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Geppi Cucciari: “Io la Maria De Filippi di sinistra? Non faccio i suoi ascolti e non ho il suo budget”

Geppi Cucciari si è raccontata in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. La conduttrice e comica ha ricordato i suoi esordi, quando lavorava da un notaio e giocava a basket. Ha parlato anche dei social: “Mi scrivono che sono bellissima o che sono un boiler, non credo a nessuno dei due”.
A cura di Daniela Seclì
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Geppi Cucciari si è raccontata in una lunga intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. Da giovedì 12 gennaio, la conduttrice sarà in onda in prima serata su Rai3 con il programma Splendida cornice e ha ammesso che, in attesa del debutto, non riesce a nascondere "la tensione e l'ansia", è "felice e impaurita":

Non ho mai fatto un programma di due ore, mi chiedo ogni giorno se sono in grado. A dispetto dell’apparenza così aggressiva che a volte mi criticano di avere, porto sempre con me una fragilità di fondo. A volte sono più aggressiva di quello che vorrei essere, forse perché le emozioni altrui mi investono.

Il paragone con Maria De Filippi

Quando Geppi Cucciari ha rimarcato l'importanza di sapere ascoltare, le è stato chiesto se si senta "la De Filippi di sinistra". La conduttrice, tuttavia, ritiene di non potersi paragonare a lei:

La tv ha a che fare con due cose: i contenuti e gli ascolti che a volte si abbracciano mortalmente in ossimori disturbanti, ma in realtà quello che contano sono gli ascolti. Credo e temo che non farò mai gli ascolti di Maria De Filippi… Lei ha una capacità incredibile nel scegliere sia gli ospiti comuni sia quelli famosi; io non ho né quella capacità né quel budget.

Geppi Cucciari è laureata in Giurisprudenza e giocava a basket

Geppi Cucciari ha parlato anche della sua Laurea in Giurisprudenza. Ha spiegato che inizialmente riteneva il "mestiere del comico" come troppo volubile. Sentiva di dover costruire un posto dove tornare, in caso le cose non fossero andate bene:

Per un certo periodo ho lavorato da un notaio, facevo la doppia vita: di giorno in studio, di sera in teatro e al cabaret. Mi ero data due o tre anni per riuscirci, se non ce l’avessi fatta, sarei tornata in Sardegna: oggi devo tutto a Milano.

Nel suo passato c'è anche il basket. Ha giocato in A2 con la Virtus Cagliari. Questo sport le ha insegnato l'importanza della preparazione e dello studio e il senso del gruppo: "La regola è che per esibirsi devi studiare, le mie improvvisazioni nascono su un terreno solido". Infine, ha detto la sua sui social:

Credo che sia pericolosa l’idea che la gente pensi di poterti dire qualunque cosa, sarebbe bello un mondo in cui nessuno scrive sui social quello che non ha il coraggio di dirti in faccia. Cosa mi scrivono? Qualsiasi cosa: che sono bellissima o che sono un boiler. Non è vera una cosa e nemmeno l’altra, non credo agli uni né agli altri.

E, alla soglia dei 50 anni, ha concluso: "Sono stata una ventenne di fascino discutibile, una trentenne un po’ agghiacciante, una quarantenne impaurita: voglio essere una splendida cinquantenne".

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