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Lodovica Comello: “Cambiata dalla mia ultima volta in tv, solo ora ho ripreso in mano la mia vita”

Lodovica Comello torna in tv con Spose in Affari accanto a Enzo Miccio, su Real Time. Dopo l’esperienza a IGT si sente cambiata, ha raccontato a Fanpage.it. La nascita del figlio Teo ha stravolto la sua vita, ma ora è pronta per nuove e grandi sfide: “Vorrei proporre una conduzione femminile a Sanremo, diventare la spalla di Conti”.
A cura di Gaia Martino
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Lodovica Comello torna in tv con Spose in affari, il nuovo programma in onda dal 19 giugno 2024, in prima serata su Real Time, nel quale 10 future e agguerrite spose partecipano ad un'asta per aggiudicarsi il loro abito per la cerimonia. Dopo la lunga esperienza a Italia's Got Talent, la celebre conduttrice, attrice e speaker radiofonica si era allontanata dal piccolo schermo per godersi i primi anni di vita del figlio Teo, nato dall'amore con Tomas Goldschmidt, conosciuto sul set di Violetta e sposato nel 2015. Oggi è pronta a rimettersi in gioco e a Fanpage.it racconta che le piacerebbe poter calcare ancora una volta il palco dell'Ariston, stavolta non come Big in gara, bensì come spalla di Carlo Conti.

Sei pronta a tornare in tv?

Sono prontissima, sono agitata perché ho un problema col canale e non riesco a beccare Real Time, devo chiamare un bravo antennista perché altrimenti spacco tutto (ride, ndr).

Come è stato tornare davanti agli schermi dopo qualche anno di assenza?

Molto bello. Avevo voglia di tornare alla conduzione dopo due anni, e sono molto felice di farlo in questa nuova casa, nella famiglia Discovery, che oggi rappresenta un terreno super fertile per la televisione. Mi piace perché parla alle famiglie, alle donne, e questo tipo di dialogo lo porto avanti anche io, da qualche anno, con il mio podcast. È un ambiente dove mi sento comoda. Sono pronta a dare tanto.

Torna in TV la solita frizzante ed energetica Lodovica, oppure ti senti diversa, cambiata?

La mia conduzione è sempre un po' segnata dall'ironia, dal non prendersi mai troppo sul serio. Di certo negli ultimi quattro anni sono cambiata molto perché c'è una persona nuova nella mia vita (il figlio Teo, ndr) e questo ha ribaltato moltissime cose. Sarete voi a giudicare. Mi sento diversa da prima, mi sento molto più consapevole su alcune cose.

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Com'è stato lavorare con Enzo Miccio? 

Questo duo inedito ha regalato molte soddisfazioni. Ci siamo conosciuti sul set, siamo persone molto diverse ma che si completano perché ciascuno porta un aspetto diverso, una carica diversa. C'è stato un impasto molto divertente e ci siamo trovati. Ci definirei lo Ying e Lo Yang.

C'è stato qualche valore di un abito con cui non ti sei trovata d'accordo?

Sebbene mi sia sposata in passato, non sono molto ferrata sul valore degli abiti. Ho sempre lasciato la parola Enzo perché lui è l'esperto in questione. Di storie ne abbiamo sentite tante, ci siamo accorti che attorno ai matrimoni ruotano delle energie fortissime, delle storie inimmaginabili.

Del tipo?

Storie a lieto fine, matrimoni saltati all'improvviso, tradimenti scoperti all'ultimo. Ci ha colpito una ragazza che si sarebbe sposata il giorno dopo la registrazione. Lei era lì a battersi per aggiudicarsi un abito all'asta e il giorno dopo sarebbe salita sull'altare. Ci siamo sentiti tutti investiti da una responsabilità enorme. Non potevamo permettere che andasse via a mani vuote e quindi è stato bello perché si è creata una sorta di coalizione, di sorellanza femminile tra le altre future spose che hanno capito l'urgenza della questione, la gravità del caso, e le hanno fatto aggiudicare un abito. Il giorno dopo si è sposata, ci ha mandato le foto, era felicissima.

La tua ultima conduzione risale a Italia's Got Talent, che ricordi hai di quella esperienza?

Magnifici. Il talent mi ha insegnato tutto sulla conduzione. C'è ancora da imparare, da fare, però è stata una bellissima palestra, è stata la mia casa per sette anni.

Ti è dispiaciuto salutarlo?

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Mi è dispiaciuto nel momento in cui sono state fatte altre scelte, però sono ben consapevole che fa parte del gioco. Non ne ho fatto un dramma personale perché non lo era. Ho compreso che ci sono delle esigenze da parte delle reti di volersi smarcare dalle edizioni precedenti, di voler apportare dei cambi, quindi va benissimo così. Sono pronta ad altre sfide, anche più importanti. Ho i miei anni di conduzione alle spalle, non vedo l'ora di mettermi alla prova su nuovi palchi.

Ne l’Asciugona ti sei concentrata sul tema della maternità. Credi che ci siano ancora tanti stereotipi su questo argomento?

La maternità è un'esperienza che le donne dovrebbero vivere libere da aspettative. Dare alla luce un figlio e crescerlo è l'esperienza più istintiva nel mondo animale. Nessuna nasce madre e tutte quante lo diventano ed imparano ad esserlo con l'esperienza. Invece continua ad essere la cosa più giudicata e idealizzata del mondo, non si capisce perché. Perché la maternità deve essere per forza il fine ultimo della donna? Perché deve essere motivo di profonda realizzazione personale? Sono tantissimi i  fattori che contaminano la maternità che potrebbe essere un'esperienza meravigliosa, ma al momento è compromessa da un grande senso di inadeguatezza verso modelli che qualcuno ha prestabilito al posto nostro.

