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Il segreto di Liberato in un film, Francesco Lettieri: “La sua identità era un’ossessione, oggi spero non sia più così”

Il regista racconta a Fanpage.it “Il segreto di Liberato”, il nuovo progetto che mischia documentario e animazione, in tutte le sale italiane dal 9 maggio: “La capacità di Liberato è quella di reinventarsi di continuo. Ha mille volti pur non avendone uno”.
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Il segreto di Liberato farà il suo esordio con un grande evento in anteprima a Napoli, l’8 maggio, al The Space con un allestimento dedicato e con tutte le sale che trasmetteranno il film, poi dal 9 maggio sarà in tutte le sale italiane. Un film che mischia documentario e animazione e racconta la grande ascesa del fenomeno apparso per la prima volta su YouTube il 14 febbraio 2017 con il brano Nove Maggio, diventato un’icona di Napoli in Italia e in Europa. Francesco Lettieri, regista storico dei videoclip dell’artista nonché del film insieme a Giorgio Testi e, per l’animazione, Giuseppe Squillaci e LRNZ, a Fanpage.it non ha svelato ‘il segreto di Liberato’ ma piuttosto la sua visione: "Come tutte le cose di Liberato, anche questo non è un punto d'arrivo ma un mondo aperto e in continuo movimento".

Francesco Lettieri e Giorgio Testi
Francesco Lettieri e Giorgio Testi

Francesco, il segreto di Liberato resterà tale anche dopo questo film. Ti chiedo, però, se questo è stato un modo per concedere a voi, che avete lavorato al suo fianco, un tempo per riconoscervi, guardarvi negli occhi e dire: Liberato siamo anche noi.

Il primo punto fondamentale era cercare di non fare un semplice docu, ma creare qualcosa di diverso in linea proprio con quello che è il pensiero e lo stile di Liberato. Pensiero e stile che è diventato anche il nostro, dal momento che lavoriamo con e per lui. Volevamo fare qualcosa di trasversale, tra il pop e la dimensione autoriale, ed è per questo che c’è anche la parte d’animazione che ha il compito più grande: appassionare al di là della storia di Liberato. È stato certamente un momento per fare una riflessione su quello che è stato non solo Liberato, ma tutto l’interesse nei confronti di Napoli e come è cambiata in questi anni. Non è un punto d’arrivo, sicuramente, perché questa, come tutte le cose di Liberato, rappresenta un mondo aperto, in continuo movimento.

Nel film ci sono le immagini dai concerti, i backstage, a Napoli ma soprattutto all’estero. Non ricordo un’artista napoletano capace di essere così immediato e rappresentativo. Vedere le scene di Berlino, di Parigi, del Brixton a Londra, i palazzetti pieni, è stato impressionante. 

È stata un’esperienza, è vero. Liberato, per i napoletani che vivono all’estero, è stato un portabandiera della napoletanità. Il fenomeno è così grande che non pensavo di vivere una serie di testimonianze.

Per esempio? 

Una coppia di danesi cinquantenni mi ha fermato per farmi vedere il tatuaggio della rosa.

A Napoli succede? 

A Napoli succede anche più spesso. Riempire Piazza del Plebiscito per tre giorni di fila è stato altrettanto impressionante. Se non lo vedi con i tuoi occhi, non ci credi. Oggi le metriche di Spotify non sempre sono identificative, alcuni numeri sono pompati. Riempire fisicamente un luogo, invece, ti fa capire davvero quanto Liberato sia importante per Napoli e per chi ama Liberato. Oggi, poi, un progetto che duri 6-7 anni non è per niente scontato.

Liberato nel backstage prima di iniziare uno show.
Liberato nel backstage prima di iniziare uno show.

Quando è nato Liberato, una scena napoletana che oggi si è consolidata non esisteva ancora. Penso a Geolier e tutti i side-project che gravitano attorno al suo universo. Possiamo dire che il rapper di Secondigliano rappresenti non dico una derivazione netta, quanto più un effetto collaterale di quello spazio che Liberato è riuscito a creare? 

