Lea 3 – I nostri figli si farà? Sceneggiatori su trama terza stagione: “Lea, la maternità e Marco”
Lea 3 – I nostri figli si farà? Per la terza stagione della fiction con Anna Valle, Giorgio Pasotti e Mehmet Günsür si attende la decisione della Rai, ma gli sceneggiatori Mauro Casiraghi e Anna Mittone hanno già elaborato un'idea per la trama delle nuove puntate. In un'intervista rilasciata a Fanpage.it hanno svelato alcune anticipazioni e hanno assicurato: "Su Lea Castelli, Marco Colomba e Arturo Minerva c'è ancora tanto da raccontare". Intanto, domenica 3 dicembre, Rai1 trasmetterà l'attesissimo finale della seconda stagione. Nell'ultima puntata di Lea – I nostri figli, non solo l'infermiera farà la sua scelta tra il musicista Arturo e l'ex marito Marco, ma "anche gli altri personaggi risolveranno ciò che hanno in sospeso".
Lea, terza stagione: le anticipazioni dopo il lieto fine
La terza stagione di Lea si farà o alla luce del lieto fine della seconda stagione dovremo dire addio alla serie?
Anna Mittone: Noi speriamo nella terza stagione. Abbiamo molte idee e tanto da raccontare su Lea e su Marco. Nella nostra percezione, la storia di Lea non è finita. Il personaggio può dare ancora tanto. Quindi sì, abbiamo lavorato a un'idea sulla terza stagione, poi vedremo che cosa succederà, aspettiamo la decisione della Rai.
Mauro Casiraghi: Abbiamo la netta sensazione che debba esserci un terzo capitolo nella vita di Lea. Il primo era quello di un nuovo inizio, in cui si è ritrovata ad avere un nuovo amore e una figlia imprevista. Nel secondo capitolo è un'infermiera divisa tra la casa, il lavoro e questi due uomini, con i quali cerca di decidere la direzione dei suoi sentimenti. Quindi il terzo capitolo ci sta, perché si potrebbe raccontare la vita vera e propria della famiglia.
Mi dareste qualche anticipazione? Che futuro immaginate per Lea?
AM: Lea è un personaggio fortemente segnato da una mancata maternità. È così che viene introdotta la sua storia nella prima stagione. Ci sembra interessante metterla a confronto con la maternità in modo ancora più presente di come è stato in questa stagione con Martina.
MC: Il piano per la terza stagione sarebbe anche quello di dare spazio alle storie delle infermiere. Di alcune sappiamo ancora poco e possiamo raccontare molto.
Tra la prima e la seconda stagione è trascorso un anno, quindi l'eventuale terza stagione potrebbe andare in onda già nel 2024?
MC: Difficile dirlo perché ci sono tanti incastri, anche con gli impegni dei protagonisti, che non conosciamo al momento. Dipende molto anche da quello. Certo, sarebbe bello.
AM: Queste decisioni appartengono anche alla produzione. Noi siamo un passo indietro.
Lea – I nostri figli 3: Anna Valle, Giorgio Pasotti e Mehmet Günsür nel cast
Ritenete che Anna Valle, Giorgio Pasotti e Mehmet Günsür sarebbero disposti a continuare?
AM: Sì, pensiamo che loro siano contenti di continuare questo racconto.
La terza stagione di Lea la immaginate composta da quattro puntate? Molti spettatori su X hanno ritenuto la serie troppo breve. Avrebbero preferito restare ancora un po' in compagnia di Lea.
AM: Una terza stagione più lunga piacerebbe molto anche a noi.
Magari sei puntate e dodici episodi.
MC: Sì. Noi sceneggiatori partiamo sempre dicendo: "Come farò a riempire tutti questi episodi?". Poi, mentre scriviamo la serie diciamo: "Ho bisogno di più spazio per raccontare tutte le storie" (ride, ndr).
Lea – I nostri figli, tutti i retroscena e i segreti della fiction di Rai1
Nella seconda stagione, qual è stata la sfida più difficile per voi?
