Filippo Caccamo, il docente e comico si racconta: “L’educazione sessuale nelle scuole è fondamentale”
Non sappiamo se Filippo Caccamo sia il "maestro giusto" a cui Gianni Rodari dedicò una filastrocca. A Fanpage.it ha raccontato di sentirsi "un professore cattivissimo" (ma con la battuta pronta), chiarendo di non essere sempre stato uno studente modello: "Una volta presi 1 al compito di latino". Non è solo un docente. È anche comico, attore (al momento è impegnato con il suo spettacolo Le Filippiche), creator di video e soprattuto un "trentenne disperato": "Mi sono trovato a scherzare sul dormire male, sul reflusso, sul mal di schiena...". Nell'intervista, Filippo Caccamo affronta temi come le aggressioni ai docenti, l'importanza dell'educazione sessuale e il supporto psicologico nelle scuole. Rivela, poi, di usare la comicità come arma di seduzione. A proposito di aneddoti divertenti ricorda: "Una volta un preside è venuto vestito da Papa a un mio spettacolo".
Uno dei grandi temi del nostro tempo è la disputa sul politicamente corretto. Credi che si possa scherzare su tutto o che ci siano dei limiti?
Il politicamente corretto è il male della comunicazione e della comicità, si può e si deve scherzare su qualsiasi cosa. Forse l'unica cosa di cui tener conto è il tempo. Prima di fare ridere su qualcosa di estremamente tragico c'è bisogno che venga metabolizzata. Rendere comiche le tragedie e addolcirle non significa sminuirle. Io ho perso mia mamma a 22 anni e faccio un sacco di battute a me stesso su questa cosa. Non vuol dire che io non le voglia bene, semplicemente significa capire che la vita va avanti e che un sorriso vale più di tutto.
Pensi che la comicità si possa imparare o sia un talento naturale?
La comicità si può imparare, la "predisposizione alla cazzata" è innata. La "cazzimma" devi averla, in una classe o in un gruppo capisci subito chi ce l'ha. Per diventare bravi attori o comici bisogna studiare.
C'è qualcuno della tua famiglia da cui pensi di aver "ereditato" l'umorismo?
Sinceramente mi chiedo spesso da chi abbia preso. Mia mamma anestesista, mio padre preside, mia sorella farmacista. E io? Faccio i video su TikTok.
C'è chi nella canzone Un comico di Cremonini legge la storia di un ragazzo che cerca di conquistare una ragazza facendola ridere. Hai mai usato quest'arma per conquistare qualcuno? Hai una dolce metà?
Ho usata spesso la comicità come approccio romantico, secondo me è il modo migliore per far sentire a proprio agio la persona che ho di fronte. In questo momento della mia vita, visto che faccio video sugli insegnanti, ho al mio fianco una docente di matematica. Siamo lo yin e lo yang ma è una bella avventura.
Achille Campanile scrisse: "Se allora qualcuno m'avesse detto: ‘bambino, da oggi non giocherai più nei prati, prima di tutto non ci avrei creduto". Quando è stata l'ultima volta che hai fatto qualcosa "da bambino"? Conservi ancora questo tuo lato?
Mi ricordo che da bambino chiedevo ai miei genitori di portarmi a vedere tutti gli spettacoli di burattini. Anche ora, a trent'anni, sono amante di quest'arte e ho un sacco di burattini. Mi permettono di staccare il cervello dal mondo digitalizzato per tornare a quello dei bambini. È come se andassi nel paese dei balocchi. È la mia terapia.
In molte scuole mancano sportelli di supporto psicologico. Pensando alla tua esperienza da docente, cosa proporresti per risolvere questa situazione?
Io sono un grande "fan" degli psicologi. Vado in terapia da tanto tempo, provando un enorme piacere nell'esternare a uno specialista la mia vita e i miei pensieri. Se c'è una cosa che andrebbe inserita nella scuola è il tempo da dedicare al supporto psicologico. I ragazzi devono avere la possibilità di confrontarsi con figure specializzate e non solo una volta ogni due settimane. Il tema psicologico è in continua evoluzione, i problemi che i giovani avevano nel 2019 sono diversi da quelli che hanno avuto durante la pandemia e che hanno ora. Probabilmente è un'utopia, ma sarebbe bello dedicare pomeriggi a questo genere di iniziative.
