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L’esperta su The Substance: “Vi spiego perché lo specchio è deformante e come disprezzarsi sia diventato universale”

Nell’introduzione del libro Specchio delle mie brame, Maura Gancitano descrive la bellezza come un’ossessione, una malattia e un mito irraggiungibile. Intervistata da Fanpage.it la filosofa approfondisce questi temi nel contesto di The Substance, film campione d’incassi che ha riacceso il dibattito sul culto dell’estetica.
Intervista a Prof.ssa Maura Gancitano
Scrittrice, filosofa e cofondatrice del progetto culturale TLON
A cura di Eleonora di Nonno
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Nell'introduzione del libro Specchio delle mie brame, Maura Gancitano scrive: "La bellezza è diventata un'ossessione, una malattia, un mito irraggiungibile". Una riflessione che si intreccia profondamente con i temi presenti in The Substance, film campione d'incassi che ha innescato un intenso dibattito. A Fanpage.it la filosofa commenta la scelta di Demi Moore come protagonista: "Non è stata una casualità, è legato al modo in cui lei stessa per anni ha vissuto il rapporto con il proprio corpo". La scrittrice analizza poi il topos dello specchio, ricorrente nella pellicola diretta da Coralie Fargeat: "Non percepiamo il nostro corpo come un intero, come uno strumento di esperienza ma solo come pezzi che devono essere belli e che devono rientrano in una certa misura". Nell'intervista Maura Gancitano analizza diversi aspetti del film e della società attuale, dall'ossessione per l'estetica fino all'impatto che lo sguardo giudicante ha sulle donne e sugli uomini: "Sempre più ragazzi giovani sono spinti ad avere il controllo sul proprio corpo, a guardarlo come un oggetto che deve essere bello esteticamente".

In The Substance l'ossessione per la perfezione del corpo diventa uno degli aspetti horror del film. Non è un tema nuovo, perché in questo periodo storico sta provocando così tanto dibattito?

Se ne parla dagli anni '90 ma ultimamente sempre più persone si sono rese conto di questa pressione. È evidente come l'aspetto estetico sia diventato una performance che viene richiesta dalla società. È stancante e genera un persistente senso di inadeguatezza. Inizialmente si riteneva fosse relativo solo alle donne ma negli ultimi anni le ricerche hanno mostrato che riguarda anche moltissimi ragazzi e giovani uomini.

Un aspetto interessate è che – nonostante lo screen time ridotto – anche un uomo in The Substance assume la sostanza che lo rende una versione "più giovane, più perfetta, più bella". 

Per molto tempo sia le riflessioni che gli studi scientifici si sono concentrati sulle donne. Quando gli uomini venivano sottoposti ai test non raccontavano il disprezzo nei confronti del proprio corpo. Questo aspetto, però, l'ho riscontrato negli adolescenti con cui ho parlato negli incontri organizzati nelle scuole. Nei ragazzi si registrano sempre più effetti psicologici e fisici gravi che iniziano ad assomigliare a quelli delle ragazze. È innegabile come lo sguardo oggettivamente sia rivolto soprattutto alle donne ma sempre più giovani sono spinti ad avere il controllo sul proprio corpo, a guardarlo come un oggetto che deve essere bello esteticamente. Ai ragazzi arrivano messaggi targettizzati tramite i social che li portano ad aumentare le prestazioni fisiche e a considerare tutto ciò che non va nel proprio corpo.

Nel film il topos dello specchio è ricorrente, è un altro elemento "terrificante". La sofferenza della protagonista, però, non avviene nel confronto con gli altri ma con sé stessa e con la versione di sé "più giovane e più perfetta".

Ciò che vediamo nello specchio non è oggettivo ma è il riflesso del modo in cui siamo stati educati a guardarci. Penso a una donna che va in profumeria e a cui viene detto di mettere una crema per il collo. Questa frase è un esempio di come veniamo spinti a osservare in maniera frammentaria il nostro corpo. Abbiamo sviluppato una "visione allocentrica" di noi stessi, guardiamo ogni pezzo di noi dall'esterno per controllare se funzioni o meno. Si può sviluppare un'ossessione nei confronti delle occhiaie, del naso, della bocca… Secondo gli scienziati a livello psicologico ha un effetto molto grave perché si smette di percepire il proprio corpo come un intero e come uno strumento di esperienza ma solo come pezzi che devono essere belli e che devono rientrare in una certa misura. Quando ci guardiamo allo specchio, in realtà, non siamo soli e lo dimostra anche un esperimento. In un test a un gruppo di persone è stato chiesto di entrare in un camerino, di indossare quello che avrebbero trovato (un maglione o un costume da bagno) e di guardarsi allo specchio facendo degli esercizi. Nei risultati delle donne è emerso che il sapere che sarebbero state giudicate all'esterno le rendeva giudici terribili di loro stesse.

