Ficarra e Picone: “Insieme da 30 anni, la famiglia tradizionale è un limite all’amore”
Ficarra e Picone sono a tutti gli effetti una coppia (artistica) di fatto, stando insieme da 30 anni: Ospiti nella redazione di Fanpage.it, hanno colto l'occasione per ribadire un concetto a loro molto caro: "Per noi famiglia è dove c’è amore, limitarle con schemi e steccati è sbagliato ed è arrivato il momento di dirlo". Sul ritorno al cinema con il film Santocielo, dopo l'enorme successo de La Stranezza: "Non guardiamo al botteghino, nel frattempo sono cambiati i gusti della gente, che scelgono l'intrattenimento anche sulle piattaforme".
Tra gag e confessioni, una situazione che all'improvviso è sfuggita di mano quando Salvo e Valentino hanno svelato gioie e dolori di questa convivenza trentennale: "All’inizio della nostra carriera addirittura dormivamo insieme. Per risparmiare i soldi dell’alloggio, ci facevano condividere la stanza. E svegliarsi con Ficarra è terribile perché il principino vuole il cornetto e mi convinceva a scendere per andarglielo a comprare". "Sì, con la differenza che quando aveva 30 anni glielo dovevo chiedere, oggi a 50 anni lo fa in automatico", ha replicato Salvo. Risate assicurate.
Un arcangelo, una prescelta, il nuovo Messia che deve riportare l’ordine nel mondo. Ma qualcosa va storto.
P: Io dovevo insufflare nel ventre di una nuova Madonna un nuovo Messia perché Dio vuole dare una nuova possibilità all’umanità, solo che sbaglio e ingravido Ficarra.
F: Questo accade quando affidi missioni importanti a gente così…
“Sulla Terra ci è venuto il dubbio che tu ci abbia abbandonato”, dite a un certo punto, rivolgendovi a Dio. Una grossa crisi esistenziale, di valori e di sentimenti che latitano, muovono le intenzioni di questo film.
F: Una crisi del concetto di comunità, che sembra possa esserci solo se la si pensa allo stesso modo. Mentre invece secondo noi è nella diversità, nell’accogliere le istanze di qualcuno anche se non sono le mie.
L’ironia ancora una volta si pone al servizio della denuncia. Denuncia al sistema sociale, politico, mediatico, alla Chiesa. Non si salva nessuno ma tutti giocano un ruolo indispensabile al cambiamento. Restate ottimisti quindi.
F: Nel senso di comunità tutti devono giocare il proprio ruolo, altrimenti la comunità finisce e si diventa degli ‘affiliati’ con un pensiero unico.
P: Quando prendiamo in giro la società prendiamo in giro prima di tutto noi stessi come persone. L’utoironia è fondamentale per fare una commedia.
A proposito di ironia, le donne sono centrali un'importante riflessione sull’attuale e deprimente tasso di natalità. Non nascono più bambini, in più un certo tipo di messaggio politico porterebbe a vedere il rilancio della famiglia tradizionale come soluzione unica per uscire da questo vicolo cieco. Ma voi avete sentito il bisogno di rompere gli schemi.
P: A parte l’aspetto demografico, lafamiglia è uno dei contesti che maggiormente si trasformano. Per noi, è semplicemente dove c’è amore. Personalmente, sento di fare famiglia con il mio gatto. Etichettarle, bloccarle con schemi e steccati, è sbagliato ed è arrivato il momento di dirlo.
Tant’è che voi due nel film fate famiglia.
P: Siamo assolutamente famiglia, sgangherata ma molto legata. L’importante è che tutti i componenti, in fondo, si vogliano bene.
F: Nicola, il mio personaggio, cerca l’amore sin dall’inizio. Scoprirà che ce l’ha dentro di sé e smetterà di chiedersi com’è successo, quando è arrivato. Come capita quando inizia o finisce un amore: non dovresti mai chiederti il perché.
La Stranezza è stato biglietto d’oro nel 2022, ha battuto al botteghino anche i titanici Me contro te. Riti scaramantici?
P: No guarda non ci pensiamo proprio al botteghino. Il periodo pre Covid era una cosa diversa, oggi sono cambiate tante cose e anche i gusti della gente, che scelgono la loro idea di intrattenimento anche sulle piattaforme per esempio.
F: Per ora ci siamo divertendo ad andare giro con le anteprime, dove possiamo incontrare le persone dal vivo e sentire le loro reazioni in sala.
In un'intervista a Fanpage per La Stranezza, Servillo chiudeva l'eterno contrasto attori comici/drammatici richiamando a una vostra citazione dell'attore Pino Caruso, il quale distingueva gli attori in due generi: incisivi e canini. Di voi diceva “Ecco, Ficarra e Picone sono certamente due attori molto incisivi e basta". L'etichetta di "comici" di fronte un problema di emancipazione dalla risata?
F: Assolutamente no. Lato nostro, la commedia è la forma più alta. Poi esiste un solo tipo di mestiere, che è quello dell’attore. Il resto sono etichette che mettono gli altri, ma le etichette si mettono sui pacchi, non sulle persone.
P: Io l’etichetta di comico non la vorrò perdere mai, anche perché non rinunciamo mai a delle cose infantili alla Stanlio e Ollio. Sentire i bambini che ridono sulle scene dei nostri film è la soddisfazione più grande ancora oggi.
30 anni che lavorate insieme, siete a tutti gli effetti una coppia di fatto.
P: All’inizio della nostra carriera addirittura dormivamo insieme. Per risparmiare i soldi dell’alloggio, ci facevano condividere la stanza. E svegliarsi con Ficarra è terribile perché il principino vuole il cornetto e mi convinceva a scendere per andarglielo a comprare. Lui senza cornetto e caffè non si fa nemmeno la doccia e approfittava del Valentino trentenne.
F: Invece ora che ne ha cinquanta, lo fa lo stesso. Con la differenza che a 30 anni glielo dovevo chiedere, ora invece lo fa in automatico (ride, ndr).
P: Io sono una persona sfruttata da trent’anni, non scherziamo (ride, ndr).
Tv e cinema, ma anche piattaforme con le serie. Come comici, fareste mai un programma come LOL?
P: Al momento no perché io uscirei dopo un secondo. Ho questo problema, rido tantissimo.
F: Non diciamo mai no a prescindere, dipende dallo stimolo. Può essere.
Attori, autori, registi, conduttori. Cosa non siete ancora mai stati insieme?
F: Imbianchini? (Ridono, ndr)
P: A me piacerebbe fare un film muto.
F: Tipo The Artist.
P: The Artist 2!
Cosa vorreste essere singolarmente invece?
F: Io se avessi potuto scegliere avrei voluto avere una cosca tutta mia. Nemmeno capo dei capi, capomafia di paese sarebbe andato bene comunque.
Ero rimasta nel novero delle cose possibili.
F: E allora se non posso fare la cosca, faccio un partito.
Ed è legata alla candidatura a sindaco di Palermo?
F: Si, io sarò sindaco di Palermo un giorno e Valentino farà il vicesindaco. Sai che mangiate che ci facciamo e quanti piatti dovrà pulire…
E tu, Picone?
P: Sempre nel mondo dello spettacolo, non per forza davanti la telecamera. Anche dietro. In alternativa, il notaio (ride, ndr).