Maestro Mazza: “Stavo morendo, mi ha salvato mia figlia. A 80 anni mi manca il lavoro, doloroso quando la vita rallenta”
Il Maestro Gianni Mazza ha impreziosito con il suo talento alcuni dei programmi più amati della televisione italiana, da Quelli della notte e Indietro tutta! con Renzo Arbore a Scommettiamo Che… con Fabrizio Frizzi e Milly Carlucci. Oggi è alla soglia degli 80 anni, che festeggerà il 5 ottobre, e la musica è ancora una parte fondamentale della sua vita. In un'intervista rilasciata a Fanpage.it, Gianni Mazza ha ripercorso i tanti successi della sua lunga carriera, gli amori, le passioni e gli incontri con i mostri sacri del piccolo schermo. Poi, ha raccontato la sua vita oggi:
La mia è stata una vita intensa, ma questa parte non lo è. Questo mi addolora tantissimo. Mi manca il mio lavoro, ho tanta voglia di fare. Non credo che la tv mi abbia restituito per quanto ho dato. Ho ricevuto di più dalle persone. Oggi ho una compagna, ma vivo da solo. Sono contro la convivenza. La musica continua ad avere un ruolo fondamentale nella mia vita.
Il Maestro Gianni Mazza oggi, la sua vita alla soglia degli 80 anni
Il 5 ottobre festeggerà gli 80 anni. È un traguardo importante.
Se lo dice lei (ride, ndr).
Diciamo che è sempre meglio arrivarci.
Certo, certo, ci mancherebbe.
Che bilancio traccia?
È stata una vita molto intensa, ma questa parte non lo è. Questo mi addolora, ma davvero mi addolora tantissimo. Sto vedendo tutte le cose in negativo in questo periodo.
Credo siano fasi.
Saranno pure fasi, ma avendo questa età che ha detto lei, che è ragguardevolissima…Va be', almeno sono in salute. Sono molto contento di questo, è fondamentale. Tutti mi dicono: "Sei sempre uguale". E io rispondo: "Sì, ero vecchio già allora". E poi ho una figlia splendida e una nipote splendidissima. Insomma ho tutto, ma mi manca il lavoro.
Probabilmente quando si ha una vita intensa come la sua, poi è difficile rallentare.
È doloroso. Soprattutto avendo tanta voglia di fare, tanta conoscenza, tante potenzialità. Mi dispiace ma è così. È difficile dare lavoro a uno che ha 80 anni.
Guardandosi alle spalle, quale è stato il periodo più felice per lei?
Da giovane, fino ai 30 – 35 anni. Ero in sala d'incisione e facevo dischi in continuazione. Nella seconda parte della mia vita, ho iniziato a lavorare in televisione. Mi è dispiaciuto smettere di incidere dischi, perché era la cosa che mi piaceva di più. Mi permetteva di sperimentare, invece in televisione devi andare avanti con le cose che vogliono gli altri. È un guaio.
Immagino sia stato un momento felice anche quando è nata sua figlia Simona.
Ma certamente, pensi che mentre la mia prima moglie Mirella stava partorendo, io ero in sala d'aspetto e scrivevo gli arrangiamenti. Lavoravo già moltissimo.
Che padre è con Simona?
Non sono stato un padre splendido, ma neanche malaccio. Bisognerebbe domandarlo a lei.
È riuscito a essere presente nonostante l’intensa vita da musicista?
Questo sì. Non l'ho viziata, questo è un pregio, però ci siamo divertiti molto. Simona è stata sempre mia complice. Mi copre anche in situazioni imbarazzanti. È dalla mia parte ed è bellissimo. Pochi sanno che Simona mi ha anche salvato la vita.
Le va di parlarmene?
Sì, mi ha salvato la vita perché avevo il Covid. Non volevo ammetterlo ma stavo malissimo. Ormai ero proprio arrivato. Non mi rendevo neanche conto di stare male, ero completamente andato. E lei è arrivata a casa come un fulmine. Le racconto come lo ha scoperto.
