Francesca Manzini: “Conquistai Antonio Ricci con una parolaccia. Fuorionda Giambruno? Non so chi sia”
Voluta da Antonio Ricci perché conducesse Striscia la notizia, Francesca Manzini si è imposta sulla scena televisiva nazionale come imitatrice ma ha ben presto dimostrato di sapere essere molto altro. A Fanpage.it racconta il percorso verso il successo coinciso con quello interiore che le ha consentito di ritrovare l’equilibrio che una storia tossica, fatta di insulti e botte, le aveva fatto perdere di vista. Con un proposito ambizioso per il futuro: “Voglio aiutare chi non può permetterselo ad accedere ai professionisti necessari a ritrovarsi”.
Showgirl, conduttrice, attrice, imitatrice e scrittrice. Qual è la casella professionale che meglio ti definisce?
Sono una showgirl a tutto tondo. Tutti, a partire da Striscia, mi hanno definito la “Fiorello” al femminile. Su queste parole mi sono sempre sentita una formica. Per carità, stesso percorso con animazione e radio. È una carriera in parallelo ma, come diceva mia zia, ho ancora tanto da mangiare con la mia taglia 44.
Taglia 44 che, a giudicare dagli ultimi video visti sui social, ti sta divinamente.
Grazie. Sto facendo un percorso molto importante. Ne parlavo ieri sui social: grazie al supporto di una psicoterapeuta, una cura endocrinologica e un percorso di fitness sto bene ma quanti non possono farlo? Stavo pensando di creare una sorta di sportello per mettere disposizione di coloro che non possono permetterselo i professionisti che mi seguono. Ovviamente, mi occuperei io delle spese.
Molto bello ma costosissimo. La recente legge di bilancio non ha rinnovato il fondo dedicato al contrasto dei disturbi alimentari che per il biennio 2022/2023 aveva stanziato 25 milioni di euro. Farsene carico per un singolo sarebbe improponibile.
Me ne rendo conto ma conquistare ancora di un po’ di popolarità potrebbe consentirmi di essere utile agli altri anche sotto il profilo umano. In piccolo, vorrei provare a dare il mio contributo. Certo, farlo per tutti significherebbe arrivare al patrimonio di Chiara Ferragni e non è questo il caso.
Partecipi a Karaoke Night, show di Dargen D’Amico targato Prime con Claudia Gerini, Alessia Lanza, Pierpaolo Spollon, Nicola Ventola, Lele Adani e Tommaso Zorzi. Chi tra voi è davvero un “talento senza vergogna”?
I talenti proprio senza vergogna sono stati Spollon, Adani e Ventola. Ma abbiamo tutti messo alla gogna la nostra bravura. Spero ci faranno lavorare ancora (ride, ndr). Ne dico una: Cristiano Malgioglio mi ha tenuta stratta al suo ventre per tre minuti mentre cantava “Gelato al cioccolato” senza che io potessi liberarmi. Mi avevano chiesto di essere una scheggia impazzita e l’ho fatto. Prime è una piattaforma che non avevo esplorato ed è un mondo di élite, nel senso che ti è permesso quasi tutto. Sperimentano molto di più.
Sei stata tra le prime, con Striscia, a portare il deepfake in tv, precisando che si tratta esclusivamente di imitazioni. Lo ritieni uno strumento pericoloso alla luce del potenziale che possiede per generare fake news?
Nel deepfake siamo l’anima di un artifizio visivo dove l’equivoco può durare una manciata di minuti. Anche a me scrivono “Oddio, sembravi quella vera” poi però si ricredono, comprendono. La tecnologia va abbracciata, non ostacolata. Striscia, in questo senso, è il non plus ultra.
Striscia, appunto. I fuorionda hanno fatto esplodere l’arcinoto caso Giambruno.
Non so di che parli. Striscia certo, i fuorionda anche, ma non ho capito il resto. Non so chi è, non so cos’è. Non so niente.
Ho capito l’antifona. Tu, al contrario, fosti protagonista di un “fuorionda in positivo”. Striscia ti filmò mentre scoprivi che saresti stata la prossima conduttrice del tg di Antonio Ricci. Il fuorionda nel tuo caso ha portato fortuna.
