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Marcello Mastroianni nel ricordo della figlia Chiara: “Malinconico, angosciato, consapevole delle sue fragilità”

Marcello Mastroianni rivive nelle parole della figlia Chiara Mastroianni. L’attrice, nel film Marcello mio, indossa baffi e parrucca e si cala nei panni di suo padre.
A cura di Daniela Seclì
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Chiara Mastroianni, nel film Marcello mio, indossa baffi e parrucca e interpreta il padre Marcello Mastroianni. Nel film anche la madre Catherine Deneuve e altri personaggi che hanno condiviso un pezzo di vita con la star del cinema. In un'intervista rilasciata a Marie-Laure Delorme per Oggi.it, Chiara Mastroianni ha raccontato suo padre.

Chiara Mastroianni è la figlia di Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve

Chiara Mastroianni è la figlia di Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve. I due attori hanno avuto una relazione che si è protratta dal 1971 al 1975. Chiara è nata nel 1972. Aveva poco più di due anni quando i suoi genitori si sono lasciati: "Li ho visti come coppia nei film, ma non nella vita reale". E ha continuato nel suo racconto del padre:

Mio padre Marcello è morto quand'ero giovane, e ci sono molte cose che non abbiamo potuto dirci. Lui odiava non lavorare. Recitare gli permetteva di fuggire da se stesso e dagli altri. Ne aveva bisogno. Quando non girava, si annoiava. Ogni volta che lo raggiungevo durante le vacanze scolastiche, pregavo che fosse in un periodo di riprese. Allora era più disponibile e simpatico che nella vita di tutti i giorni, quando si mostrava più malinconico e angosciato, consapevole delle sue fragilità.

Chiara interpreta il padre Marcello Mastroianni nel film Marcello mio

Chiara Mastroianni, nella trama del film Marcello Mio, decide di impersonare suo padre. L'attrice ha raccontato di avere fatto il possibile per non lasciarsi travolgere dalla commozione: "Ciò che mi lega profondamente a mio padre è rimasto al di qua. Ognuno dei personaggi usa l'autoironia. Ho preso il film come fosse un gioco per non lasciarmi travolgere dall'emozione. […] Sono già abbastanza drammatica nella vita da non esserlo al cinema. Volevo evitare di cadere nella nostalgia. Non sarebbe stato generoso usare il film come una psicoanalisi".

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