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Harley Zuriatti dopo Affari Tuoi: “Dietro le quinte ho pianto tanto, parlare del tumore è terapeutico”

Harley Zuriatti, protagonista della puntata di Affari Tuoi del 22 aprile, racconta a Fanpage.it il suo percorso per curare il tumore all’utero. Dal trauma della malattia a quello dell’infertilità: “L’aiuto di uno psicologo è fondamentale, altrimenti non ne esci vivo”. Oggi prepara il matrimonio con Andrea: “A volte penso, non potrò avere figli, ma guarda cosa ho. Un amore gigantesco”.
A cura di Gaia Martino
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Harley Zuriatti è stata la protagonista della puntata di Affari Tuoi del 22 aprile 2024. 28 anni, originaria di Palmanova, ha rappresentato la regione Friuli Venezia Giulia nel gioco di Rai 1 condotto da Amadeus. È tornata a casa con 20 mila euro, ma la sua vera vittoria è stata poter condividere con il pubblico del piccolo schermo la sua lotta contro il tumore all'utero iniziata più di un anno fa. Si è sottoposta all'operazione di cui ha parlato nel programma, ora attende i risultati dell'esame istologico mentre prepara le nozze con Andrea, che sposerà il prossimo 17 maggio. A Fanpage.it ha raccontato come è riuscita a uscire, grazie alle sue forze e ad un aiuto psicologico, dalla depressione scatenata dalla malattia.

Come stai?

Sono in convalescenza, a casa, e mi sto riprendendo piano piano. Mi sono operata il 10 aprile, stiamo aspettando l'istologico per capire come proseguire le cure. Si spera di continuare con un farmaco immunoterapico che già mi stavano dando, essendo il mio un problema genetico. Comunque, l'operazione è andata bene.

Tra poco sposerai Andrea. 

Sì, il 17 maggio. La mia convalescenza mi sta dando modo di finire tutte le piccole cose, appena riuscirò a stare seduta per più di un ora, inizierò a fare le bomboniere.

Quando hai deciso di candidarti per Affari Tuoi?

Mi sono candidata lo scorso novembre, ero sul divano e lessi che cercavano persone dal Friuli Venezia Giulia. Il mio compagno mi disse ‘Buttati, tanto cosa hai da fare? Sei in terapia, ti distrai'. Feci il provino e mi hanno chiamato. Mi sono iscritta pensando ‘Devo affrontarlo'. Speravo che arrivasse in un momento diverso, che la mia malattia andasse in un altro verso.

Sentivi, insomma, che ti avrebbero presa.

Sì, avevo grossi pensieri positivi. Da quando mi sono ammalata, il mio scopo è diventato dare forza alle persone che vivono ciò che vivo io. Nel reparto oncologico, quando facevo la chemioterapia, facevo 7-8 ore di infusione, quindi ero la veterana che stava tutto il giorno nella sua postazione. Passavano tante persone e ho avuto modo di conoscerne tante. Così mi sono resa conto che il mio desiderio più grande era sentire le loro storie e dargli forza. Molte persone piangono mentre fanno la chemioterapia, stanno male perché non hanno un supporto emotivo, non hanno un aiuto.

Foto da Instagram
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Vivevano come te un momento della loro vita molto difficile. 

C'erano molte donne da sole, lasciate dai mariti. Ho sentito una vocazione, volevo essere vicina ai malati oncologici, a tutti coloro che non avevano la forza e si sentivano persi.

E chi ha aiutato te?

Sono stata seguita da diversi psicologi. Sono fortunata perché il mio carattere mi ha permesso di essere forte. Mio padre ha avuto tre tumori, quindi per me la parola ‘tumore' non è morte, è una malattia che devi riuscire ad affrontare per vivere una vita degna. È una parola masticata nella mia famiglia, non è stato un fulmine a ciel sereno.

Quanto è stato importante l'aiuto dello psicologo?

Il mio tumore era, sperando di poter già dire ‘era', ad un quarto stadio metastatico. È partito dall'utero ma già era arrivato all'osso dell'anca. Aveva preso i tessuti molli, era abbastanza avanzato e per questo motivo ho dovuto ricorrere alle chemio e all'operazione. L'aiuto terapeutico è fondamentale, altrimenti non ne esci vivo. Ma in ospedale, in Italia, non è previsto. Dal mio punto di vista, quando ti diagnosticano un tumore devono affidarti il chirurgo, l'oncologo, il radioterapista e uno psicologo. Ma qui non siamo ancora arrivati a questo.

Era questo il tabù di cui hai parlato in tv?

Sì, è assurdo che, a livello terapeutico, lo psicologo non venga preso in considerazione. Quando esce fuori la verità, una persona in quel momento si sente di morire.

Sui social sei molto attiva sul tema della malattia, affronti con i followers quello che vivi.

Molte attiviste oncologiche cominciano a parlare della loro malattia quando ne sono ormai fuori. Io ho cercato di incominciare da subito, dandomi un po' di forza. È difficile parlare di un problema di cui già la tua vita è piena, però mi è venuta come una vocazione, volevo aiutare gli altri. All'inizio, quando stavo male, era dura fare video, soprattutto quando hai la faccia verde delle chemio, quindi è stato complicato. Quando fai le chemio, la testa non c'è, ti senti su un altro pianeta. A livello fisico ora sono rotta, però sono su un letto, la testa c'è. Ora che mi sto riprendendo, sento un'energia diversa.

