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Gianluca Vialli morto a 58 anni

Lorenzo Amoruso: “Gianluca Vialli sapeva ridere e far ridere, era la macchietta del gruppo”

L’ex calciatore ricorda Gianluca Vialli, conosciuto sul campo e in Tv. I due insieme hanno condivido l’esperienza del docu-reality Squadre da incubo, nel 2016: “L’ultima volta che l’ho sentito a dicembre aveva risposto solo con una faccina sorridente, si intuiva che le cose stessero peggiorando”.
A cura di Andrea Parrella
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"Sembrava uno serioso, ma quando c'era da scherzare era il numero uno". Lorenzo Amoruso ricorda così Gianluca Vialli, scomparso il 6 gennaio 2023 all'età di 58 anni. L'ex calciatore e dirigente della Fiorentina, compagno di Manila Nazzaro, non ha solo condiviso con Vialli un momento storico in cui entrambi hanno condotto una carriera calcistica, seppure su strade separate, ma hanno condiviso un'esperienza in televisione nel 2016 alquanto atipica. Si trattava di Squadre da incubo, un docu-reality durato un anno in cui i due erano chiamati a dirigere una squadra di calcio dilettantistico. Lorenzo Amoruso ha voluto ricordare Vialli in questa intervista a Fanpage.it.

Il vostro rapporto era nato sui campi di calcio, o avevate legato dopo?

Ci eravamo affrontati calcisticamente, ma la nostra amicizia è nata proprio con Squadra da incubo. Lì ci siamo conosciuti, capiti, sono quelle cose a pelle che accadono con alcune persone, vengono in maniera spontanea e naturale. Ci siamo aperti su cose private, come è naturale tra chi si conosce da tempo.

Che ricordo si porterà di lui?

Gianluca aveva sempre una parola buona per tutti, dal più povero al più ricco, dal più stronzo a più buono. Era una di quelli che cercano sempre di tenere tutto in equilibrio, forse perché sanno come la vita può essere dura. Anche il modo in cui ha affrontato questa malattia è bastarda è significativo.

Quanto era chiara a voi la gravità della sua situazione?

Tutti speravamo che le cose potessero andare bene, ma quando gli è stato diagnosticato il tumore lui mi disse che era la forma più brutta che si potesse avere al pancreas, con un'aspettativa di vita dai 4 ai 5 anni. Però è chiaro che conoscendo Gianluca, sapendo che è una persona che ama le sfide e non si tira mai indietro, pronto a lottare sempre, l'illusione che potesse avere la meglio lui c'era. Poi sai, in questo periodo è successo lo stesso a Sinisa (Mihajlović, ndr).

Questi due lutti a pochi giorni di distanza devono essere stati un brutto colpo per i calciatori che appartenevano alla loro stessa generazione.

Vuoi o non vuoi le cose possono influenzarti dal punto di vista mentale, soprattutto se hai un male del genere. Detto ciò a me non va essere triste, so che avrebbe voluto così, che pensassimo a lui come la macchietta del gruppo, questa era la cosa bella. Persona serissima, ma sapeva ridere e far ridere e quando c'era da scherzare era il numero uno.

Lei ai Rangers in Scozia, lui al Chelsea in Inghilterra. A fine anni Novanta eravate anche legati da un'esperienza all'estero quando andare via dall'Italia non era cosa comune.

Senza dubbio. Il primo anno che avevo firmato per i Rangers, era il 1997, ebbi un problema fisico bello grosso e in una delle mie trasferte a Londra dove andavo per farmi visitare e operare, incontrari con il mio agente Gianluca, che mi raccontò un po' com'era il calcio lì. Intuì subito che era una persona eccezionale, vero che siamo calciatori, ma il fatto di dare consigli a qualcuno che non conosci non la considerai cosa scontata. Avrebbe potuto farsi i fatti suoi e non lo fece.

In televisione univate le vostre competenze calcistiche e dirigenziali alla necessità di intrattenere. 

Abbiamo funzionato dall'inizio, ci hanno visti insieme gli autori capendo che io fossi il più aggressivo dei due, mentre lui quello riflessivo. Sono cose che servono in una situazione dirigenziale. Ma va detto che i momenti fuori dalle riprese erano il meglio, ci divertivamo tanto al punto che gli autori erano sorpresi alcuni momenti fossero così naturali.

Quando vi eravate sentiti l'ultima volta?

Noi avevamo una chat con alcuni autori e amici, ci siamo sentiti l'ultima volta i primi di dicembre, quando lui aveva fatto quell'annuncio. non ha risposto a parole, ma con emoticon, la sua faccina classica. Ma lì, forse, il fatto che non avesse risposto a parole poteva farci intuire che le cose non andassero per il meglio.

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