Gerardo Pulli vinse Amici, oggi è Pablo America: “Finiti i soldi, ero il nemico di me stesso”
Vincitore dell'undicesima edizione di Amici di Maria De Filippi nella categoria canto, insieme a Giuseppe Giofrè nella categoria danza. Oggi il ballerino è giudice del noto talent show, mentre il cantante è diventato Pablo America e Pablo Suzuki (i suoi due alter ego) e ha lanciato un album doppio, con i due titoli San Michele e Arkangelo.
L'intervista: "Ho finito i soldi di Amici, ero smarrito"
Si racconta in un'intervista nel format YouTube Gin Talkin e apre a un racconto inedito, che ha svelato i motivi della sua scomparsa dopo la vittoria di Amici:
Ho firmato un contratto con una casa discografica dopo Amici. Però l’ho lasciato scadere perché non mi facevo trovare. Se dovevo fare una cosa prendevo tempo. Mi si era creato un senso di inappartenenza nei confronti di me stesso. Non trovavo più motivo per fare quello che facevo. Ero l’antagonista di me stesso e sabotavo quello che facevo. Dopo mi sono dedicato ad altro. Ero spaesato e non sapevo cosa volevo. Ho iniziato ad ascoltare i dischi, ce n’è stato uno nel 2013 che mi ha aperto molto. Ho passato tanti anni ad ascoltare, non avevo più voglia di scrivere e non ho scritto nulla per parecchio. Avevo finito tutti i soldi di Amici, tutto quello che avevo guadagnato l’avevo speso. Ero arrivato a 400 Euro in banca. Poi ho chiuso il conto portando i contanti.
Gerardo Pulli quando ha scritto per grandi artisti italiani
Una crisi personale che è rimasta latente anche durante il periodo successivo, in cui ha scritto per grandi cantanti della discografia italiana: "Mi hanno offerto un contratto editoriale per scrivere per altri artisti. Mi hanno anche fatto altre proposte, ma non mi sentivo motivato. Nel 2017 ho ricominciato a scrivere testi, ma è stato molto graduale. Perché non avevo più voglia di scrivere. […] Sì ho scritto per Emma, Loredana Bertè, Eros Ramazzotti, Gaia, Giusy Ferreri e altri. Adesso sto per far uscire un album. In generale ora faccio tutte cose che mi piacciono”.
Pablo Suzuki, aka Pablo America, aka Gerardo Pulli
Non solo l'oblio ma anche il desiderio di fingersi altre persone in un lungo periodo di smarrimento che oggi ha portato all'identità artistica di Pablo America e Pablo Suzuki: “Mi sono anche finto un altro. Se è vero che ho truffato il mio produttore per mesi fingendomi un manager italo danese? Sì. Se è vero che ho fatto il traslocatore fingendomi rumeno? Sì. Ho anche fatto l’Uber driver. Quando mi sono finto manager facevo le chiamate con il produttore e lui era entrato più in sintonia che ‘il manager’ che con il vero me. Però era scorretto perché io sentivo quello che lui pensava di me. Avevo due telefoni con più sim. Io non l’ho fatto per prendere in giro il produttore. Parlavo con la voce più bassa per non farmi riconoscere”.