Lucia Borgonzoni: “Biglietti al cinema a prezzo ridotto, ma il pubblico è tornato in sala grazie ai film”
Intervista a Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura, promotrice dell'iniziativa vincente Cinema Revolution. Dall’11 giugno al 21 settembre registrate 19 milioni di presenze per 128 milioni di euro di incassi. Il risultato migliore dal 1995, anno di inizio delle rilevazioni Cinetel. L'iniziativa tornerà nel 2024 con la stessa finestra estiva ed è stata prolungata nel 2023 con un'intensa attività di promozione e sostegno dei film. Su Fanpage.it, le considerazioni sul fenomeno nelle sale generato da Paola Cortellesi con C'è ancora domani, la nomination di Matteo Garrone agli Oscar e lo sviluppo di nuove riflessioni sul tax credit dopo le dichiarazioni del ministro Sangiuliano.
Qual è il piano d’azione nel 2024 per il potenziamento dell’industria audiovisiva italiana?
Anche per il 2024 è nostra intenzione occuparci trasversalmente del sistema cinematografico e dell’audiovisivo italiano con uno sguardo d’insieme che tenga conto delle caratteristiche e delle necessità rappresentate dai diversi settori che lo compongono. Continueremo dunque a lavorare nella direzione di un sempre maggiore sviluppo della filiera, interessandoci allo stesso tempo e con la medesima attenzione di questioni cruciali come ad esempio promozione all’estero dei nostri talenti e internazionalizzazione dei nostri prodotti, strumenti di investimento pubblico e ripartenza delle sale. Resteranno centrali ovviamente anche temi come sostegno alle imprese e formazione con l’obiettivo di crescere nuove generazioni di spettatori e di professionisti preparati ed appassionati.
Visto il successo nel 2023, ci sarà una campagna Cinema Revolution 2024 la prossima estate?
Sì, l’iniziativa Cinema Revolution – che ha dato risultati straordinari – tornerà anche la prossima estate e auspichiamo che nell’ambito della campagna i titoli italiani ricoprano sempre più la parte da protagonisti.
Si potrebbe immaginare anche una seconda finestra invernale?
Di fatto, l’iniziativa Cinema Revolution non si è limitata ad accompagnare le sale solo durante la scorsa estate. Se è vero infatti che uno degli elementi che l’hanno caratterizzata – ossia la riduzione del prezzo del biglietto al pubblico per la visione in sala di film italiani ed europei – ha riguardato un determinato periodo (16 giugno – 16 settembre), la campagna di comunicazione sui film in uscita nei cinema (altro pilastro del progetto) ha tuttora aperta una finestra per l’inverno.
Com'è articolata?
Un racconto che viaggia attraverso canali differenti. Pensando alla campagna in corso proprio in queste settimane, un prezioso contributo arriva ad esempio dai creatori di contenuti digitali, che hanno la possibilità di dialogare sui social con milioni di utenti (si stima che nel mese di gennaio saranno esattamente 17 milioni i contatti raggiunti dai creators coinvolti nella campagna). Spot video vengono poi trasmessi al cinema in oltre mille strutture per tremila schermi in tutta Italia, nonché su piattaforme di streaming o in televisione, in particolare nel corso di eventi o appuntamenti di grande richiamo per il pubblico (eventi sportivi o concerti dal vivo, ma non solo). E ovviamente spazio per la campagna anche in radio.
A cosa si punta?
Questo in un momento in cui si era reso necessario dare un “booster” alle sale. È nostro intento per il futuro disegnare misure più mirate a determinate categorie come ad esempio famiglie o giovani.
I dati della scorsa estate hanno dimostrato un rinnovato attaccamento del pubblico alle sale. Crede che il prezzo ridotto del biglietto sia stato l’unico incentivo?
Il prezzo ridotto del biglietto ha rappresentato la scorsa estate e rappresenta in generale certamente un elemento di richiamo per il pubblico, ma credo che non sia assolutamente l’unico su cui concentrare le energie. A mio avviso a fare la differenza è il prodotto proposto. Così come ritengo sia necessario continuare ad investire per rendere ancora più unica agli occhi dello spettatore l’esperienza di fruizione di un film in sala con sempre più film di generi diversi. Abbiamo infatti visto crollare alcuni falsi miti come quelli che aleggiavano sui film in bianco e nero o sui film di lunga durata nonché sulla stagione estiva, considerata “debole” quando invece non è così.
Il target di riferimento ha meno di 35 anni, i film più visti dell’estate Barbie e Oppenheimer. L’Italia si inserisce a pieno titolo in questo trend positivo.
La produzione italiana (coproduzioni incluse) non solo nel 2023 si difende bene (anche su spinta di titoli record), ma cresce e infatti conquista al botteghino sempre più spettatori, come raccontato dai dati Cinetel appena diffusi sul cinema in sala nell’anno passato. Altro elemento importante, la tenuta dei film e questo grazie anche alle arene estive. Non solo giovani. Secondo CinExpert nel 2023 rispetto al 2022 sono aumentati pubblico femminile e pubblico delle fasce d’età più alte. In generale, credo che per il cinema italiano sia un momento di grande vivacità. Un potenziale su cui continuare ad insistere per proseguire nel percorso di crescita.
