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Karla Sofìa Gascon: “Mai scritto quei tweet, una trappola contro di me. Mia moglie si arrabbiò per la transizione”

Karla Sofìa Gascon parla dello scandalo che l’ha travolta e l’ha oscurata nel picco della sua popolarità, dicendo di essere stata vittima di una trappola. Infine le difficoltà della transizione, dalle minacce ricevute alla rabbia della moglie.
A cura di Ilaria Costabile
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Karla Sofìa Gascon, protagonista suo malgrado degli ultimi Oscar, non tanto per la sua performance in Emilia Perez, quanto per lo scandalo che le è piombato addosso, è arrivata in Italia per girare una puntata di Paradise, il programma di Pascal Vicedomini. Intervistata dal Corriere della sera, l'attrice transgender ha parlato della vicenda, dicendosi amareggiata per quello che è accaduto: "Mi sono sentita abbandonata. Ho pensato di cambiare mestiere e di smettere col cinema"

Karla Sofìa Gascon sullo scandalo che l'ha travolta

Lo scandalo che ha travolto l'attrice riguarda i presunti tweet razzisti, scritti contro musulmani, George Floyd e di cui lei si è scusata pur non essendo stata la vere autrice di quei terribili commenti, rinnegandoli a gran voce:

Nunca, mai detto quelle cose. Sono stata vittima dell’odio per ciò che io rappresento. Sui social avevano rubato il mio nome. Sono stata zitta per tanto tempo, perché non sarei stata creduta, qualunque cosa avessi detto l’avrebbero strumentalizzata. Perfino qualche amico è venuto da me e mi ha detto, dai, Karla, a me puoi dirlo, confessa… Ero disarmata.

Alla domanda su chi possa essere stato, Gascon dice di non avere un nome, ma soprattutto rivendica il fatto di non aver mai pronunciato quelle parole che, d'altra parte, nessuno può provare davvero siano state scritte da lei:

Se vuole un nome non ce l’ho, è l’epoca dei fake, possono essere stati politici, fanatici. È un problema sociale, molta gente pensa che una donna biologica non debba competere con me. Qualcuno può provare che abbia pronunciato quelle parole, quegli insulti? Posso avere imprecato, detto vaff… e per quello mi scuso. Ma non sono certo razzista. Mai detto cose cattive. Sono caduta in una trappola. Mi hanno messa in mezzo attribuendomi tutto quello che odiavo. Dobbiamo imparare dalla diversità, a tanti piace sentirsi dire come vivere, seguire l’onda è più facile. 

Le difficoltà della transizione: dalle minacce alla rabbia della moglie

Nonostante la decisione di Netflix di allontanarla dalla promozione del film e anche il tentativo di oscurarla agli Oscar, l'attrice rivela: "In tanti quella sera mi hanno sostenuta. Comunque il mondo del cinema è un riflesso della società. E la società è ipocrita. Potevano attaccarmi quando ho vinto a Cannes, invece hanno aspettato il picco della popolarità. Voglio pensare che i membri dell’Academy siano onesti". Intanto chi non tollera la sua condizione esiste davvero e non esita a manifestarlo, anche attraverso minacce: "Le ricevo da quando, nel 2018, ho compiuto la transizione. Guardi questo messaggio, mi è appena arrivato: devi morire come un cane, eri un uomo. C’è chi mi vede come la strega del medioevo sul rogo". A proposito del suo essere diventata donna, Karla Sofìa Gascon parla della sua vita privata, della moglie e di sua figlia:

Ma vivo felicemente con mia moglie, Maria Luisa, stiamo insieme da quando io avevo 19 anni e lei 18. Abbiamo una figlia adolescente, Vittoria, splendida, che non ha conosciuto il bullismo a scuola. Sono due persone aperte, generose, durante il Covid abbiamo lasciato il Messico e siamo tornate in Spagna. Mia moglie all’inizio si arrabbiò di brutto, poi mise tutto sulla bilancia, si re-innamorò di me come persona, non fisicamente. Ci si deve innamorare di chi siamo veramente, è la mia speranza per chiunque. Vittoria fu al mio fianco dall’inizio. Il problema dei figli sono gli adulti.

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