Alessandro Borghi in un'intervista a Fanpage.it ha insistito sull'importanza dell'educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Che ne pensi?
Penso che educare alla sessualità e all'affettività sia fondamentale nella scuola, spesso ne ho parlato anche nei miei video. Questo argomento, trattato nel modo giusto, fa capire subito la differenza tra fare l’amore con una ragazza e stuprarla, tra insultare un docente o picchiarlo, tra litigare con una persona e pugnalarla.
In un video denunciavi le aggressioni e la violenza contro i professori. Dicevi che ormai nessun docente dà punizioni per paura di ritorsioni, che ruolo hanno? ? C'è chi come Valditara sostiene che l'umiliazione faccia crescere.
Io parlerei piuttosto di aggressioni da parte di persone contro persone. Io ritengo che la principale causa è che non ci sia una punizione congrua per quello che viene fatto, punizione sembra sempre "la frusta" ecc… Non è quello. Se manca la punizione manca la consapevolezza. Se mancano insufficienze, richiami, sospensioni in nome del "viviamo tranquilli" o dell'"evitiamo i ricorsi" si mette a repentaglio la vita degli insegnanti. In questo modo si perde il concetto di scuola come luogo sicuro.
Più volte è stato proposto di abolire i voti, cosa pensi di questa proposta? Tu eri un prof "buono" o "cattivo"?
Io ero un professore cattivissimo e l’idea di abolire i voti la trovo aberrante. Sono fondamentali, eliminarli è un grande errore. Ricordiamoci che la scuola deve preparare i ragazzi al mondo che verrà e il mondo è fatto fatto di tanti schemi valutativi, se noi glieli togliamo quando hanno l’opportunità di capirne il valore non stiamo aiutando i ragazzi. Io stesso una volta ho avuto 1 in un compito di latino sui paradigmi. È stato un bel pomeriggio, sono tornato a casa con la soddisfazione di dire: "Ho preso 1".
I voti, come tutto il sistema scolastico\universitario, sono spesso fonte di stress. Tu come gestisci l'ansia?
Prima dell'università non ho mai sofferto di ansia e anzi pensavo che i miei compagni la usassero come "paracadute", del tipo: "Ah, ho l'ansia quindi sono giustificato". Poi, più avanti nella vita, arriva il peso delle responsabilità e delle aspettative. Apri Instagram e sono tutti laureati, tutti felici ecc… L'ansia, però, è un nemico che esiste solo dentro di te. Io l'ho affrontata "facendo". Non sai se dare quell'esame? Provalo. Non sai se mollare il posto fisso? Fallo. A un certo punto la vita ti si scomporrà davanti in pezzi facili da gestire.
Quale è il momento più "esilarante" che hai vissuto con un genitore o con un tuo fan?
Una volta stavo facendo un colloquio in videochiamata con la madre di un mio alunno. Ero stato molto duro e la mamma ne era uscita "devastata". Quando ho chiuso la call mi sono reso conto che le ho parlato per un quarto d'ora di un altro alunno e non di suo figlio. A teatro, invece, chiesi di accendere le luci alla fine dello spettacolo. Tra il pubblico c'era un dirigente scolastico vestito da Papa… il motivo? Io chiamo i presidi "sua santità".
Uno dei tuoi format vincenti è "i mestieri sinceri". C'è un aspetto della tua vita in cui, invece, menti sempre?
In tante situazioni devo avere dei filtri. Se a teatro e nei video sono me stesso, a scuola, invece, devo essere professionale (senza mettere da parte il mio lato comico). Nel resto della vita mi sento "un cameriere sincero" cioè incazzato.
Nei tuoi video prendi in giro i trentenni. Su TikTok, però, anche la Gen Z fa ironia sui millenials. Ci sono punti di contatto tra queste due generazioni?
Credo, anzi spero, che tra la mia e le nuova generazione non ci sia nessun punto di contatto. Dovete continuare a prendere in giro noi trentenni altrimenti non ci accorgiamo di avere un piede nel "boomerometro", io faccio video sul mal di schiena, sul reflusso, sul non riuscire a dormire bene. Fate ironia su di noi, ne abbiamo bisogno.