Rischiai l'infarto. Antonio Ricci mi ha dato la vita. Le sue parole le ho scritte e conservate in tanti piccoli post it. La prima volta che mi chiamarono, entrai in studio per registrare un’imitazione di Mara Venier senza sapere che ci sarebbero stati tutti, produttori compresi. Dissi (imita la voce di Venier, ndr): “Ve posso dì una cosa? Quando me ne vado, perché quanno me ricapita di tornare qui, mi regalate un tapiro?”. Me ne regalarono uno e tornai a casa. Poi però mi richiamarono. Tutte le volte che mi contattavano per imitare Mara, tornavo da Antonio e lui mi raccontava la vita, mi spiegava il mestiere. Sai qual è stata la grande conquista? Ero in accappatoio, con la parrucca bionda pronta per l’imitazione, bussai alla sua porta e Ricci chiese “Chi è?”. Io risposi: “‘Sto ca**o!” calandomi nei panni di Mara Venier. Tutti quelli che erano fuori con me – l’assistente, il produttore, l’autore – mi guardarono pensando fossi pazza. “Oddio, questa ha detto così a Ricci”. E invece lui si mise a ridere. Per me è un padre televisivo, un punto di riferimento. Non faccio un passo senza consultarlo. Il suo lavoro è l’espressione della libertà. Striscia è l’unico programma satirico in Italia davvero libero, tagliente, arriva dritto dove deve arrivare. Antonio ha fatto una scommessa professionale su di me e non lo deluderò mai. Ma non sono una lacché, questo scrivilo: si tratta di riconoscenza.
Quanto accaduto con il caso Giambruno non era un fatto nuovo per Striscia. Ricci trasmette fuorionda da sempre, mostrando come appaiono i protagonisti del piccolo schermo quando non sanno di essere ripresi. Ti è capitato di scoprire che, off video, un personaggio tv non era come te lo aspettavi?
Certo, può capitare di incontrare un personaggio internazionale o anche di casa nostra che possa deludere. Ma non vivo di aspettative e non faccio in modo che il mondo dello spettacolo sia la mia vita.
Se vuoi farci qualche nome, prego.
Andiamo su Marco (Scimia, ndr), il mio compagno. Posso dire, ad esempio, che Johnny Depp, attore di cui Marco è il sosia, è uguale a Zucchero. È stato divertente vedere Marco e Depp insieme a una masterclass a Roma. Li ho guardati e mi sono sentita male per due minuti.
Il caso Giambruno ha provocato un terremoto che ha investito tv e politica. Se avessi condotto Striscia in quel periodo, come avresti lanciato quei servizi?
Noi non conosciamo il contenuto dei servizi, li vediamo sul momento. Arrivo a Striscia, mi restauro con trucco e parrucco e poi leggo il copione poco prima di andare in onda. In quel caso, a essere in onda erano Friscia e Lipari e chi meglio di loro? Non avrei mai potuto sostituirli.
Sono stati stoici, non hanno aggiunto una sola parola.
E infatti non c’è da dire proprio niente. È un no comment (ride, ndr).
Hai raccontato di un ex fidanzato che ti picchiava e tradiva, fino a farti perdere la fiducia in te stessa. Parliamo sempre più spesso parliamo di segnali. Ne avevi colti?
Quando accade la prima volta, non sai come comportarti o difenderti. Vivi solo di paura, del resto ti accorgi dopo. Una volta, un ex incontrato dopo quella storia tossica, mi vide indossare un abito scollato e mi chiese “Ti sei vestita da mign***a?”. Stavamo insieme da 8 mesi ma lo lasciai. Quella battuta mi aveva fatto capire quanto fosse maniaco del controllo. Ce ne sono decine di frasi. “Lo dico per il tuo bene”, “Quelli non li frequenti”, “Sei come tua madre”, “Lascia stare, non sei all’altezza”. Sono alcune delle frasi utilizzate prima che si scateni la violenza fisica.
Quale fu l’evento scatenante che ti spinse a troncare quel legame violento?
Restai chiusa in casa per due anni per timore che mi facesse seguire finché mia madre mi urlò che dovevo smetterla. Così trovai il coraggio per affrontarlo e dirgli che mi aveva persa e che prima o poi lo avrei denunciato. Si spaventò e si allontanò. Poi incontrò un’altra donna con la quale cominciò a comportarsi come con me. Ma lei lo denunciò subito e le cose procedettero come conseguenza a quella denuncia. È fondamentale imparare a riconoscere la differenza tra un amore sano e uno malato, a riconoscere le manifestazioni narcisistiche, manipolatorie. Ma soprattutto le donne che capiscono di trovarsi in queste situazioni vanno aiutate e sostenute fin dall’inizio. Io ho dovuto fare un percorso per trovare finalmente il mio centro e tornare ad apprezzarmi.