Quando ero ragazzino pensavo spesso al fatto che gli americani erano riusciti a costruire un successo enorme sui gangster movie e mi chiedevo spesso come fosse possibile che a Napoli nessuno riuscisse a sfruttare l’enorme patrimonio che c’era anche da noi. Sentivo che c’era un potenziale inespresso. Poi è arrivato l’universo di Gomorra, dal libro al film alle serie. Quelle storie a Napoli c’erano, nessuno le aveva ancora utilizzate, ma era chiaro che avevano questo potenziale. Anche L’Amica Geniale di Elena Ferrante sfrutta questo potenziale. Io penso che Geolier venga da questo immaginario. Penso anche che Napoli era un po’ scomparsa dai radar per tanti anni e poi a un certo punto c’è stato questo botto che ha fatto uscire tante storie che erano rimaste lì a sedimentare, un’eruzione vulcanica che ha fatto uscire tutto insieme.

Nel film scherzate molto sul battage che si era creato in quella che è stata la prima stagione di Liberato. La ricerca spasmodica della sua identità. C’è anche un nostro video in cui facciamo analizzare lo spettro della voce a un esperto.

C’erano tante teorie assurde, tanti nomi. Addirittura c'era chi diceva che Liberato era tutta un'invenzione delle multinazionali, un prodotto di marketing.

Raccontate anche di quando vi siete inventati l’account Facebook di un finto manager dell’artista, di nome Lungomare Liberato, che rispondeva a tutti che non poteva usare la lettera “L” perché aveva la tastiera rotta. Ci sono finito anche io a parlare con lui e confermo: non usava la lettera "L". 

Eravamo io e Daniele Del Plavignano (ride, ndr). Pensa quanto ci siamo divertiti.

Una sequenza del film d'animazione de "Il segreto di Liberato"
Una sequenza del film d'animazione de "Il segreto di Liberato"

Nel film d’animazione però continuate un po’ a giocare. Ci sono nuovi indizi che potrebbero riaprire la caccia a Liberato. 

Ci sono tanti indizi e cose vere, anche molto intime che fanno parte della biografia di Liberato. Certo, c’è anche la finzione come il racconto cinematografico impone. Tenevamo al cuore reale della faccenda. Qualcuno probabilmente capirà, magari gli amici di Liberato si riconosceranno. Non so quanto le persone stanno ancora a cercare di capire l’identità di Liberato, come si chiama, che scuole ha fatto. Sono cose che, mi sembra, vanno scemando soprattutto rispetto all’inizio.

Che succedeva in quella prima fase? 

Mi chiamavano con numeri anonimi, mi seguivano fino a sotto al palazzo per vedere chi frequentavo.

Addirittura? 

È successo di tutto. Trovavo lettere anonime sotto la porta di casa. Dovevo fare attenzione con chi camminavo perché la gente mi guardava e pensava che chiunque mi fosse vicino, potesse essere Liberato. Questa cosa, fortunatamente, si è calmata e spero che non si riaccenda con il film.

Nel film rivediamo Adam Jendoubi ed è la prima volta dopo il suo incidente

Non mi aspettavo che quell'intervista fosse l'ultima volta che l'avremmo visto. Le riprese le abbiamo fatte a settembre e poi non l’ho più visto fino a quando è successo l’incidente. Rivedere tutto il materiale, alla luce di quello che è successo, è stato terribile. Adam rappresenta tutto quello che è stato Liberato all’inizio. Era un ragazzino incontrato per strada, diventato il volto di Liberato, un personaggio noto al centro di Napoli, questa cosa noi la volevamo raccontare. Sono contento che in questo film ci sia questa intervista, le sue parole e ci sia una traccia di Adam.

Adam Jendoubi, protagonista del video TU T'E SCURDAT' 'E ME, morto a soli 23 anni a seguito di un incidente stradale il 1 gennaio 2024.
Adam Jendoubi, protagonista del video TU T'E SCURDAT' ‘E ME, morto a soli 23 anni a seguito di un incidente stradale il 1 gennaio 2024.

Ci sono canzoni nuove di Liberato? 

Tutto il film contiene l’intera produzione di Liberato. Poi ci sono cose nuove, soprattutto nel film d’animazione e c’è un inedito tra i titoli di coda.

Liberato e il cinema si fermano qua o ci sono altre possibilità di racconto?

Ci avevano proposto un film biografico, trattare i momenti della vita di Liberato con ricostruzioni girate e questa cosa non ci è piaciuta. Magari tra vent’anni faranno la serie su Liberato con un attore, chi lo sa, non chiudiamo nessuna ipotesi perché la capacità di Liberato è proprio quella di reinventarsi di continuo. Ha mille volti pur non avendone uno.

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