Mare Fuori 4, Domenico Cuomo: “Ho pianto tanto per Cardiotrap. Crazy J? Può succedere di tutto”
Domenico Cuomo, 19 anni originario di Gragnano, è l'attore che interpreta Gianni Cardiotrap nella serie televisiva di successo, Mare Fuori. Finisce in carcere dopo una rapina ai danni di una donna anziana che, dopo aver sorpreso lui e i suoi complici in casa, viene colpita da un malore e muore sul colpo. Per il senso di colpa il giovane si sdraia sulla donna tra le lacrime: così finisce in manette e nell'IPM di Napoli. Qui conosce e si innamora di Gemma, detenuta dopo aver sparato al fidanzato violento, ma nel corso della terza stagione mente sui suoi sentimenti affinché lei possa lasciare il carcere e ritrovare la libertà. Appassionato di musica, con il sogno di diventare un rapper, si ritrova vittima di uno spiacevole furto da parte di Crazy J. A Fanpage.it Domenico Cuomo ha raccontato di come ha ottenuto la parte e della musica che accompagna la sua carriera d'attore.
Mare Fuori è la rappresentazione di una realtà cruda e realistica che ha rapito letteralmente gli spettatori. Come stai vivendo questo enorme successo che ha ottenuto la serie?
Lo sto vivendo in maniera normale, cerco di non cambiare le mie abitudini. Leggo il più possibile, passo più tempo con i miei animali. Passo più tempo a casa. Discoteche o feste non ci sono più come una volta. Vivo tutto con grande gioia, sono grato per tutto quello che sta succedendo.
Antonio Orefice ha rivelato in un'intervista che, quando vi siete presentati ai casting, tu dovevi interpretare il ruolo di Totò, lui quello di Cardiotrap. Poi cosa è successo?
Eravamo lì, era l’ultimo call back, l’incontro con il regista. C’eravamo io, Antonio Orefice e un altro ragazzo: tutti dovevamo portare sia Cardiotrap che Totò. Dovevamo fare gli stessi personaggi. Il destino volle che io fui scelto per Cardiotrap, lui per Totò. Io andai da Antonio, gli chiesi che personaggi doveva fare, mi disse “Non preoccuparti, vai lì, spacca, esci e vai a mare". Uscii e il giorno dopo ci chiamarono, e noi ci chiamammo per dircelo. Fu una cosa stupenda, in quel momento poteva dirmi altro, invece decise di caricarmi.
L’amore per Cardiotrap è dire addio alla persona della quale si è innamorato in carcere per lasciarla libera di vivere fuori le sbarre. Cos’è invece l’amore per Domenico?
Io vivo l’amore come se fosse una grande magia. Per me è magia pura, sono uno di quelli che corre il rischio di partire in quarta. Sono uno di quelli che si sacrifica al 100 % in amore, è un valore stupendo, come l’amicizia. O è 100 % o non esiste.
Cosa avresti fatto al posto di Cardiotrap?
Avrei fatto la stessa cosa, era l’unica cosa sana che poteva fare. Era arrivato ad un punto in cui doveva allontanarsi, farsi da parte per rendere il sentiero quanto più sano possibile e sicuro a Gemma. Ha fatto una bellissima cosa, quando l’ho letto ho pianto tanto, già prima di piangere, ho pianto tanto.
Il tuo personaggio sembra ispirato a Liberato, è un impressione o è a lui che vi siete ispirati?
Sono un fan di Liberato, ho ascoltato parecchie volte le sue canzoni per entrare nel mood della scena. Di Liberato non ho studiato nulla perché non si sa nulla, anche per un discorso di preparazione di personaggio non potevo prendere nessuna reference. Erano tutte voci, se c’è qualcosa di vero in Cardiotrap non è Liberato.
Recentemente hai duettato con Clementino. E’ stato il ruolo che hai interpretato ad avvicinarti alla musica o era già una tua passione?
Sono un grande appassionato di musica, è una costante sacra che c’è e ci sarà sempre. Io ho vinto il ruolo di Cardiotrap cantando Clementino, l’amore per il rap è una cosa stupenda. Essere lì con lui a cantare su quel palco mi ha fatto tanta paura ma mi ha regalato emozioni incredibili.
Speri di fare qualcosa in ambito musicale?
Sono un grande stimatore, ma è un arte a parte rispetto alla recitazione. Ho tanta paura. Sto cercando di diventare un attore, di correre su quel sentiero lì. La musica è un altro percorso, la mia strada è un’altra.
Cosa rispondi a chi sostiene che sulla città di Napoli si creino solo storie piene di luoghi comuni?
L’unica cosa che posso dire a queste persone è venite a Napoli, venite a mangiarvi una pizza. Chi parla così non ha mai visto Napoli. L’accoglienza napoletana, i napoletani, la nostra cultura, il nostro groove, è qualcosa di magico. Come l’amore.
Nella serie tv canti una canzone diventata famosa, Sangue Nero, un brano di denuncia contro la violenza. Cardiotrap racconta il dolore di chi è vittima, Domenico ha conosciuto il dolore prima di doverlo interpretare?
Per fortuna no. Ho dovuto chiamare e sentire persone che hanno vissuto questi dolori. Non potevo permettermi di abbracciare una responsabilità così grande non avendo mai visto e conosciuto una persona che ha fatto davvero quelle cose, o che ha subito quelle cose. Dico sempre che una persona che ha subito un certo tipo di violenza dà una carezza in un modo diverso. Cambi, cambi in tutto, a livello di energia, di gesti, di sguardo. Sono persone che possono regalare davvero tanto.
Nella serie si parla di violenza sulle donne, un messaggio forte, un tema sociale importante.
Penso che la violenza sia violenza, non è giustificabile in nessun modo. Anche una parola può essere molto più violenta e tagliente di uno schiaffo. Chi fa violenza, il violento per eccellenza, è un insicuro, è una persona che non si accetta. Il recupero inizia dai violenti, bisogna prevenire, bisogna recuperare delle persone che già hanno dentro di loro questa roba.
Sul finale di stagione vediamo Cardiotrap vittima di un terribile furto da parte di Crazy J che si appropria della sua canzone. L’odio verso Crazy J potrebbe trasformarsi in interesse?
Chi lo sa, bisogna vedere la quarta stagione. Nella vita può succedere qualsiasi cosa, bisogna solo stare lì in ascolto e cercare di reagire. Parlo a Cardiotrap in questo momento, con più calma, ecco. Spero per lui che sia un po’ più felice.