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Maccio Capatonda: “Sogno di girare un film horror. La vivo male quando mi dicono che sono un genio”

Maccio Capatonda, uno dei comici più prolifici della tv italiana, si racconta in un’intervista partendo dalla sua passione, ancora ardente, per i film horror. La comicità è arrivata più tardi, ma è stata l’ingrediente del suo successo, insieme alla capacità di destrutturare la realtà.
A cura di Ilaria Costabile
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Marcello Macchia, vero nome di Maccio Capatonda, è uno dei comici che in questi anni è riuscito maggiormente ad imprimersi nel panorama dello spettacolo italiano, creando un genere diverso di fare comicità spinto al surreale e alla destrutturazione di tutto ciò che ci circonda. Alcuni, infatti, lo hanno definito un genio: "Mi fa molto piacere ma lo vivo anche male. Adesso sono il primo ad avere grandi aspettative su me stesso". 

L'amore per i film horror

Uno dei comici più riconosciuti dello spettacolo italiano, si diceva, eppure la passione per le modalità in cui far ridere gli altri, non è stata immediata: "Non da subito: da bambino non ero votato alla comicità. Quando ero piccolo volevo fare prima l’attore poi il regista, in particolare di film horror. Ne ho anche girato qualcuno, appena mi hanno regalato la famosa telecamera: avevo nove anni". A quanto pare, da ragazzo Marcello Macchia si dilettava con tutt'altro rispetto a quello che poi è stato il campo in cui ha avuto successo:

Poco più che bambino: dai 14 ai 16 anni ho girato e montato tre mediometraggi horror, un thriller e anche alcuni sketch comici, ma la comicità la vedevo come un hobby. Cercavo, per necessità, di coinvolgere nei miei film amici, parenti, chiunque conoscessi, per farli recitare. Volevo fare il regista, ma vedere che tutte le persone che “scritturavo” se ne fregavano delle riprese mi aveva fatto venire una sorta di rifiuto.

Quando la comicità è diventata il suo registro stilistico

Quel rifiuto verso il mondo della regia, l'ha portato dopo l'università, a lavorare per un periodo in una casa di produzione, dove si divertiva a montare video per i colleghi che facevano sbellicare tutti:

Quei video che preparavo per gli amici nei tempi morti riscuotevano sempre un certo successo, così mi hanno proposto di farne qualcuno per questa tv. Mi ero inventato un personal trainer assurdo che parlava americano, Jim Massew. Lo vide la Gialappa’s e mi chiamarono per lavorare con loro

Da quel momento, quella chiamata, la sua vita è cambiata e anche la percezione di quello che avrebbe potuto fare con un talento come il suo, innato, per il quale è stato notato da nomi già affermati come la Gialappa's per cui ha sempre nutrito anche un timore reverenziale:

Ma quando, dopo qualche tempo, ho realizzato che la comicità poteva diventare un lavoro, è stato un momento catartico. Essere scelto dalla Gialappa’s mi ha responsabilizzato molto: forse senza la pressione di dover fare un video a settimana, non sarei andato in cerca di molte idee.  La chiave per me è stata l’esigenza di dover soddisfare delle persone che erano dei maestri per me. Se avessi iniziato da solo, come youtuber o influencer credo mi sarei posto in modo diverso. Avere un interlocutore che mi metteva soggezione mi ha spinto a fare di tutto per non deludere.

La televisione è il mezzo in cui si esprime, ma anche quello che lo fa divertire di più e che riesce a descrivere in maniera divertente e surreale: "È il mio pane, il mondo in cui sono cresciuto e che voglio destrutturare. Sono cresciuto negli anni ‘80, quelli del boom della tv berlusconiana e del cinema americano". Sebbene in molti lo abbiano definito un genio, qualcuno ha anche avuto da ridire sulla sua comicità: "Un uomo che mi aveva detto: non capisco perché ridano", critiche che lo hanno sollevato dal peso di essere un genio della comicità.

L'idea di uno spettacolo live

Dopo anni in video, però, gli si chiede se non desideri cimentarsi con qualcosa di diverso, come potrebbe essere uno spettacolo dal vivo: "Sono nato facendo video e ho sempre usato la telecamera: è il mio modo di controllare e essere protetto. Ora però sento la voglia di andare live: alla veneranda età di 46 anni sto iniziando a mettere in piedi questo progetto". Tra i suoi sketch più noti, emergono quelli con Herbert Ballerina, suo amico e compagno di viaggio per molto tempo:

Quella con lui si è rivelata una coppia particolarmente fertile sia per la resa in scena ma anche perché ci siamo messi a scrivere assieme. Poi io mi sono trasferito a Roma e lui è rimasto a Milano quindi stiamo lavorando assieme un po’ meno, ma è anche giusto che si affermi da solo. L’idea per lo spettacolo era anche di farlo assieme, comunque. Ci stiamo ragionando

Progetti futuri, magari, quello di girare un film di paura: "Sono abbastanza convinto che il mio prossimo film sarà un horror. Voglio esplorare questo mondo, vorrei provare a sperimentare questa cosa". E se l'horror non gli ha mai messo paura davvero, c'è altro che lo terrorizza:

Il dolore fisico mi fa molta paura. O la morte dei miei cari. La mia non tanto, sono abbastanza curioso di capire cosa succede poi. In generale la perdita di controllo mi spaventa sicuramente, anche se mi rendo conto che dagli imprevisti si impara.

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