Flavio Montrucchio: “Pensavo sarei durato un mese e sono già 20 anni che faccio tv”
Martedì 3 gennaio in prima serata su Real Time riparte una nuova stagione di "Primo Appuntamento", al timone del dating show, come da cinque anni a questa parte c'è Flavio Montrucchio. Il conduttore è ormai testimone di incontri amorosi che avvengono al lume di candela e tra una chiacchiera e l'altra, uno sguardo e un sorriso c'è chi trova davvero l'anima gemella e chi, invece, trascorre una serata diversa dal solito.
A Fanpage.it Montrucchio, con vent'anni di carriera alle spalle, racconta che da sempre il suo obiettivo è quello di dare al suo pubblico qualcosa di cui la televisione, spesso, è manchevole: "L'autenticità. Come nella mia vita personale anche nel mio lavoro cerco di essere onesto, leale" e gli spettatori di Discovery lo hanno ampiamente premiato con la loro fedeltà.
Riparte una nuova stagione di "Primo appuntamento", uno dei pochi programmi in prima serata che va in onda da gennaio a dicembre. Facciamo un bilancio di quest'ultimo anno di conduzione.
È raro che una prima serata si trasformi in un appuntamento annuale e questo la dice lunga sull’affezione che il pubblico ha avuto per questo programma, diventato poi un cult. Ne sono felice anche perché siamo partiti da sette puntate il primo anno, man mano siamo cresciuti e siamo stati premiati. Nel mio lavoro non è così scontato essere presenti sempre, tutto l’anno, questo significa che il programma che mi hanno affidato ha ritrovato una collocazione ben precisa e anche una sua solidità che è un vocabolo sempre più desueto per quanto riguarda la tv.
Nel mare magnum dei dating show, cosa differenzia Primo Appuntamento dagli altri format simili?
Spero che non fosse merito della giacca rossa perché quest’anno l’ho cambiata (ride ndr.) Credo che l'identità del programma sia nell'inclusività, è stato uno degli ingredienti fondamentali, anche in tempi non sospetti, oltre al fatto che si tratta di uno show vero e non potrebbe essere altrimenti, vista la rete in cui siamo.
Quindi l'autenticità è il vostro punto di forza. Non è una cosa di cui, però, si vantano un po' tutti questi programmi?
Primo Appuntamento vive di telecamere nascoste, la gente tende ad essere molto vera e questo si percepisce da casa. Essere veri o risultare banali, con un prodotto di bassa qualità non funzionerebbe, essere autentici è una cosa complicata da ritrovare all’interno di un programma televisivo, per fortuna abbiamo trovato la nostra quadra anche negli anni, e man mano anche io ho trovato la mia dimensione, il mio ruolo da accompagnatore.
Partecipi attivamente ai casting, ma visto che tutti meritano una chance in amore, cos'è che ti fa protendere per una persona piuttosto che per un'altra?
Ti dirò la verità perché è inutile fare retorica. A noi interessa, ovviamente, che siano single, ma soprattutto che portino con sé una tematica, una storia. L'inclusione di cui parlavo prima è anche nel raccontare una patologia, una sindrome, una perdita. Ci fa piacere raccontare la solitudine, la ricerca dell'amore da parte di una persona che ha alle spalle un passato doloroso per qualche motivo, poter portare in tv e quindi nelle case una situazione in cui magari qualcuno si possa rispecchiare. Non si tratta di farne una questione sociale, perché non abbiamo scopi sociali, ma è bello poter raccontare qualcosa di interessante per noi.
E quindi come nascono gli abbinamenti delle coppie?
Cerchiamo di mischiare gli incontri nel modo migliore possibile, per evitare di fare una puntata troppo incentrata su un tema, o particolarmente difficile da affrontare. Prendiamo un po’ di tutti i gusti, li mixiamo e facciamo il puzzle. Qualche volta il match funziona, altre volte no.
Hai mai avuto il dubbio che qualcuno abbia partecipato al format per avere una chance in tv?
Ma non penso che nessuno si proponga a Primo appuntamento per pensare di avere un riscontro televisivamente parlando, anche perché se lo facesse sarebbe illuso, però mai mettere limiti alla provvidenza, non saprei cosa dirti in realtà non è un formato che dà la possibilità di farsi vedere e dare inizio ad un percorso televisivo, anche perché ove lo facessero non sarebbero congeniali per noi, non sarebbero nemmeno montati.
Quinto anno di conduzione per te con cambiamenti in vista, ce li racconti?
Premesso che continuiamo sulla lunga striscia, quindi saremo presenti per tutto l’anno, alla luce della longevità del programma quest’anno è stato fatto un piccolo lifting, di natura estetica. Abbiamo cambiato ristorante, quindi è cambiato anche lo staff, però mi piace ricordare che si tratta di professionisti del settore. Cambia la confezione, ma la sostanza resterà identica. Ci sono, poi, piccole novità.
Qualche anticipazione?