AM: Le seconde stagioni sono sempre difficilissime. Da una parte bisogna mantenere le aspettative del pubblico sulla storia e sui personaggi, dall'altra occorre creare quell'effetto di novità e freschezza che, fatalmente, dopo la prima stagione rischia di perdersi. È sempre una sfida enorme.
MC: Lavorare sul personaggio di Lea, sulle sue emozioni rispetto alle storie d'amore, il suo dover scegliere tra due uomini che hanno tantissime qualità ma anche fragilità. Anche questa è stata una sfida per noi.
Come siete giunti alla decisione di raccontare la crisi tra Arturo e Lea?
AM: Nella scrittura si parte per un viaggio. Quando i personaggi sono ben delineati e prendono vita, spesso decidono per sé. In qualche modo ci è sembrato che la storia con Marco avesse ancora tanto da raccontare. Che ci fosse ancora molto tra lui e Lea che potevamo mettere in scena. Per questo, abbiamo voluto rimescolare le carte.
MC: Assistendo all'interpretazione di Giorgio Pasotti, ci siamo resi conto che il personaggio aveva una profondità che forse neanche noi avevamo immaginato. Quindi volevamo esplorarla.
Come nascono, invece, le canzoni di Arturo?
AM: Sono scritte apposta per la serie. Di solito noi diamo uno spunto circa la tematica della canzone, magari abbiamo bisogno che parli di un qualcosa di specifico che ci serve per raccontare le emozioni del personaggio, il suo stato d'animo in un passaggio della storia. Poi ci sono dei professionisti che se ne occupano.
Per quanto riguarda i casi di puntata, vi siete ispirati a fatti realmente accaduti?
AM: Sì, a volte ci ispiriamo a fatti reali che leggiamo o che ci vengono raccontati. Ad esempio, una pediatra mi raccontò un caso che poi abbiamo adeguatamente cambiato, ma usato nella sostanza. Inoltre abbiamo una consulente, medico, che ci aiuta a trovare delle soluzioni e ci dà delle idee. Lavoriamo molto sul personaggio, perché più che l'aspetto medico, quello che ci interessa raccontare è il rapporto dei genitori con i figli malati, come la malattia cambia le loro vite, quello che affrontano. La parte umana ci interessa più di quella prettamente medica.
MC: Lea è una serie medical particolare, che racconta il punto di vista delle infermiere, che hanno un coinvolgimento emotivo che i medici, per ragioni professionali, non si possono permettere.
Dopo la prima stagione, alcuni infermieri si lamentarono perché dissero che non veniva ritratta fedelmente la loro professione, che è molto più faticosa di come appare nella fiction.
MC: Nella serie le infermiere sono a volte ritratte in un momento di alleggerimento, di rapporti personali. È come se noi andassimo a vedere quelle piccole pause interne, in cui possono stare insieme, scambiarsi pensieri ed emozioni. Quest'anno, però, abbiamo affrontato il problema delle ore di straordinario a cui sono costrette le infermiere e la necessità di avere nuovo personale. Abbiamo anche delle consulenti infermiere che ci hanno parlato della quantità di ore che passano in reparto e della fatica del lavoro.
Lea – I nostri figli è riuscita a primeggiare negli ascolti nonostante ci fosse una controprogrammazione spietata, da Terra Amara a Che tempo che fa.
AM: È una bella soddisfazione. Lea ha costruito il suo pubblico sin dalla prima stagione con un racconto che è empatico, pieno di colpi di scena, un racconto quotidiano, sentimentale, emotivo, che gli spettatori hanno sentito vicino al punto da premiarla con questi ascolti.
MC: Per chi scrive storie, vedere che il pubblico rimane agganciato, che gli spettatori sono affezionati e fedeli, è la cosa più bella. Non è scontato. A volte, dopo la curiosità iniziale, alcune serie perdono spettatori strada facendo.
Volete aggiungere qualcosa?
AM: Speriamo di poter raccontare ancora tanto su Lea, Marco, Arturo e gli altri personaggi. Chi lo sa!