In quello più ampio del cartellone autunnale, fenomeno assoluto: “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi. Cosa ne pensa?
Non si può che essere orgogliosi del grande successo riscosso dal bellissimo film che ha segnato l’esordio alla regia di Paola Cortellesi. “C’è ancora domani” è un inno al coraggio: il coraggio di sperimentare il proprio talento e di mettersi alla prova sempre, proprio come fatto dall’artista, ma anche e soprattutto il coraggio di lottare convintamente a difesa di diritti conquistati a fatica e ancora oggi purtroppo troppo spesso calpestati. Un film che ha saputo trattare un tema non semplice in modo chiaro e diretto, riuscendo a parlare sia agli uomini sia alle donne e a tutte le generazioni.
Temi come femminismo e violenza di genere hanno rappresentato un differenziale vincente perché particolarmente sentiti dal Paese. Il cinema può porsi al servizio di una riflessione politica superiore?
L’opera ha indubbiamente saputo intercettare gli umori del Paese, di cui si è fatta al contempo interprete ed espressione. Ed è proprio qui che sta la forza del cinema, che è arte tra le più abili a raccontare il nostro tempo, coniugando il racconto a una visione di futuro. Uno strumento dunque potentissimo per veicolare messaggi importanti.
I dati Cinetel ci dicono che il 2023 è stato l’anno della ripartenza, ma per tornare ai livelli pre pandemia resta ancora un margine da recuperare. Sarà possibile subordinare nuovamente l’esperienza “home cinema” vista la presenza costante delle piattaforme?
Ritengo che le varie possibilità di fruizione di un film o di un prodotto audiovisivo possano coesistere, l’una non esclude né fagocita l’altra. L’azione di riavvicinamento del pubblico alle sale cinematografiche – che sta dando incoraggianti risultati e che proseguiremo per fare come e meglio del periodo precedente la pandemia – non deve quindi essere letta a discapito ad esempio delle piattaforme né di altre tipologie di consumo del prodotto.
In merito alla questione tax credit, a che punto siamo con la questione tagli? In che modo, parafrasando Sangiuliano, limiterete “gli sprechi” e alzerete “la qualità” senza penalizzare le produzioni più piccole?
Il confronto sulla riformulazione della Legge Cinema e quindi sugli strumenti di sostegno pubblico a disposizione del settore è ancora in corso. Stiamo lavorando a una serie di misure a perfezionamento di un sistema di interventi che in alcuni casi nel passato ha presentato delle distorsioni e che quindi riteniamo necessario modificare, affinché gli sforzi messi in campo raggiungano in maniera ancora più efficace l’obiettivo di crescita che ci siamo prefissati.
Nello specifico?
Per semplificare: daremo sempre più supporto a giovani, start up, opere prime e seconde, opere difficili e a quei prodotti destinati ai festival nazionali o internazionali che hanno avuto finanziamenti selettivi. Al contempo, però, quando ci troviamo davanti a film commerciali che non ricadono nelle suddette categorie, ovvio è che a questi prodotti debbano credere innanzitutto gli imprenditori che li hanno fatti, investendoci o trovando anche investitori esterni come ad esempio i distributori. Ad oggi, spesso si verificano situazioni in cui a crederci è in primis il Ministero con risultati troppo spesso al di sotto delle aspettative. I numeri ci raccontano che sono troppi i film che non vanno e che non hanno pubblico così come sono troppi i film che oggi hanno dichiarato che sarebbero usciti in sala e di cui non si ha traccia. Tutto quello che vogliamo fare ha come obiettivo rendere ancora più sano un settore in cui crediamo fortemente.
L’intelligenza artificiale apre a un dibattito ancora molto divisivo: lei come crede possa accompagnare il mondo nel cinema senza intaccare l’identità e il lavoro dei suoi protagonisti?
Fare in modo che centralità dell’uomo e suo operato vengano sempre riconosciuti e salvaguardati: sono convinta sia questo il principio guida per una corretta applicazione dell’intelligenza artificiale nel campo delle industrie creative e sarà senza dubbio questa la direzione a cui mireranno le politiche del MiC che saranno promosse per affrontare quella che è a tutti gli effetti una delle sfide più grandi all’orizzonte. L’IA come opportunità, ma servono regole a tutela dell’artista e a difesa del diritto d’autore, nel cinema ma non solo.
Quali le misure possibili?
Due esempi, rimanendo anche in ambito tax credit: nei titoli di coda dovrà essere precisato cosa è stato fatto dall’IA e le fonti utilizzate, mentre per i finanziamenti sopra la linea (sceneggiatori, registi) sarà specificato che a beneficiarne saranno persone fisiche. L’IA può essere uno strumento, ma non può andare ad intaccare finanziamenti pensati per sostenere gli artisti.
In chiusura, “Io Capitano” di Matteo Garrone è ancora in corsa per l’Oscar. Vuole fargli un suo personale augurio?
A Matteo Garrone e agli interpreti del bellissimo “Io Capitano” auguro di conquistare quanti più cuori possibile in America e ovunque nel mondo. Dita incrociate per lui e per il suo film, che supporto convintamente sin dalla sua uscita a Venezia.