La Diamond, vincitrice di Drag Race 2: “Sono l’altra parte di Enrico, l’ho aiutato a uscire dal guscio”
Era già nell'aria. I numeri erano dalla sua parte con quattro Maxi Challenge vinte. Così, come da previsioni, a vincere Drag Race Italia 2 è stata La Diamond, che ha battuto in finale Aura Eternal, Nehellenia e La Petite Noire. Enrico La Rocca (questo il vero nome di La Diamond) ha 34 anni ed è originario di Riesi, in provincia di Caltanissetta. Poi il trasferimento a Roma per studiare moda e l'ingresso nel mondo drag, grazie ad uno dei locali più famosi della Capitale, il Muccassassina. Le otto puntate della seconda stagione di Drag Race Italia sono disponibili su discovery+, mentre la messa in onda in chiaro è prevista dall'11 gennaio 2023, in prima serata su Real Time. Salvo colpi di scena last minute, sono già aperte le trattative per il rinnovo e l'arrivo di Drag Race Italia 3 su Warner Bros Discovery.
Hai vinto 4 Maxi Challenge, finale prevedibile o pensavi a un colpo di scena?
Nella mia professione come nella vita sono sempre stato abituato al colpo di scena. Anche perché in diverse occasioni mi è accaduto che le cose poi andassero in un'altra direzione.
Chi hai temuto di più?
Aura Eternal e Nehellenia. La prima per la sua evoluzione e il suo percorso, la seconda per il suo cuore, il talento e il carattere.
Perché hai deciso di partecipare allo show?
È stato il coronamento di un sogno. Ho guardato sin dalla prima puntata, Drag Race sul computer in streaming, e quando ho saputo che ne avrebbero fatto una versione italiana è stato un sogno. Ho partecipato ai casting dello scorso anno, ma non è andata.
Come mai non sei stato scelto?
Evidentemente non era l'anno giusto. Poi si è ripresentata l'occasione questa estate, però non ero convinto, ero spaventato, assalito dai dubbi.
Di cosa avevi paura?
Punto sempre alla perfezione delle cose, sono paranoico in questo. Pensavo di non essere all'altezza e di non essere bravo. Poi mi sono lanciato, convinto di poter comunque fare un ottimo lavoro e di farlo con dignità.
Cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto dello show?
Quando mi trovo nelle situazioni sono abituato a godermele e a non pensare ad altro. Non ho trovato comunque nulla di negativo a livello produttivo e televisivo.
Quale concorrente non hai apprezzato e perché?
So che pensate sia Obama, ma non è così. Ci conosciamo da più di dieci anni, mai avuto screzi, collaboriamo anche in varie serate. La conosco bene. Posso solo dire che magari c'era qualcuna più preparata e altri lo erano meno…Poi dipende dai gusti.
Chi era meno preparata?
Solo per le tempistiche direi Aura e Pantera Virus, ma solo perché sono ‘fresche' in questo mondo eppure talentuosissime. Penso anche Narciso fosse bravissima, ma è uscita subito.
Come mai hai scelto di eleggere tua figlia Aura Eternal?
Ho rivisto in lei un po' la mia storia. Quella di un ragazzo che è andato via giovanissimo dalla Sicilia per sbarcare il lunario. Penso sia un grande talento e io e Nehellenia l'abbiamo supportata tanto nel suo percorso di crescita, era la nostra bambina. Poi Aura ha scelto me come madre, del resto se ne può scegliere solo una (ride, ndr).
La scorsa edizione è stata ricca di tensioni, compreso il ‘caso' Enorma Jean. Quest'anno si respirava un'aria di sorellanza. Come mai?
Credo molto dipenda dal fatto che diverse di noi si conoscevano bene. Anche il fatto di vivere nella stessa città ha aiutato. Credo che il rispetto reciproco di partenza abbia evitato che si creassero situazioni di tensione.
Quali sono le caratteristiche per essere una drag vincente nella vita?
La dedizione, il look e l'empatia. Se manca anche uno solo di questi elementi, manca la magia di questo lavoro.
Quando e perché ti sei avvicinata a quest'arte?
A 18 anni mi sono trasferito a Roma per studiare moda. Conoscevo già il mondo drag, dal punto di vista teatrale. Una sera sono andato a ballare e le ho viste dal vivo, mi sono innamorato. Ho iniziato cucendo abiti su misura per loro, nel frattempo lavoravo per gli stilisti dell'alta moda. Però creare per le drag mi regalava molti più stimoli. Poi ho provato a passare dall'altra parte dopo un casting e una prova al Muccassassina. Lì è nata La Diamond.
