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Amici di Maria de Filippi 2021/2022

Jurman: “Non guardo Amici, rispetto il mio fegato. Ho lasciato perché sentivo caz**te e stavo male”

Luca Jurman si è raccontato in un’intervista rilasciata a Fanpage.it. Dal 2007 al 2011, è stato insegnante e vocal coach nella scuola di Amici. Ancora oggi è considerato uno dei volti più rappresentativi del programma condotto da Maria De Filippi.
A cura di Daniela Seclì
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Luca Jurman è un artista, musicista, arrangiatore, produttore, direttore musicale e vocal coach. Nel corso della sua lunga carriera, iniziata negli anni '80, ha lavorato anche come insegnante nella scuola di Amici. Un'esperienza che si è protratta dal 2007 al 2011, quando ha deciso di lasciare il programma mentre la fase serale era in corso. Intervistato da Fanpage.it, ha detto la sua su alcuni aspetti del talent condotto da Maria De Filippi che non lo trovano d'accordo, premettendo:

"Sono cresciuto nella musica con passione e amore. Il mio primo maestro, quando avevo quattro anni e mezzo, mi ha insegnato l'etica di quest'arte. La musica è un linguaggio universale, che vorrei che tutti conoscessero. È di tutti, ma non è fattibile da tutti. Se tutti possedessero la genialità sarebbe bellissimo, ma purtroppo non è così e bisogna accettarlo".

Si è definito un professionista scomodo. Perché si ritiene tale?

Sono scomodo perché non sono mai stato a giochi che non mi piacciono per il bene del soldo. Se c'è qualcosa che non va bene lo dico, senza pensare a un tornaconto personale. Sono scomodo perché conosco il mercato, le regole del business, il lato oscuro della musica che non c'entra niente con l'etica artistica. Da una parte ci sono i numeri, dall'altra le emozioni. A volte è meglio non sapere. Il problema è che io so.

Lei ha chiarito di parlare a favore della musica, del talento e della meritocrazia e per questo ritiene doveroso intervenire contro quei messaggi che ha definito "distruttivi" che passano nel programma Amici. 

Ecco, il problema è questo. Perché sono costretto a combatterli io da fuori? È assurdo! All'interno di questi programmi dovrebbero esserci delle persone competenti che non dovrebbero permettere mai di far passare dei messaggi così fuorvianti. Quando c'ero io se sentivo, perdoni il francesismo, una enorme caz**ta, intervenivo subito perché quel messaggio diventava un problema per tutto il sistema di formazione del talento.

Ma nello specifico a cosa si riferisce? Quale sarebbe il messaggio sbagliato?

In certi programmi, il talento viene sfruttato anziché coltivato e forgiato. Viene spinto per ragioni di ascolti. Ma deve essere chiaro che il talento è una chiave di accesso al mondo dell'arte, non è l'arte. È un messaggio fuorviante. Quando i ragazzi escono dal talent, si rendono conto di non avere la genialità tanto decantata. Non riescono più a lavorare con la musica e vanno in crisi esistenziale.

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Dopo avere espresso pubblicamente la sua visione su alcune caratteristiche del programma Amici, che reazioni ha raccolto dagli addetti ai lavori?

Il 99% di persone di questo ambiente, tecnici, produttori, arrangiatori, veri artisti, la pensano come me, ma nessuno parla, me lo dicono solo in privato. Questo comportamento omertoso da parte degli addetti ai lavori è una cosa che mi infastidisce tantissimo. È assurdo che il sistema didattico e professionale italiano stia zitto.

Come si spiega il fatto che la lascino da solo in questa battaglia?

Un tempo si investiva sulla musica e c'era un ritorno economico. Oggi non si vende più un disco, si scaricano i brani illegalmente, si usa Spotify che è una piattaforma di abuso e non di uso della musica, l'autore non guadagna una lira e così anche il produttore. Quindi sperano che passando in televisione, la SIAE dia del respiro in più. L'autore accetta che gli massacrino il brano, pur di guadagnare quei mille euro in più. In un momento di crisi, ci si piega al bisogno economico. Tutto ha un prezzo, questa è la frase che più mi fa schifo.

Ha sollevato il problema delle barre su brani che hanno fatto la storia della musica italiana e internazionale. Nella scorsa puntata di Amici, LDA lo ha fatto sulla canzone Rose Rosse. Stefano De Martino ha commentato: “Tu non hai violato il capolavoro di Ranieri, ma lo hai reso fruibile ai ragazzi della tua età”. Cosa ne pensa?

Se fosse fatto con eccellenza e con il benestare di chi ha scritto l'opera, ben venga. A questo punto chiedo a loro, se in un balletto di Baryšnikov venissi inserito io che ballo per farlo arrivare ai giovani, andrebbe bene? Prendiamo un quadro di Monet e ci mettiamo su uno scarabocchio fatto con le bombolette spray. Va bene? Poi mi chiedo, se hai bisogno di prendere un brano per fare una cosa del genere, di tuo non sei capace?