Prego.
Ero in collegamento con Serena Bortone per un'intervista e parlavo in maniera assolutamente rallentata. Poi, avevo un ritorno in cuffia che ripeteva quello che dicevo ma in ritardo e ciò contribuiva a rendermi ancora più rimbambito. La mia ex moglie Mirella mi ha visto e ha avvisato mia figlia: "Vai a vedere cos'ha papà, perché sta male". Simona è arrivata direttamente col dottore e mi hanno subito ricoverato. Ero proprio a pezzi. Mi sono ammalato prima di riuscire a fare il vaccino.
Quindi all'inizio della pandemia.
I primi tempi, sì. Avevo la prenotazione per il vaccino, ma non ho fatto in tempo a farlo. Per fortuna me la sono cavata. Forse perché ho un fisico abbastanza integro e ho reagito bene alle cure. Sa, hanno sperimentato su di me alcune cure che poi hanno funzionato anche per gli altri. Tra le altre cose, avevo la polmonite bilaterale, il medico mi disse: "Potremmo fare questa cura che è ancora in via sperimentale, lei è d'accordo?". Certo che ero d'accordo. È andata bene.
Nella sua vita oggi, la musica ha ancora un ruolo importante?
Fondamentale. Non riesco a non fare musica. Ho un gruppo di undici musicisti e sto scrivendo gli arrangiamenti perché in estate faremo le serate. Il gruppo è la mia espressione. Mi piace, mi diverto. Poi quello che succede, succede. Non si finisce mai di fare musica.
C'è spazio anche per altro nelle sue giornate?
Sono abbastanza assorbito da questo, perché quando ho in mente un motivo, un'idea di suono, un intreccio, un libro o una partitura che devo studiare, non mi esce dalla testa finché non ho dipanato e capito tutto.
Gli amori del Maestro Mazza: Anna Melato, le due ex mogli e la nuova compagna
Spesso una carriera ricca di successi si contrappone a una vita sentimentale sottotono. Tuttavia, lei ha dichiarato di essere stato sempre fidanzato.
(Ride, ndr). Ho avuto varie vicissitudini. Sembravano tutte belle al momento, poi magari si sono rivelate diverse. Tutto finisce.
Oltre alla sua ex moglie Mirella – madre di sua figlia – vengono associate a lei due relazioni: quella con Anna Melato, sorella di Mariangela e quella con Paola Lucidi.
Sì, da Mirella ho avuto Simona. Abbiamo divorziato, ma sono molto legato a lei, siamo come fratelli. Poi è arrivata Anna Melato. Cantava, ci siamo incontrati lavorando, era molto brava, molto avanti rispetto ai tempi. Con lei è durata anni. Poi c'è stata Paola Lucidi, ventitré anni insieme tra convivenza e matrimonio. Con Paola mi sono molto divertito, perché è una persona fantastica. Abbiamo viaggiato, siamo andati in barca, tutte cose belle che adesso non ho più. Purtroppo è finita.
Ora è innamorato?
Sì, ho una compagna, ma vivo da solo. Basta, sono contro la convivenza. Devo stare da solo. Oggi ho cucinato, ho lavato i piatti, sono bravino a gestire la casa (ride, ndr).
Lei ha dichiarato: “A me non piace niente di quello che faccio, non mi piace niente di me, preferisco non riguardarmi in tv”. Come mai è così severo con se stesso?
Sono ipercritico. Non mi piaccio mai. Non mi piace quello che faccio, potrei dare molto di più. Non sono mai contento, ma è bello essere così. Sentirsi arrivati è la cosa più deleteria. Se ti senti arrivato sei uno stupido. Non mi piaccio neanche fisicamente, vorrei essere più bello (ride, ndr).