Interagisco molto di più con le persone, tendo a metterle a loro agio, accolgo le loro impressioni quando entrano e a tanti di loro viene fornito anche un piccolo indizio per suscitare curiosità, televisivamente parlando è una cosa simpatica. Chiediamo alle persone che devono incontrarsi di lasciare qualcosa di sé in anteprima, in modo da creare delle aspettative in chi entra.
Ma quest'anno niente giacca rossa. Come mai questo cambio di look?
Sarà uno shock (ride ndr.) Non l’ho cambiata per tanti anni, è andata sempre bene, sono un po’ scaramantico e quindi mi dicevo "no per carità, non posso metterne un'altra". Quest’anno alla luce dei cambiamenti di location, mi sono detto o lo faccio adesso, o mai più.
Ormai hai una certa esperienza in fatto di dating show, come mai secondo te le persone cercano l'amore in tv?
È una domanda molto complicata, perché avrebbe molte risposte possibili. Le persone che partecipano al format sono talmente varie che ognuna di loro ha una motivazione, e lì sta anche un po' la nostra difficoltà nel cercare di allontanare chi ha solo il desiderio di apparire per una volta in tv, prediligendo chi arriva con un carico di aspettative importante perché vede in Primo Appuntamento un'occasione. C'è chi si presenta senza mai aver avuto un incontro e quindi è visibilmente agitato, chi invece è curioso, chi vuole darsi una chance. Però ho notato una cosa che esula anche dal programma.
Di cosa si tratta?
Quello che credo accomuni tutti è l’esigenza di avere questo appuntamento dal vivo, di guardarsi, di vivere di sensi. È vero che oggi ci sono tanti primi appuntamenti, anche sui social, ma non sono la stessa cosa. Ci sono tanti giovani, per tanti non è più sufficiente, è necessario ripristinare il contatto.
Restando in tema d'amore e anche di cucina. A ottobre sono vent'anni con Alessia Mancini, qual è la ricetta per far durare una storia così a lungo?
Avere gli stessi gusti in cucina, altrimenti si litiga sempre (ride ndr.) Non è facile, sono contento di rappresentare, magari, un’eccezione. La verità è che vivo la mia storia privata in modo che difficilmente possa incastrarsi con quella professionale, il motivo per cui vado d’accordo con mia moglie è perché siamo Flavio e Alessia, che è diverso magari da Montrucchio e Mancini.
Flavio Montrucchio è un conduttore equilibrato: ironico, ma non troppo, ammiccante ma senza esagerare. Cosa vorresti che la gente ricordi di te?
Credo che il conduttore sia una persona che principalmente ispiri fiducia, mi piacerebbe che la gente a casa quando mi guarda crede in quello che dico, cerco la mia autenticità, essere onesto e leale. Vorrei dargli la versione vera di Flavio, non un’alternativa che magari sarebbe necessaria o utile al programma.
Discovery è una rete che in questi anni sta sperimentando, provando a raccontare la contemporaneità. È un modo per avvicinarsi ad un pubblico stanco della tv generalista?
È una rete che può fare della sperimentazione un suo punto forte, diversamente da altre reti generaliste dove è più difficile sperimentare, oppure uscire da certi binari, ma questo credo sia un bene per la televisione in generale, avere alternative genera novità e porta arricchimento. Ben venga una rete come Real Time o come Discovery, che spende soldi per portare nuovi formati, poi, alcune volte ci si prende altre no. In un’era in cui si dice “sempre le stesse cose” se guardi Real Time sicuramente non vedi sempre le stesse cose.
Sei passato dalla recitazione alla conduzione, facendo varie esperienze. Prossimo salto nel vuoto?
Pensavo che avrei fatto questo lavoro per un mese o due, invece sono più di vent’anni. Rispetto magari a dieci anni fa sono più felice di quello che faccio, oggi fare una cosa ed esserne felici, purtroppo, non è assolutamente scontato. Se arriveranno altre esperienze le coglierò, visto che sono passato attraverso il teatro, il cinema, la televisione, sperimentare, cambiare fa parte di me, magari nascerà l’esigenza di fare qualcos’altro.
Cosa ti porti dietro di questi vent'anni di carriera?
Mi porto dietro le persone, perché sono il frutto di tutte le persone che ho visto. Potrei riassumere ogni persona con una frase, un qualcosa, potrei dare la descrizione di ogni singola persona per un motivo. Poter far frutto delle esperienze, ricordarsi, arricchirsi delle persone è la cosa più bella, il punto è incontrare persone capaci, e io ho incontrato persone sulla mia strada da cui ho potuto imparare tanto. Mi piacerebbe un giorno che qualcuno possa apprendere qualcosa da me, per adesso è ancora molto presto, ma trovo che l’arricchimento che gli altri ci danno sia sempre molto bello, ed è quello di cui dobbiamo continuare a cibarci, in un’era digitale ci sono tante cose che devono rimanere analogiche.