Nonostante il periodo difficile, i social ti hanno aiutato a distrarti?

Sì, è terapeutico parlarne. Volevo andare ad Affari Tuoi proprio perché il mio desiderio era dar voce al mio percorso sul piccolo schermo. Poi, ovviamente, è stata una bellissima esperienza. Durante la partita ero seria, ma ero concentrata. Sono contenta di aver ricevuto tantissimi messaggi.

Ce n'è qualcuno che ti è rimasto impresso?

Sì, mi ha scritto una ragazza del 1999, ha 25 anni, ed è in ospedale da mesi per una leucemia. Mi ha scritto che spera di poter uscire il prossimo mese, poi: "Ho sentito la tua storia e mi hai commosso". Durante le cure contro la leucemia non hai difese immunitarie, quindi ti isolano in una stanza protetta. Mi ha toccata questo messaggio perché era lì che volevo arrivare. Vedono me ad Affari Tuoi truccata e pettinata, ma avevo un tumore in quel momento. È stato difficile, infatti, non piangere.

Hai partecipato al programma per 30 puntate, è capitato un momento di sconforto?

Sì, durante le riprese, dietro le quinte, ho pianto tanto con gli altri concorrenti. Alle persone con cui ho legato ho raccontato il mio percorso in lacrime. Mi sfogavo, però volevo dare la testimonianza che si può vivere in questa realtà. Se si ha voglia di uscire per fare aperitivo, si può fare, anche con la chemioterapia addosso. I medici purtroppo su questo non ci aiutano.

Accanto hai avuto anche il tuo fidanzato, Andrea. Si è rasato i capelli per solidarietà.

Foto da Instagram
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Mi ha dimostrato tanto amore in un momento di grossa difficoltà. Anche l'accettazione della mia infertilità è un enorme gesto di amore. Quando ci siamo fidanzati e siamo andati a convivere, io potevo dargli una vita normale, una famiglia. Il tumore all'utero ha toccato la mia fertilità, mi ha dato il trauma di non potere avere figli. Non era banale che accettasse questa cosa a 30 anni, e sono fortunata. Abbiamo parlato già di adozione.

Ti ha aiutato l'idea di adottare un bambino?

Sì, quando ho scoperto la malattia, nei primi 4 o 5 mesi, il pensiero dell'adozione mi ha salvata dal trauma dell'infertilità. Una donna che vive questa malattia si ritrova a dover affrontare due traumi.

Hai realizzato una linea di gioielli con finalità benefiche. Parte del ricavato è andato all'associazione Acto Italia – Alleanza contro il Tumore Ovarico. Che riscontro hai avuto?

L'ho realizzata durante le chemio, è stato complicato, anche fisicamente. Sono rimasta abbastanza contenta, Acto è un'associazione che permette ai pazienti oncologici di non rimanere soli, gli offrono attività da fare. All'inizio ho spinto molto, poi mi sono dovuta fermare perché, a dicembre, ho avuto una ricaduta di depressione per la malattia. Io speravo di non operarmi, ma non è andata così. Ho dovuto, per questo motivo, accantonare questa cosa, non ho più sponsorizzato tanto. Però ho in mente tante idee.

Sul tuo profilo Instagram ho letto alcuni commenti di Carolina Marconi. Come vi siete conosciute?

Non la conosco personalmente, l'ho sentita più volte su Instagram. Le chiesi dei consigli e lei mi ha sempre risposto, è sempre stata molto carina. Ci sentiamo sui social, mi sono ripromessa di andare a trovarla nel suo store.

Ritornando alla partita ad Affari Tuoi, col senno di poi, rifaresti la stessa partita? Agendo d'istinto anziché riflettere troppo?

Se nel 4 ci fossero stati 200.000€ e io mi fossi tenuta il 17, non me lo sarei mai perdonato. Il quattro è la data di morte di mia nonna, la sala operatoria in cui mi sono operata era la numero 4. Se non avessi terminato la partita con quel numero, sarei andata contro la mia patologia. Sono ancora sicura e felice della mia scelta.

Avete già speso i 20k? 

No (ride, ndr). Spero di spenderli per il mio viaggio di nozze. Non sappiamo ancora dove farlo. Stiamo preparando un matrimonio importante. In quest'anno ho sempre pensato che a maggio la mia malattia sarebbe sparita. Non so se sarà così, ma ero convinta che con il matrimonio avrei festeggiato anche la mia guarigione. La festa sarà in grande, spero di festeggiare per l'istologico, spero che dovrò fare una terapia di mantenimento. Lo scoprirò tra due settimane. In ogni caso, ho fatto sedute di chemio, mi sono operata, è stato un anno gigantesco, ed è giusto festeggiarlo bene. Faremo un matrimonio importante anche per festeggiare il nostro amore, Andrea è stato fenomenale. A volte penso, non potrò avere figli, ma guarda cosa ho. Un amore gigantesco.

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