Manuele Velo, Tommaso in Mare Fuori 5: “Non sono il nuovo Chiattillo. Vi spiego l’ultima scena con Rosa Ricci”

Quello di Tommaso in Mare Fuori 5 è uno dei personaggi chiave per lo sviluppo della trama della quinta stagione. Figlio di un magistrato e segnato dalla perdita di suo fratello Eugenio, ucciso per errore in una stesa di camorra, aiuterà Rosa Ricci a scoprire un'importante verità sul suo passato e a farle acquisire una nuova consapevolezza di sé. A Fanpage, Manuele Velo, che gli presta il volto nella fiction Rai, racconta gli aspetti in cui se ne rivede simile: "Anche io subisco il peso delle aspettative della mia famiglia. Mi spinsero a fare il Liceo Scientifico, ma lo lasciai perché uccideva la mia creatività". Rifiuta i paragoni con Nicolas Maupas, il Chiattillo: "Hanno due storie completamente differenti, condividono il solo fatto di venire da famiglie benestanti". E alla domanda se sia morto nell'ultima scena nell'episodio 12, risponde ridendo: "Chissà".
Com'è iniziata la tua avventura in Mare Fuori?
Un po' per caso. All'inizio, feci il provino per il personaggio di Simone, ma mi fermarono subito. Il regista Ludovico Di Martino mi diede i copioni di Tommaso e mi richiamarono due giorni dopo per fare una prova insieme a Maria Esposito. Io mi commossi mentre recitavo e lei insieme a me, credo sia stato quello a far prendere la decisione di dare a me la parte.

Il personaggio di Tommaso è profondamente segnato dalla morte di suo fratello Eugenio, come hai lavorato per portare in scena quel tipo di sofferenza?
Mi sono dannato, tutto il giorno e tutti i giorni, proprio perché dovevo entrare nell'immenso dolore che prova questo personaggio. Mi sono chiuso in me stesso, come fa spesso Tommaso, e mi sono caricato di quelle sensazioni per poi provare a portarle sul set.
Tommaso possiede un oggetto che per lui è carico di significato, una sorta di amuleto, che è la collana di suo fratello. Hai mai posseduto un oggetto simile?
Ho una collana che mi è stata regalata da mia madre a cui tengo molto e anche un altro oggetto, che è un tassello del gioco Jenga, con il numero 19. Me lo sono ritrovato in mano il giorno in cui ho compiuto 19 anni. È il mio portafortuna, mi ricorda che questo deve essere il mio anno.

Quella in Mare Fuori è stata la tua prima esperienza nella recitazione?
Quando ero piccolo, ho fatto teatro tramite alcuni progetti scolastici. A 13 anni sono stato chiamato per i provini di L'amica geniale, venni preso ma poi rimandarono la serie di due anni a causa del Covid e quindi non se ne fece più nulla. Andai fuori ruolo e da quel momento non ho fatto più provini per sei anni, fin quando mia madre non ha insistito per Mare Fuori.
Fu una una delusione, per te?
Sì, fu una delusione grande, anche perché avevo solo 13 anni e da lì a poco avrei dovuto scegliere il liceo. Era un momento molto particolare della mia vita, alla fine, spinto dalla mia famiglia, scelsi lo Scientifico come mio fratello, ma dopo due anni lo lasciai perché spegneva la mia creatività.
Tommaso è figlio di un magistrato e questo apre al tema del peso delle aspettative dei genitori, spesso troppo esigenti nei confronti dei ragazzi. Hai mai vissuto una situazione del genere?
Sì, assolutamente, tutt'oggi mi dicono che avrei dovuto fare l'università. Riconosco l'importanza dello studio e mi sto già impegnando per questo, ma la mia famiglia è "vecchio stampo" per certi aspetti e alcuni di loro credono che per riuscire nella vita bisogni seguire il percorso di studi standard. Ho vissuto queste pressioni, ancora oggi le vivo e ci lotto, mi prenderò questo riscatto, prima o poi.
Il tuo personaggio è stato definito "il nuovo Chiattillo", ma anche "il nuovo Carmine Di Salvo". Cosa pensi di questi paragoni?
Credo siano personaggi completamente differenti rispetto a quello di Tommaso. Con Filippo, condivide il fatto di provenire da una famiglia per bene e benestante, mentre con Carmine il legame che si crea con Rosa Ricci. Ad ogni modo, credo abbiano storie molto differenti e non li metterei a paragone.

Alcuni spettatori lamentano l'addio al cast dei volti storici, secondo te era giusto lasciare il posto a nuove storie?
Inizialmente, questa è una cosa che mi ha messo paura, perché credevo ci avrebbero odiato. Leggevo nei commenti certe cose assurde, tipo: ‘Chi sono questi scappati di casa?', ‘La gang del bosco', le ho lette di ogni. Però, alla fine, per fortuna ho visto un riscontro positivo. Sapevo che la nuova stagione sarebbe piaciuta perché era stato fatto un ottimo lavoro sulla costruzione dei nuovi personaggi.
Le simpatie o le antipatie che si creano tra voi colleghi sul set si ripercuotono sulla scena, secondo te, o riuscite a estraniarvi da questo tipo di dinamiche?
A volte può succedere. Per esempio, c'è una scena inedita in cui Giuseppe Pirozzi (Micciarella nella serie, ndr) mi dà uno schiaffo. Mi colpì davvero e in quell'occasione rimasti stranito dalla cosa, visto che fino a qualche minuto prima ci stavamo abbracciando. Non me lo aspettavo. Poi, però, ho capito che cose del genere possono succedere quando si recita.

Nell'episodio 7 di Mare Fuori 5, Tommaso dice a Rosa: "Quelli come te, la vita la disprezzano perché siete camorristi. Non meritate di vivere, meritate di morire". Come ti poni rispetto a questo pensiero?
Credo che nessuno nasca cattivo, che i ragazzi che prendono una cattiva strada lo fanno perché sono stati indirizzati da altre persone. Napoli, comunque, non è questo, ne sono convinto. Lo stereotipo della città popolata solo da camorristi è assolutamente sbagliato, è una delle città più belle che esistano.
La scena di Tommaso che ti ha più colpito in assoluto?
Quella della morte di Eugenio. Ero completamente nel panico perché non sapevo se sarei stato in grado di girarla. Per aiutarmi, ho immaginato che lì a terra, in una pozza di sangue, ci fosse mio fratello di 12 anni. Alla fine sono contento del risultato, credo che dalle espressioni del mio viso si capisca quanto impegno ci ho messo.
Come leggi, invece, l'ultimissima scena insieme a Maria Esposito?
Tommaso, dopo aver scoperto che Ciro ha ordinato la stesa nella quale è morto Eugenio, rimane spiazzato e non sa più che fare. Cerca vendetta, ma alla fine salva Rosa prendendosi un proiettile al suo posto. Lo fa perché sa che è l'unico modo per perdonarsi, visto che in quello stesso posto, anni prima, era morto suo fratello. Facendo così, si prende il proiettile che avrebbe voluto prendersi per lui.
Però non è detto che sia morto.
(Ride, ndr) Chissà.