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Geppi Cucciari: “Piango tutti i giorni, le lacrime sono una valvola di sfogo. Il mio sogno non ho potuto realizzarlo”

Reduce dall’esperienza a LOL 5, Geppi Cucciari si racconta in un’intervista a Venity Fair. La conduttrice, attrice e comica piange tutti i giorni: “Le ragioni sono diverse, è un modo per manifestare emozioni”. E sul sogno di studiare recitazione, a cui ha dovuto dire addio: “Non avevo l’appoggio dei miei genitori e non volevo deluderli”.
A cura di Sara Leombruno
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Geppi Cucciari si racconta in un'intervista a Vanity Fair difficile. Reduce dall'esperienza a LOL 5, l'attrice, comica e conduttrice racconta che a farla ridere è "l'inaspettato. E la vita, la vita con tutto quello che comporta. Le persone che incontri, quelle che hai scelto di frequentare, quelli con cui lavori". La sua prima battuta fu all'asilo: "La ricordo con un po' di dramma perché è stato un errore. Dovevo dire una sola frase nella recita dalle suore ed era: ‘Bernadette, è apparsa la Madonna'. Invece ho detto: ‘Madonna, è apparsa Bernadette'. Si sono messi a ridere tutti".

Le parole di Geppi Cucciari

Negli ultimi anni il modo di far ridere è cambiato in maniera importante: "Di sicuro tra gli estremi ‘non si può dire più nulla' e ‘posso dire quello che voglio', c'è una via di mezzo e si chiama equilibrio". A domanda diretta sull'ultima volta che avesse pianto, la conduttrice ha spiegato che a lei, di piangere, capita spesso: "Almeno una volta al giorno. Le lacrime sono anche una valvola di sfogo, un modo per manifestare emozioni".

Io piango di felicità, rabbia, stanchezza, tristezza, preoccupazione. Le ragioni per cui piango sono sempre diverse.E se piango tutti i giorni non vuol dire che sono una persona triste, vuol dire che ho le lacrime facili. Pochi giorni fa, per esempio, ho pianto in treno e il signore che era seduto accanto mi guardava un po' preoccupato.

Il sogno di fare l'attrice

Geppi Cucciari ha scelto il cabaret come forma di espressione artistica, ma l'ha fatto perché non ha potuto realizzare il suo sogno, che era quello di studiare recitazione in una scuola di teatro: "Non avevo l'appoggio dei miei genitori e non volevo deluderli, quindi ho iniziato dal cabaret. Frequentavo l'università, giurisprudenza, ma quando stavo per concludere il percorso mi sono accorta che non potevo fare quella vita. Mi sono trasferita a Milano e mi sono avvicinata al mondo del cabaret. Il mio primo monologo l'ho scritto su un foglio protocollo e sono salita sul palco. Non sapevo cosa sarebbe successo, non ne avevo idea. È più coraggiosa la prima volta che vai sul palco e non l'ultima".

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