La nascita di Teo ha cambiato la tua vita, ho letto in un’intervista a Vanity Fair che dopo il parto ti sei sentita persa. Da allora ad oggi, hai ripreso il controllo della tua vita?

Sì, è stato e continua a essere un lavoro veramente faticoso. Uno pensa ‘Vabbè sono degli anni di assestamento'. No, come prima non si torna mai perché gli equilibri sono completamente stravolti. Nell'immediato post parto, nei primissimi anni di vita di mio figlio, gran parte delle energie andavano verso di lui, venivano investite nel capire come dover gestire questa nuova vita. Adesso che Teo è un po' più grande, ha quattro anni ed è un po' più indipendente, sento di aver ripreso un pochino in mano me stessa. Ho iniziato a ricordarmi chi sono, a prendermi del tempo per me. Riesco a lavorare più serenamente, con meno apprensione. Stiamo andando nella direzione giusta, anche se il percorso è lungo.

Lodovica Comello con il marito Tomas Goldschmidt e il figlio Teo (foto instagram)
Lodovica Comello con il marito Tomas Goldschmidt e il figlio Teo (foto instagram)

Hai interrotto il percorso in televisione per dedicarti a tuo figlio?

La nascita di mio figlio mi ha portata a ponderare molto determinate decisioni. Avevo progetti ai quali, a malincuore, ho dovuto rinunciare però non li vedevo come opportunità di vita. Ho preferito dare dei no a cuor leggero. Se fosse capitata l'occasione irrinunciabile, sicuramente avrei trovato il modo di portarla avanti perché ho sempre pensato che una mamma realizzata e felice porta serenità al proprio figlio. Ci sono state delle rinunce, ma non mi sono costate molto.

Lo ricordi il tuo primo provino per Violetta?

Sì, fu una cosa stranissima perché c'era molto mistero su quel progetto. C'era una commissione di persone che parlavano in inglese, in spagnolo, in francese. Mi chiesero di prepararmi un monologo in spagnolo, di cantare e di improvvisare un ballo. All'epoca non parlavo spagnolo. Era una cosa per la Disney e io scelsi il monologo di Agrado, un po' forte (ride.ndr).

Il cast di Violetta
Il cast di Violetta

Chiedesti aiuto a qualcuno?

Mi feci aiutare su Skype da Laura Esquivel, la protagonista de Il mondo di Patty. La conoscevo perché avevo lavorato con lei e le chiesi di aiutarmi. Una settimana dopo il provino mi dissero che ero stata presa e che sarei dovuta partire per l'Argentina per un grosso progetto Disney.

Come è stato vivere lì, in Argentina? 

A Violetta devo tutto perché senza quella telenovela ora starei da tutt'altra parte, non so neanche se starei facendo questo lavoro. Fu una palestra incredibile. Poi mi ha permesso di conoscere mio marito che a sua volta ha permesso la nascita di mio figlio. Un capitolo cruciale della mia vita.

Hai mai più sentito Tini Stoessel, la protagonista?

Sì, siamo in contatto, avevamo anche un gruppo con tutto il cast che ora, però, è inattivo. Separatamente ci sentiamo e continuiamo a supportarci nelle nostre vite.

A Sanremo torna Carlo Conti alla conduzione. C’era lui quando partecipasti.

Sono molto contenta del ritorno di Carlo Conti, è un volto molto rassicurante, di casa. Lui ha un potere straordinario di avvicinare la TV allo spettatore per questo senso di familiarità che è in grado di dare. Nel 2017 annunciò il mio nome tra i Big in gara sul palco dell'Ariston.

Ti piacerebbe ritornare su quel palco?

Sarebbe meraviglioso se Carlo Conti mi volesse come sua spalla. Mi sento pronta ad affrontare una sfida grande come il palco di Sanremo, anche a proporre una conduzione femminile un po' più strutturata rispetto a quelle che abbiamo visto fino ad ora. La donna, purtroppo, è rimasta incasellata in quei cinque minuti del suo monologo col quale deve giocarsi la credibilità di una carriera intera. Credo che l'anima di un'artista sul palco debba venire fuori poco a poco, bisogna avere la possibilità di esprimersi e di mettersi in gioco pian piano.

Quindi torneresti come conduttrice, non come cantante, tra i Big.

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No, quello è un capitolo chiuso.

Cosa conservi della tua esperienza all'Ariston?

Su quel palco si verificano delle cose strane. Di palchi nella mia vita ne ho calcati, ho fatto qualsiasi cosa, ma a Sanremo senti di avere gli occhi dell'Italia intera puntati addosso. Si respira molta energia e di conseguenza anche un po' di sana pressione. Fu molto emozionante.

Sul set cinematografico, televisivo o radiofonico: dove ti senti maggiormente a casa?

In televisione. La radio è un mezzo che frequento quotidianamente, è romantico perché è un lungo corteggiamento con chi ti ascolta. È un gioco di riconoscimento, di fidelizzazione, però c'è solo la voce in campo. Il cinema l'ho frequentato un po' però è l'ambiente che conosco di meno e nel quale mi sento meno a casa. La TV è il mezzo che mi permette di esprimermi a 360 gradi, lì ci sono io con la mia voce, la mia presenza, la mia personalità, il mio corpo. A me piace esserci, in tutto e per tutto.

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