Franco Trentalance: “La nuova Talpa sembra Temptation Island. Leotta promossa, ma niente paragoni con Perego”
A 16 anni dall’ultima volta in tv, il 5 novembre 2024 è tornato in onda La Talpa, reality show tra i più amati del piccolo schermo. Vero e proprio adventure-game unico nel suo genere, è stato trasmesso su Canale5 in una veste completamente rivista rispetto al passato. La Talpa 2024, rispetto all’ultima edizione trasmessa nel 2008, non va in onda in diretta, non dispone di uno studio ed è stata registrata per intero prima che la primissima puntata fosse trasmessa. Una scelta che rischia di snaturare il reality e che ha sollevato non poche perplessità. Fanpage.it ha chiesto a Franco Trentalance, indimenticabile protagonista dell’edizione trasmessa su Italia1 nel 2008, di analizzare le differenze rispetto al passato in considerazione soprattutto dei fasti cui il format aveva abituato il pubblico. L'ago della bilancia, secondo Trentalance, pende per il momento a favore dell’edizione 2008. “Quella andata in onda mi è sembrata più una puntata di Temptation Island”, è il giudizio che condensa il suo punto di vista.
Che impressione ti ha fatto la prima puntata della nuova edizione de La Talpa?
Una premessa: faccio gli auguri all’edizione 2024 de La Talpa perché è un reality a cui sono molto affezionato. Certo presenta, almeno in partenza, qualche criticità. Non c’è la diretta, cosa che può essere un problema perché nessun aspetto del programma potrà essere corretto in corso d’opera. Non c’è nemmeno lo studio. In più sono a Viterbo. La Talpa è un adventure-game: girarlo nel Lazio invece che su un fiume in Sudafrica dà un'impressione diversa dell'insieme. Poi magari è solo fumo negli occhi ma la location produce una differenza per i concorrenti anche a livello psicologico. Noi eravamo tagliati fuori dal mondo sotto ogni punto di vista. Restare in Italia rischia di far perdere un po’ di fascino al programma.
Questa edizione, a differenza della tua, va in onda da una villa.
Esatto. Sono in una villa tutti vestiti bene. Noi eravamo sporchi di fango dalla mattina alla sera. La doccia di 40 minuti cronometrati che ho fatto al ritorno in Italia la ricordo ancora come uno dei momenti più belli.
Un’altra differenza sta nel momento in cui al concorrente prescelto viene comunicato che sarà la Talpa. Nel vostro caso, accadde in diretta tv. Quest’anno, invece, la scelta della Talpa è avvenuta senza telecamere.
Esatto. Eravamo già agitati prima di cominciare. In più, dovemmo leggere il biglietto che ci comunicava la nostra identità nel gioco e, contemporaneamente, mantenere un’espressione che non lasciasse trapelare nulla mentre le telecamere facevano un’inquadratura strettissima sulla nostra espressione. Io non avevo ancora la certezza mi avrebbero scelto ma qualche sospetto lo avevo avuto.
Perché?
Fu un’intuizione. Gli autori mi facevano sempre più domande rispetto agli altri e quello mi aveva insospettito. Ricordo che, mentre leggevo il biglietto, mi ripetevo velocemente in testa “Sono un concorrente normale” così da poter mantenere un’espressione neutra. Quest’anno questa parte non c’è stata e, in verità, in generale mi è sembrato più Temptation Island che La Talpa.
Quanto intervengono gli autori nel gioco per aiutare la talpa a non farsi scoprire?
Poco, quasi per niente. Ero un pornodivo affermato e di fama internazionale abituato alla battaglia ma a un certo punto ho perfino pensato a un modo per ritirarmi senza mettere in crisi il programma. Gli autori vedevano tutti concorrenti per 10 minuti circa una volta a settimana dando solo vaghe indicazioni generiche Nel mio caso, per evitare di destare sospetti, gli incontri duravano ancora meno. Si limitavano a dirmi che ero bravo e che si fidavano di me.
Per quale motivo pensasti di abbandonare?
Intanto perché già la convivenza su una barca è difficile. Per di più, le prove erano davvero dure. Noi concorrenti eravamo tutti ragazzi con una certa prestanza fisica: oltre a me, c’erano il pugile olimpionico Clemente Russo, lo schermidore medaglia d’oro Matteo Tagliariol, Pasquale Laricchia che era ben piazzato…Eravamo tutti forti e d’esperienza ma c’erano prove pesantissime. Gli autori non ci dicevano nulla. Si limitavano a farci sapere che il giorno successivo avremmo affrontato una prova e a indicarci come ci saremmo dovuti vestire. Arrivavi nel luogo previsto senza sapere se avresti affrontato squali, tarantole, cunicoli sotto terra o cascate da risalire. C’era davvero una tensione enorme tra di noi tanto che le ragazze, come nel caso di Karina Cascella, ebbero una serie di crisi di nervi. Alcune addirittura si ritirarono, come Fiordaliso e Pamela Camassa.
In quel caso, fu il fidanzato Filippo Bisciglia a chiederle di ritirarsi.