Ma lei ha dichiarato che ai tempi di Indietro tutta andava via come il pane, usciva con una ragazza diversa ogni sera.
Sì, ma mica è detto che poi succedesse qualcosa. Uscivamo insieme perché eravamo amici. Ma mi invidiavano moltissimo tutti i miei colleghi. Erano convinti che succedesse chissà cosa…non succedeva niente.
La carriera di Gianni Mazza: da Little Tony ai programmi con Renzo Arbore
Come vorrebbe essere ricordato dai posteri?
Come uno simpatico. L'altro giorno, mentre ero al supermercato, un uomo più giovane di me, ha superato tutte le signore che erano in fila alla cassa, mi è venuto vicino e mi ha detto: "Ma lei è il Maestro Mazza? Ma che bello, non sa quanto ci ha fatto divertire con le sue serate, sono molto contento di averla vista". Me lo dicono spesso. Mi fa piacere.
Come vive l'idea che questo viaggio prima o poi debba finire.
Senza troppi drammi. Cercherò di farmi trovare pronto senza lasciare danni in giro. Non voglio che vadano a rompere le scatole a mia figlia per debiti e cose del genere. Uno se ne può andare felicemente, non ho il terrore di questo evento, però ovviamente non mi piace.
Torniamo a parlare di vita. Quando ha capito che la musica sarebbe stata la sua strada?
Subito, sin da ragazzo. La mia famiglia mi ha sostenuto, soprattutto mia nonna, che è colei che mi ha iniziato a questa disciplina. Ricordo l'emozione di sentire una delle prime canzoni da me composte, musica e parole, intonata da un cantante. La Rai censurò quella canzone perché il titolo era "La domenica la devi dare a me". Hanno pensato subito male e invece io intendevo "devi stare con me". Cattivi. Ho lottato sempre contro i benpensanti.
Tra gli incontri chiave della sua carriera, c’è stato quello del 1966 con Little Tony.
Quando lo conobbi, mi misi al pianoforte e gli feci ascoltare una mia canzone. Mi disse: "La canzone è bella, ma non ho tempo. Non la faccio. Però mi piace come suoni il piano, vieni a suonare con me". E così ho iniziato a suonare con lui come tastierista. Aveva appena fatto "Riderà", Little Tony era il massimo a cui si potesse ambire.
Poi ha lavorato con Renzo Arbore con cui siete stati anche cognati per un po’.
Renzo era fidanzato con Mariangela Melato, sorella di Anna. Siamo stati quasi cognati, ma senza pensarci. Non ce ne fregava niente. Stranamente abbiamo iniziato a lavorare insieme quando non eravamo più cognati.
È vero che il primo a chiamarla Maestro Mazza fu lui.
Sì. Un sistema che poi è diventato comune. Adesso cambia il cognome, ma chiamano tutti Maestro.
Siete partiti da Telepatria International, poi Cari amici vicini e lontani, Quelli della notte e Indietro tutta. Quando ha capito che i vostri programmi stavano riscuotendo grande successo?
Dopo la prima settimana di Quelli della Notte e sa da cosa l'ho capito? Abbiamo cominciato a vedere la gente che ci aspettava fuori da via Teulada. Era una cosa fantastica, ci dissero che non succedeva dai tempi di Lascia o raddoppia.
Con quale sentimento ora ripensa a quei tempi?
Con gratitudine, molta. Nostalgia no. La cosa strana è che mentre fai le cose, non ti rendi conto che stai partecipando a un programma che diventerà storico. È accaduto sia con Quelli della notte che con Indietro tutta.
Ha mai rischiato di perdere la testa per via della notorietà?
No quello no, mai. Come le dicevo, sono completamente, continuamente scontento di me, per cui non mi piacevo né allora né adesso. Non c'è questo rischio, non c'è mai stato.
Il Maestro Mazza commenta l'addio di Amadeus alla Rai
Ha lavorato a lungo anche con Amadeus, che in questi giorni ha annunciato l'addio alla Rai. Passerà al Nove dove curerà nuovi progetti. Cosa ne pensa di questa svolta?