C'è una scena di The Substance in cui Demi Moore si dispera davanti allo specchio

Nel suo libro autobiografico Inside Out racconta il terribile rapporto che per anni ha avuto con il suo corpo e di come lo abbia affamato e torturato. Lei è sempre stata considerata un'icona di bellezza e agli occhi di tutti sembrava la donna perfetta, l'attrice più pagata di Hollywood, con un marito e una famiglia stupenda. Nel memoir spiega, tra le altre cose, come dopo le gravidanze abbia tentato di tutto per tornare nella miglior forma possibile perché doveva dimostrare di farcela. Dall'esterno, però, noi non ce ne rendevamo conto. Sceglierla come protagonista non è stata una casualità, è legato al modo in cui lei stessa ha vissuto per anni.

Lo sguardo frammenta, vivisezione e definisce i corpi delle donne. Si ha consapevolezza di questo meccanismo?

Ci siamo resi conto che non è un problema individuale. Il fatto che i messaggi veicolino molto spesso questo senso di inadeguatezza è chiaro a tantissime persone. Il paradosso è che, nonostante gli esperimenti dicano il contrario, si tende a sottostimare l'effetto psicologico che hanno certe immagini su di noi. Trovare foto con il disclaimer in cui viene specificato che un certo scatto è stata modificata con Photoshop non serve a niente perché purtroppo il cervello recepisce un messaggio a cui risponde con un'emozione negativa che si ricorda dopo settimane. Se una donna vede un'immagine di una rivista tenderà a concentrarsi – nel soggetto rappresentato in copertina – su quella parte del corpo che non le piace di sé. Un esperimento sui movimenti oculari ha mostrato come chi ha un problema con il proprio seno si focalizzerà su quella sezione del corpo, rimarcando un complesso. Gli uomini, invece, si concentrano sulle parti che ammirano di sé. Tendiamo a sottostimare gli effetti psicologici che tutto questo ha sulla nostra vita fisica ed emotiva.

Film come The Substance servono a invertire la rotta?

Funzionano nella misura in cui ne parliamo. La reazione di ragazzi e ragazze è diversa: gli uomini lo vedono solo come un film horror, le donne lo riconducono subito a sé stesse, alla questione della bellezza e la prendono come una catarsi delle questioni personali. Non credo possa esserci una rappresentazione perfetta di questi temi ma è interessante che se ne stia parlando così tanto. Si sta generando un dibattito e si sta prendendo consapevolezza di questa fortissima spinta sociale verso la modifica del proprio corpo. Non sono contraria agli interventi ma la questione è capire il perché. È per non invecchiare e mostrarti sempre giovane oppure queste modifiche miglioreranno davvero la qualità della tua vita? Nel film la risposta è la distruzione totale.

Negli stessi giorni in cui veniva trasmesso The Substance nelle sale Parthenope continuava a raccogliere un gran numero di spettatori. Uno dei protagonisti definisce la bellezza come "una guerra che apre tutte le porte". Fino a che punto crede che la bellezza oggi sia usata come una forma di potere?

La bellezza è stata usata per molto tempo nella storia dell'umanità come una forma di potere. Quello che è accaduto con la società moderna è la promessa che con la bellezza si possa acquisire un potere sociale. Tutto questo diventa un carico impegnativo, un tentativo di adeguarsi ad un modello esterno. Non potrà mai smettere del tutto di esserlo perché è innegabile come persone con certe caratteristiche o lineamenti ci attraggano di più. Il problema è quando il potere della bellezza diventa una spinta a performare e ad adeguarsi a un solo modello. Se nasci in un corpo che non rientra in quello standard sei spinta costantemente a modificarlo e a sentire tutta la tua vita come qualcosa di sbagliato.

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