nostro rapporto.

Parlavi di provino, ecco, come è arrivato quello di Mare Fuori?

Mi sono approcciata alla recitazione da poco, anche se avevo questo desiderio da molto, anche se l'ho negato a me stessa e agli altri per molto tempo, l'ho messo in un cassetto e l'ho chiuso, ho provato a non pensarci. Poi, però, quel pensiero c'era sempre, un giorno uscendo dal cinema mi sono detta che avrei voluto provare, quindi mi sono iscritta ad un corso amatoriale. Sentivo spesso parlare dei provini come di una cosa traumatica, piuttosto lunga e quando ho trovato questo provino per Mare Fuori, senza agenzie né niente, ho provato, senza alcuna aspettativa, anche perché non seguivo la serie, ma conoscevo il fenomeno.

Evidentemente il tuo provino è andato meglio di quanto ti aspettassi. 

(Ride ndr.) Sono andata sicura che non mi prendessero, un po' intimorita, sapevo che c'erano persone molto più esperte di me. Mi hanno richiamata, sono a Roma dal regista, Ludovico, ma non ero sicura di quello che stava accadendo. Quando mi hanno chiamata a Napoli, dove ho conosciuto alcuni componenti del cast, tra cui Rebecca, ancora non ero convinta del fatto che la parte sarebbe stata mia. Poi, invece, sono rimasta senza parole.

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Cos'è del tuo personaggio che ti piace di più?

La sua sensibilità. Tenta sempre di nasconderla ponendosi alle persone con distacco e a volte aggressività, ma ha un animo buono, sensibile, ed è un aspetto che mi piace molto.

Come vediamo nei flashback, Sonia fa uso di droghe. Lo fa per anestetizzare il suo dolore o anche per altro?

Oltre ad essere un anestetico, era l'unico tassello che poteva legarla a quelle ragazze che ammirava e stimava. Faceva utilizzo di droghe solo per entrare in connessione con loro.

In queste settimane dalla messa in onda su RaiPlay, è capitato che qualcuno si riconoscesse nella storia di Sonia e ti scrivesse?

Mi hanno scritto non tanto per l'utilizzo delle droghe che fa Sonia, quanto per l'amicizia un po' tossica con Marta, per la manipolazione. Alcuni mi hanno detto di aver vissuto quelle dinamiche, di essersi resi conto di aver vissuto un'amicizia di quel tipo e per fortuna ne sono uscite, mi hanno fatto capire che è stato importante parlare di un argomento come questo, su cui non sempre ci si sofferma.

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Hai avuto un'amicizia simile?

Mi è capitata alle medie-superiori, la situazione non era così grave, ma ripensandoci penso di essere stata succube di un'amica, mi distoglieva dal mio obiettivo primario che in quel momento era lo stop, per fortuna mi sono resa conto subito nella cosa, senza indugiare troppo in questa amicizia che non mi faceva bene e mi faceva diventare una persona che non mi rappresentava.

Come si fa, secondo te, a venirne fuori?

Rendersene conto significa tanto, ma trovare persone con cui realmente si è se stessi, e realmente si può avere un rapporto sano in cui nessuno predomina sull'altro, in cui non devi cambiare te stessa, in cui non ci sono regole. Per ogni persona esiste una o delle persone con cui ci si trova bene. Bisogna allargare i propri orizzonti, fare esperienze nuove che ti consentano di conoscere nuove persone, così si comprende che c'è dell'altro e non solo quello che conosci.

Hai detto di aver nascosto per lungo tempo il desiderio di diventare attrice, dopo questa esperienza sei convinta di questa strada?

Sì, per il momento sono super convinta, mi piacerebbe fare tantissime esperienze, la voglia è aumentata.

Cos'è che inizialmente ti ha frenata?

Il giudizio degli altri, ma anche il mio, essendo una persona timida e introversa mi bloccava il fatto che qualcuno potesse dirmi che non ero adatta. Ascoltando persone più esperte, attori affermati, ho capito che anche chi è timido può avere una chance e la recitazione può diventare un modo per venir fuori dalla timidezza.

Anche per te è stato così?

Sì, soprattutto in scena perché devi darti completamente, ma senza giudicarti. Io mi sono sempre giudicata tanto, ma sono riuscita ad aprirmi. L'ho dovuto fare anche nella vita perché il mondo dello spettacolo ti porta a conoscere nuove persone, a dover comunicare, quindi inizi ad uscire dal tuo guscio, pur mantenendo quella timidezza di fondo.

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