Le racconto un aneddoto. Ricordo che Renzo Arbore, ai tempi di Indietro tutta, decise di smettere anzitempo la messa in onda perché eravamo arrivati al culmine del gradimento: "Da adesso in poi, può solo scendere". Quindi prese questa decisione saggia ma che ci mise tutti in crisi perché facevamo affidamento sul futuro lavoro. Ha avuto ragione, infatti il programma è entrato nella storia, non ha avuto un decadimento.
Vede un parallelismo con Amadeus?
Sì, certo. Amadeus avrà pensato: "Abbiamo fatto il massimo, più di questo non si può fare. Perché fare un altro Sanremo? Si può solo peggiorare e allora non vale la pena". Ora non resta che vedere cosa succede.
Avete mantenuto un rapporto personale?
Da quando ha fatto Sanremo, non sono più riuscito a sentirlo. Questo è un dispiacere. Gli ho anche scritto, ma non mi ha risposto, però capisco che sia troppo preso ovviamente.
Nel corso della sua carriera, ha lavorato anche con Roberto Benigni. Come è stato?
Lavorare con Benigni in sala è stata un'avventura. A un cavallo metti le briglie, a Benigni non ci riesci. Lui è così. Però alla fine ce l'abbiamo fatta a tirare fuori dischi belli, poetici, molto intimi.
Ha affiancato un mostro sacro della tv, Corrado.
L'ho conosciuto in sala di incisione, faceva un pezzo chiamato Carletto, che sarebbe diventato la sigla di Fantastico. L'anno dopo passò a Mediaset e mi offrì di fare con lui il programma "Ciao gente!", in onda tutti i giovedì su Canale5. Corrado lavorava con il Maestro Pregadio – bravissimo, un grande uomo – che però era interno Rai e non poteva seguirlo a Mediaset. E quindi trovò me per sostituirlo, indegnamente. Ci siamo trovati benissimo, mai avuto problemi.
Il successo di Scommettiamo Che… e il ricordo di Fabrizio Frizzi
Con Fabrizio Frizzi si è occupato di un altro programma di grande successo: "Scommettiamo che…"
Fabrizio Frizzi era il volto limpido della tv. Una persona sincera, spontanea. Mi rimane un ricordo di grande dolcezza, di empatia. Una persona che non c'entrava nulla con il mondo in cui viviamo, era troppo buono, troppo di cuore. Si prodigava per fare del bene alle persone ma non lo diceva. Lo abbiamo scoperto solo dopo.
Nel 2006 è entrato nel cast di Buona Domenica, quindi c'era quando Claudio Lippi lasciò il programma accusando gli autori di fare una tv spazzatura.
Lippi è intelligente e sa benissimo come comportarsi, però alla fine il programma aveva preso una strada trash. Ora tutto è trash. Lippi ne ha sofferto in prima persona, non sapeva come comportarsi, cosa fare e per cui se n'è voluto andare, litigando. Purtroppo ci ha rimesso, gli è costato un silenzio di anni a Mediaset. Una scelta coraggiosa, onesta, queste cose a volte non pagano.
Dato che non si è fatto mancare niente, in un’occasione litigò con Katia Ricciarelli.
(Ride, ndr) Più che altro fu lei a prendersela con me. Ero a Milano, in un programma di cui non ricordo il nome, il tema era "L'inno di Mameli: è giusto o lo vogliamo cambiare?". Mi è stato chiesto di fare un arrangiamento, l'inno come fosse una canzonetta, metà cha cha cha, metà tango e così via…uccidendolo. C'è stato un collegamento con Katia Ricciarelli che si è imbufalita per quello che avevo fatto all'Inno di Mameli, ci è rimasta male e se l'è presa con me. Tutto passa, ma non era colpa mia, me lo avevano commissionato.
