La figlia di Aldo Moro contro la serie Esterno Notte: “O rispettate la storia o ci lasciate in pace”
Questa sera, lunedì 14 novembre, su Rai1 andrà in onda la prima puntata di Esterno Notte. Si tratta di una miniserie firmata dal regista Marco Bellocchio che ricostruisce il caso di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana rapito dalle Brigate Rosse e ucciso nel 1978. Gli altri due appuntamenti sono previsti per martedì 15 novembre e giovedì 17 novembre alla stessa ora. Un racconto che secondo la primogenita di Moro, Maria Fida, non può rispecchiare la realtà. Ai microfoni dell'agenzia Agi, la 76enne ha spiegato i motivi del suo dolore e si è schierata pubblicamente contro il progetto del regista.
Le parole di Maria Fida, figlia di Aldo Moro
"O si decide che siamo personaggi storici, e allora si rispetta la storia, o si decide che siamo personaggi privati e allora ci si lascia in pace", ha raccontato Maria Fida scagliandosi contro Esterno notte, la miniserie in onda su Rai1 che ricostruisce il caso Moro. Una vita, quella della primogenita del presidente della DC, profondamente segnata da quanto è accaduto al padre e vissuta con la sensazione costante di dolore e di pericolo incombente:
La settimana prima di Natale compirò 76 anni e dopo aver avuto l’infanzia, la giovinezza e l’età adulta rovinate dal malefico caso Moro immaginavo, stupidamente, di poter sedere su una panchina al sole, prendere un tè con delle amiche, leggere un bel libro. Ma non è per niente così, avrò avuto sette anni quando un pericolo oscuro e un dolore mostruoso si sono insinuati nella mia vita e non se ne sono più andati.
"É vergognoso infischiarsene del dolore altrui"
Il dolore ha profondamente segnato la vita della figlia di Aldo Moro, che il prossimo Natale compirà 76 anni, e crede che sia infischiarsi di questo sentimento sia "vergognoso" e "doppiamente vile usarlo per fare affari". Maria Fida vive quasi nascosta con il figlio e spera che le altre persone riescano a capire, anche solo in minima parte, il suo stato d'animo: "Mio figlio ed io viviamo, nascosti in bella vista, col citofono, campanello, e telefono spenti ma ogni giorno un’ondata di tsunami ci raggiunge ugualmente. Non pretendo che gli altri – che non hanno provato – capiscano, ma a dispetto dell’esperienza seguito a sperarci".