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Gabriele Muccino: “Con Silvio non abbiamo ricucito, mi dispiace soprattutto per i miei genitori”

Il regista ritorna sul suo rapporto con il fratello Silvio che resta strappato: “Mi dispiace per i miei genitori”.
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Gabriele Muccino protagonista delle cronache nazionali. Il regista de L'ultimo bacio è sul set della seconda stagione di A casa tutti bene, trasposizione seriale del suo film che bene è stata accolta dal pubblico e della critica, presto disponibile su Sky e Now. In una intervista a La Repubblica, il passaggio sul suo rapporto con Silvio Muccino è inevitabile, quasi un pegno da pagare.

Le parole del regista

Silvio e Gabriele Muccino nel 2003
Silvio e Gabriele Muccino nel 2003

Il commento di Gabriele Muccino è stato telegrafico riguardo a suo fratello Silvio: i rapporti, di fatto, restano sempre gli stessi. Assenti. Queste le parole del regista di Ricordati di me: "Non si è mai più ricucito il rapporto. Sono passati tanti anni. Mi dispiace, soprattutto per i miei genitori". 

I film che Silvio Muccino ha girato per Gabriele Muccino

Sono tre i film che Silvio Muccino ha girato per suo fratello Gabriele Muccino. Il primo è del 1999 e consegna il nome dei Muccino al grande cinema italiano con l'apprezzato Come te nessuno mai. In quel film, anche Luca De Filippo e Anna Galiena, nel ruolo dei genitori di Silvio, personaggio interpretato da Muccino jr. Due anni più tardi, il grande successo di Gabriele Muccino: L'ultimo bacio. Nel 2003 arriva Ricordati di me con un super cast: Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Silvio Muccino, Monica Bellucci e Nicoletta Romanoff.

Le critiche

Nell'intervista a La Repubblica, Gabriele Muccino torna sulle critiche ricevute da certa stampa: "Non hanno voluto confondere i loro gusti con quelli del pubblico, tradizione italiana che ha radici profonde. Questa cosa un po’ li isola. Qualcuno ha scritto che L’ultimo bacio era un bluff e io sarei finito, prima leggendo speravo di trovare una sorta di specchio. Spesso ho visto che era deformante". E sul suo cinema e sui suoi racconti che scavano del dolore delle persone dice: "È liberatorio. Molti nodi della mia vita, anche personali e legati all’insicurezza, li ho risolti mettendoli in scena. Come Shakespeare con Amleto, la rappresentazione della verità metteva a nudo la vita stessa". 

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