Lei ha composto tante sigle televisive, a quale è più legato?
La prima che mi viene in mente è Chissà se ce la fa, quella di Scommettiamo che…? Facile, immediata. Le altre non mi sono mai piaciute tanto, anche se le ho fatte io.
Ritiene che la tv le abbia restituito per quanto lei ha dato?
Non credo. Penso di avere avuto molto di più dalle persone, anche perché a un certo punto in televisione c'è stato un cambio generazionale pazzesco. Quindi oggi può capitare che non sappiano chi sia io.
Le piacerebbe tornare in tv?
Non c'è un programma dove mi vedrei. Sarebbe bello rifare Senza rete, una trasmissione che andava in onda dagli studi di Napoli, dirigeva Pino Calvi e c'erano tutti i cantanti del momento. Potrebbe funzionare anche se la musica è cambiata e l'orchestra spesso non è contemplata.
La vedrei bene a I fatti vostri con una rubrica dedicata alla musica.
Perché no? Bisognerebbe dirlo a Guardì. Con Michele c'è grande affetto e amicizia, ma sono un pessimo venditore di me stesso.
Si cimenterebbe in un reality?
No, non mi piacciono.
Ha scritto il libro Non mi ricordo una Mazza e ha dichiarato che ne scriverà un altro, un'opera postuma per dire tutto ciò che non ha detto finora: "Tanto a quel punto sarei morto: fatemi pure causa!”. Le va di togliersi subito qualche sassolino dalla scarpa?
Lo sto scrivendo ma non posso dire niente…se è postumo, deve essere postumo (ride, ndr). Del libro Non mi ricordo una Mazza, invece, posso dire che è anche divertente. Il titolo è la pura verità, infatti molti aneddoti non me li ricordavo, me li hanno suggeriti alcuni amici che erano presenti.
Su Giorgia Meloni ha dichiarato che le piace ma non l’ha votata per restare in pace con la sua coscienza. In che senso?
Non sono di quella parte politica, che devo fare? Io non mi fido. Però è in gamba, molto intelligente, sa porsi bene, parla benissimo. La trovo brava, è solo che purtroppo non mi trovo con lei. Non mi piace quando la sua voce diventa la stessa di quando era all'opposizione, stridente come una cornacchia.
Gianni Mazza: "La pensione è abbastanza deludente"
Lei ora è in pensione, spesso gli artisti rimarcano come dopo anni e anni di carriera, i lavoratori dello spettacolo si ritrovino con una pensione deludente. È un problema che ha sperimentato anche lei?
Sì, è vero che la pensione è abbastanza deludente. La mia non è tra le più belle. Poi non ero interno Rai, sono sempre stato un libero professionista, a chiamata ero presente. Avevo sicuramente dei cachet molto alti, però ciò che versi non va tutto nella tua pensione. Quindi ci ho rimesso. La pensione è poca.
È abituato a risparmiare?
No, no. Se proprio devo, lo faccio forzatamente. Per mia fortuna, non ho mai avuto necessità di risparmiare. Non serve accumulare, non mi frega niente. Però suppongo che tra un po' dovrò cominciare a farlo. Sa, io ho avuto una grandissima passione nella vita.
Quale?
Quella del mare. È stato bellissimo quando mi sono potuto permettere la prima barca a vela, poi ne ho presa un'altra e una terza, sempre a vela ma più grande. Poi una a motore, molto elegante, del 1970, completamente in legno, molto pesante e delicata. Bastava poco per andare a fondo, quindi andava controllato tutto. Le uscite in mare sono tra le cose che ricordo con grande piacere. Dico ricordo perché a un certo punto ho dovuto vendere le barche. Non riuscivo più a sopportarne le spese. La barca è peggio di un'amante, è una cosa pazzesca. Però ho degli amici che ce le hanno, che sanno che in barca ci so stare e quindi mi invitano. E io vado volentieri.