Isabella Ferrari: “Sul set mi urlavano ‘sei la più cagna’. Se ripenso a quel passato mi sento una sopravvissuta”

Isabella Ferrari si racconta in un'intervista a La Stampa. L'attrice ricorda il suo passato sul set al fianco di Ettore Scola e Dino Risi. Rivela, poi, il motivo per il quale dopo due stagioni ha detto addio a Giovanna Scalise, il commissario nella serie Distretto di Polizia.
Isabella Ferrari: "Ho lasciato la fiction Distretto di polizia, se avessi continuato mi sarei arricchita"
Isabella Ferrari rivela che per un periodo, circa dieci anni fa, ha lavorato poco: "Non mi arrivavano più offerte, per un attore è complicato, si vive sempre in attesa della prossima parte… forse ero cambiata, forse ero invecchiata, non ero più la donna seduttiva di certe storie". Negli ultimi anni la situazione è di nuovo cambiata, con alcuni ruoli, magari più piccoli, che sono arrivati: "Noi donne in questo cinema dobbiamo sempre fare i conti con l'età". Alla domanda se le sia pesato che la sua immagine di attrice sia stata sessualizzata, risponde che ha cercato di staccarsene, facendo altro: "E ci sono sempre riuscita, interpretando film o serie tv che mi allontanavano da quel tipo di rappresentazione". Ha amato il suo ruolo in Distretto di polizia, ma dopo due stagioni se lo sentiva stretto: "Se avessi continuato mi sarei arricchita, ma a quel punto avevo di nuovo voglia di un'altra pelle". A detta dell'attrice, il suo personaggio era talmente popolare che non le facevano più nemmeno i controlli in aeroporto:
Passavo e mi salutavano ‘Commissario', ma io non volevo diventare il commissario d'Italia, anche se mi sono divertita tanto e ho lavorato con attori stupendi. Magari un altro anno avrei potuto pure farlo.
Isabella Ferrari: "Se ripenso al passato sul set mi sento una sopravvissuta"
Tra gli incontri più importati per Isabella Ferrari c'è quello con Ettore Scola: "Ricordo ancora quando, sul set di Romanzo di un giovane povero, prima che iniziassi a recitare un lungo monologo che mi spaventava molto, mi mise una mano sulla spalla dicendo ‘parti da te stessa, pensa a tua madre'". Oltre a lui, anche Dino Risi "che sul set la sgridava in modo tremendo" ha lasciato un segno:
Urlava con il megafono "sei la più cagna" e poi, un attimo dopo, "sei la più bella". Il film era Dagobert. Tornavo a casa e soffrivo un sacco, però quelli sono stati incontri stimolanti, soprattutto se li paragoniamo ai nostri giorni, ai set in cui bisogna stare attenti a tutto quello che si dice, in cui si gira con l'intimacy coordinator. Se ripenso a quel passato mi sento una sopravvissuta, e anche molto bene.