Vieni da Riesi, paesino in provincia di Caltanissetta. Com'è stata la tua adolescenza, sei stato vittima di bullismo o incomprensioni?
In realtà sono stato molto fortunato. Anche da piccolo non ho mai avuto problemi con il bullismo né con discriminazioni di alcun tipo. Mi sono circondato da vere amicizie e ti dirò, che per quanto essere gay in un paesino possa sembrare difficile c'è un senso di comunità molto radicato e c'è molta più solidarietà.
Quanto i tuoi genitori sarti per il teatro e la moda ti hanno influenzato?
Tantissimo. Sono sempre stato circondato dai tessuti e li amavo. Giocavo poco per strada con gli altri ragazzini, piuttosto facevo le vetrine nei negozi, imparavo le composizioni floreali, andavo a teatro dietro le quinte e sbirciavo le prove. Memorizzavo le battute degli attori. Un mondo magico.
A proposito di recitazione. È vero che hai partecipato al film “House Of Gucci”?
Verissimo. Assieme ad altre drag abbiamo girato una scena per ricreare lo Studio 54. Con noi c'erano anche Lady Gaga, Adam Drive e Al Pacino. Purtroppo per esigenza di tempi quella scena è stata tagliata fuori, anche se appare nel trailer. Una esperienza pazzesca.
Com'è Lady Gaga sul set?
In un set dove c'erano 600 persone era in grado di gestire tutto quanto, aveva tutti gli occhi puntati addosso ma è stata di una carineria rara, ha salutato tutti. Durante una prova di ballo con noi si è buttata in mezzo urlando ‘My people! La mia gente!'. Era notte e sembrava di vivere un sogno.
Cosa invida Enrico (La Rocca, ndr) a La Diamond e viceversa?
La Diamond è una creatura di Enrico e non ha niente da invidiare, è grazie a lui se esiste. Enrico ha trovato in lei più sicurezza in sé stesso e maggiore schiettezza, perché è sempre stato timido e non avrebbe mai immaginato di salire un giorno sul palco. La Diamond con la sua meravigliosa maschera lo ha aiutato ad uscire dal suo guscio.
Sei fidanzato?
No. Sono molto preso dal mio lavoro e dall'impegno che dedico a La Diamond. Poi può accadere di tutto, che io esca questa mattina e incontri l'uomo della mia vita. Per ora non è accaduto.
La Petite Noire nell'ultima puntata ha parlato di mascolinità tossica nel mondo gay nei confronti di chi fa la drag. È vero?
A livello personale non mi è mai accaduto, ma conosco diverse storie che confermano quanto ha detto La Petite. Tante persone si fermano lì all'apparenza, senza conoscere il lavoro e la fatica di chi fa questo mestiere. Perché di questo parliamo di un mestiere al pari di un fioraio e di un commesso. E poi non vuol dire nulla, ci sono ragazzi drag che sono più maschili di chi fa l'istruttore in palestra.
Lucio Malan, capogruppo al Senato di FdI ha affermato che nella Bibbia “c’è scritto che l'omosessualità è un abominio”. Cosa hai pensato?
Al di là del fatto che si è sbagliato perché questa affermazione storicamente non è corretta e non è vera. Mi spiace che chi fa politica diffonda questo clima e queste parole. Anche se fosse stato vero, credo sia sbagliatissimo veicolare questi messaggi.
Il Paese reale è più aperto mentalmente della politica?
Sì. La gente è molto più avanti. Ho visto io stesso il cambiamento di tante persone a me vicine che non conoscevano, ad esempio, il tema drag, per ignoranza. Adesso anche grazie alla tv si parla di più dell'omosessualità e si stanno facendo diversi passi. Dispiace vedere che la politica sia bloccata ancora in posizioni retrograde.
Si sta discutendo in queste settimane di un rinnovo per la terza stagione di Drag Race Italia. Ma se lo cancellassero?
Credo sarebbe una perdita importante per la tv italiana. Abbiamo mostrato in due edizioni la bellezza di questo lavoro e di questo mestiere. Sarebbe davvero un peccato.
Sei un tifoso sfegatato della Roma, da dove nasce questa passione?
Ho tanti amici che vanno allo stadio, vado anche con loro. Inoltre, per lavoro, sono entrato in contatto con il team della Roma per alcune feste. Ilary Blasi mi ha pure chiamato per il compleanno dei 40 anni di Francesco Totti.
E com'è andata?
Benissimo. Dai calciatori alla dirigenza ho avuto solo parole di apprezzamento e stima. Un consenso pazzesco. Il mondo del calcio è molto più aperto mentalmente di quello che sembra.