Sì ma non lo fece solo perché era geloso. Sapeva che la sua compagna era esausta. Credo che tutta questa tensione arrivasse al pubblico e, sebbene fosse un po’ sadico, era un aspetto che funzionava.
Quale credi sia stato il momento più difficile in assoluto?
Le prove erano tutte toste. C’è da considerare, inoltre, un aspetto che non viene mai menzionato. Il programma era costoso anche perché, tra cavi d’acciaio e strutture in legno, si assicuravano che le prove fossero realizzate in assoluta sicurezza. Ma tutto è in sicurezza finché non succede l’imprevisto. Due esempi. In una prova furono impiegati degli squali bianchi. C’era una gabbia dalla quale noi concorrenti dovevamo entrare e uscire velocemente. Se uno squalo di 4 metri appoggia una pinna nella gabbia aperta per poi infilarci il muso, ti stacca una gamba in un istante. Nel corso di un’altra prova, avremmo dovuto risalire delle cascate – vere cascate con getti potenti – con un’imbracatura e due moschettoni da attaccare a dei cavi d’acciaio. Karina Cascella, nella fretta, rimase con i due moschettoni in mano sganciati dai cavi d’acciaio e a un metro da un getto d’acqua potente che l’avrebbe buttata giù. Pasquale Laricchia, che era di fianco, se ne accorse e le agganciò immediatamente uno dei due moschettoni al cavo. Questo per dire, va bene finché va bene ma esiste sempre l’imprevisto. Anche questo rendeva La Talpa un reality estremamente potente, un aspetto che al pubblico arrivava.
La prova più estrema?
Il bungee jumping. Non eravamo su un classico ponte ma su una vallata tipo Grand Canyon, sotto vedevi solo rocce. Pensa che Clemente Russo, un campione abituato a prendere pugni in faccia, si mise a piangere dalla rabbia perché non riusciva a buttarsi. Poi vide che mi ero buttato anch'io e decise di provarci, ma la prova fu proprio stron**.
Non ci fu alcun risvolto “romance” nella tua edizione.
Gli autori avevano preparato la “Capanna dell’amore”, un angolo appartato nella speranza di assistere a qualche inciucio. Noi – e di questo sono orgoglioso – eravamo talmente under pressure che, nonostante la presenza di donne bellissime, l’idea di un flirt non ci sfiorava nemmeno. Il progetto della capanna fu immediatamente abbandonato, avevano capito che nessuno di noi l'avrebbe usata.
Esistono le difficoltà che vivono tutti i concorrenti e quelle che, invece, vive solo La Talpa. Quali sono?
In qualità di Talpa, non puoi confrontarti e confidarti davvero con nessuno, tanto è vero che quando mi svelai durante la finale, mi inginocchiai per qualche istante al centro dello studio per poter finalmente respirare. Non era una finta, era finalmente finita una missione che mi aveva costretto a mentire per settimane. Non che io sia uno stinco di santo ma mentire continuamente è pesante. Inoltre, durante ogni puntata ti ritrovavi costretto a decidere in pochi secondi se superare una prova o se trovare un modo per sabotarla senza essere sospettati dagli altri o dal pubblico. E parliamo di prove davvero difficili da superare, non sempre potevi scegliere. Ricordo che una volta mi arrabbiai perché, dopo essere stato costretto a passare in mezzo a delle canne appuntite, avevo la schiena che sembrava quella del protagonista del film La passione di Cristo di Mel Gibson.
Come facevi a organizzare i sabotaggi?
Il programma mi dava indicazioni di massima, tipo di far accadere qualcosa sul fiume eppure di sabotare uno dei cavi che avremmo usato il giorno dopo. Quelle richieste mi facevano diventare matto. Come facevo ad assentarmi senza destare sospetti? Allora ero costretto a inventare dei malori, dei finti trasporti in infermeria e cose del genere. Una volta sono riuscito perfino a vomitare pur di fingere di essermi sentito male.
Al di là dell’indimenticabile Talpa, quali sono i progetti cui ti stai dedicando oggi?
Tanti. Sono in tour teatrale con “Osteria Giacobazzi” da metà Ottobre 2024 fino a fine maggio 2025 con Giuseppe Giacobazzi. È inoltre disponibile su Prime Video il docufilm “Sarò Franco” che è appena arrivato a un milione vi visualizzazioni. In più, ho pubblicato il mio primo libro da coach “Second Life – L'arte di reinventarsi”, rivelatosi essere un successo. Pochi come mei possono dire la loro su questo argomento.
Chi credi possa essere la talpa di questa edizione?
Lucilla Agosti. La Talpa deve essere una persona di discreta intelligenza e con un carattere forte abbastanza da reggere la pressione e lei queste caratteristiche le ha. Tra l'altro, sarebbe la prima Talpa donna.
E Diletta Leotta è promossa?
Promossa. Non la paragono a Paola Perego perché non credo accostarle sia ancora possibile, ma in termini assoluti mi è piaciuta. È seria, preparata, professione e molto bella. Un po' rigida forse, in mancanza della diretta risulta un po' ingessata. Però mi è piaciuta.