LDA e Calma si sono rifiutati di cantare la Paranza di Daniele Silvestri, perché lo ritengono un brano ridicolo. Gigi D'Alessio è intervenuto sui social rimproverando il figlio.

Sono pienamente d'accordo con Gigi. Però anche lì, c'è qualcosa di sbagliato. Fanno delle assegnazioni che sono assurde. Un po' come quando assegnano a un ballerino classico la break dance e viceversa.

Loro la chiamano versatilità.

È una scusa. Siccome non sei un fenomeno a fare niente, fai il versatile (ride, ndr). Basta con questa storia, versatilità non significa fare tutto in maniera mediocre. La versatilità è all'interno del proprio genere musicale.

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È vero che ha notato tra i nuovi talenti, una tendenza a non voler partecipare ad Amici?

Non solo ad Amici. Non è che Amici sia Vade Retro Satana. Specifichiamola questa cosa. I giovani talenti non ci vogliono andare perché hanno paura di essere giudicati male e di non essere compresi. Magari hanno davanti la Beyoncé italiana e iniziano a dire: "Mi arrivi, non mi arrivi". Questa cosa mi dà fastidio. Poi se usciamo dall'Italia tutti i talent hanno in giuria persone veramente competenti, mentre noi mettiamo dentro chiunque.

Si riferisce ad esempio ad Emanuele Filiberto?

Non lo può fare lui, ma nemmeno dei giovani artisti che non hanno un'esperienza tale da poter essere giudici. Non è la giuria di una competizione di provincia. È un concorso importante, che ha visibilità nazionale e ti fa vincere un sacco di soldi. Ci deve essere per forza una giuria super qualificata. Dovrebbero esserci i migliori esponenti ed esperti di canto.

Al netto dei giudici, c’è un po’ la sensazione che anche il termine “professore” sia usato con una certa leggerezza ad Amici.

Prof e maestro è un titolo dato a chiunque. Bisogna avere un'esperienza sul campo di anni, essere accreditati, essere riconosciuti dagli esperti come tali, ma in quel caso non è così. Il 90% di loro non dovrebbe avere quel ruolo. Dovrebbero occupare il posto dell'opinionista. Poi dicono che rosico, ma quando mai. Io mi incaz** quando vedo passare messaggi che sono assurdi. Decade il senso del professore, della giuria, va tutto in mano al pubblico che decide in base alla simpatia, non c'è più l'arte. È come se fosse un mega social.

Ha dichiarato in una diretta Facebook di avere lasciato Amici nel bel mezzo del serale, perché ormai gli allievi che lei seguiva non erano più in gara e non intendeva prestarsi a "litigi stupidi". 

Io quell'anno, nel 2011, dall'inizio ho cominciato a stare male. Ho visto un accanimento totale. Ricordo la frase di un giornalista, in diretta durante un pomeridiano: "Caro Jurman, forse non hai capito che chi entra in questa scuola lo decidiamo noi". Si stava giudicando un cantante di nome Daniele. Mi girai, chiesi ai 40 ragazzi che dovevano ancora entrare nella scuola: "Per tutti voi è giusto o non è giusto che questo ragazzo entri?". Tutti risposero di sì, perché Daniele in quel momento era il più avanti di tutti. Punto. Uno dei professori prima disse che doveva entrare, poi andarono a fare una riunione e quando uscì lo mise in discussione. Gli dissi: "Ma vi siete messi d'accordo?". Io quell'anno ero incaz**to come una bestia, lo sapevano tutti. Era troppo evidente. Al quarto serale avevano già eliminato tutti i miei allievi e mi sono detto: perché devo stare qua?

C’è qualcosa di Amici che al contrario apprezza?

Apprezzo l'idea, non apprezzo come si è evoluta. Ricordo che negli anni in cui c'ero io, quando arrivavano i ragazzi, Zanforlin gli diceva: "Questo non è il trampolino di lancio della musica. Può essere un'arma a doppio taglio". Faceva dei discorsi seri che adesso non ci sono più. In questo momento non c'è didattica, non c'è realtà. È una roba che poi fuori non esiste. Ai tempi ho cercato di dare il mio contributo al programma, portando la mia esperienza. Bisogna amare davvero tanto l'arte, rimboccarsi le maniche e fare un grande lavoro di ristrutturazione.

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Non le chiedo se qualche allievo di quest’anno l'abbia colpita perché mi pare di capire che non stia seguendo assiduamente il programma.

No, non seguo assiduamente il programma perché ho rispetto per il mio fegato (ride, ndr). Me lo sono rovinato tante volte, anche quando ero dentro, sentendo delle castronerie allucinanti, vedendo persone che avevano più merito di altre, andare via giusto perché venivano denigrate o sponsorizzate diversamente.

So che bolle in pentola un progetto che la vede protagonista insieme a Luca Pitteri. Sarete vocal coach in un talent.

Io e Pitteri siamo di due generazioni diverse di Amici. Ci siamo conosciuti fuori dal programma. Stiamo cercando di mettere in piedi qualcosa. Dovrebbe partire a fine maggio, primi di giugno. Fuori dall'Italia.

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