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Festival di Sanremo 2023

Mara Sattei: “Duemilaminuti è stato un lavoro di squadra, con Damiano qualcosa di magico”

Ai microfoni di Fanapge.it, Mara Sattei ha parlato del suo brano Duemilaminuti, con cui ha debuttato al Festival di Sanremo 2023. Un testo scritto da Damiano David dei Maneskin, con la collaborazione anche del fratello ThaSup. “É stato un lavoro di squadra”, ha detto l’artista in gara.
A cura di Elisabetta Murina
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Mara Sattei ha debuttato al Festival di Sanremo 2023 con Duemilaminuti. Il suo brano è il risutlato di un "lavoro di squadra": Damiano David dei Maneskin ha scritto il testo e il fratello Thasup (all'anagrafe Davide Mattei) si è occupato della parte della produzione. Ai microfoni di Fanpge.it, Sara Mattei – questo il vero nome dell'artista- ha parlato della canzone che ha portato sul palco dell'Ariston. Nel 2013 ha partecipato al talent di Amici e di recente ha collaborato con Tananai e Fedez, Carl Brave e Gazzelle.

Per te che sei abituata a scrivere, l'interpretazione è stata la parte più difficile?

Questa per me è stata la sfida principale. Essere interprete è una cosa nuova e diversa perché devi entrare nel mondo di chi ha scritto il brano. Damiano mi ha aiutata a capire come trasmettere determinate cose, è stato un lavoro di squadra. Sono molto contenta di dare voce a questo brano perché è un bellissimo viaggio.

Come è nato il rapporto con Damiano David e, anche a livello di suono, come ti ha proposto il brano?

La conoscenza con Damiano è nata in realtà da un messaggio su Instagram. Lui mi ha scritto che aveva un brano che voleva farmi ascoltare, quindi ci siamo visti in studio a Milano e da dubito abbiamo capito che c'era qualcosa di magico. É stato bellissimo perché quando ha messo play ho detto "wow", avevo davvero la pelle d'oca. Ci siamo subito messi al lavoro, abbiamo registrato insieme ed è stato veramente un lavoro di squadra. Mio fratello è subentrato nella parte di produzione per aggiungere le magie che solo lui sa fare (ride, ndr), quindi ci sono dei suoi cori e vocalizzi, che sono un pò gli easter egg di questa canzone. Anche la parte strumentale è molto rispettosa del brano in sé. Ognuno di noi ha dato il proprio contributo per renderlo speciale.

"E dimmi se c’è stato amore tra quelle parole, e poi dammi duemila minuti anzi duemila ore. Tu che senza volerlo mi hai insegnato a respirare, poi sei scappato ed hai rubato tutta la mia voce". Ci spieghi questo passaggio del tuo brano?

É la parte della presa di coscienza, in cui chiedi all'altra persona se davvero c'è stato amore quando diceva di amarti. Da un punto di vista femminile, è una richiesta di spiegazione riguardo a quello che è successo. Duemila minuti rappresenta un giorno e mezzo, mentre duemila ore sono tre mesi. Il concetto di "ricominciare a respirare" indica un nuovo capitolo e una nuova vita.

E questo si lega anche a quello che dici dopo: "Ogni volta mi dicevi che la colpa era la mia, non ti importava di distruggere i nostri momenti, lividi sopra il mio corpo erano solo i segni, che quel male che ti porti non andrà più via". Ti riferisci anche alla parte fisica quindi?

Si esatto, è la parte fisica che purtroppo esiste. É una tematica attuale che tante persone possono vivere e la mia voce dà voce alla parte femminile. I lvidi a volte sono anche ferite invisibili che si portano dentro, è molto toccante.

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