Fabio Fazio: “In Rai un certo modo di pensare non è più tollerabile e infatti non è stato tollerato”

Fabio Fazio è uno dei personaggi televisivi che è riuscito a ritagliarsi uno spazio in tv più che riconoscibile, in cui lascia che gli argomenti di trattare siano quelli non guidati dalla convenienza, come spesso accade in tv, ma siano il frutto di razionalità e buon senso. In un'intervista a La Repubblica ha raccontato come in questi ultimi anni di tv non abbia mai avvertito la solitudine nell'occuparsi di certe tematiche che, spesso, erano anche fortemente contestate.
I valori del Novecento che guidano Fabio Fazio
Quando gli si fa notare che con il suo Che Tempo che fa, che pur cambiando emittente non si è snaturato, restando fedele a quei principi che lo hanno tenuto in piedi, Fazio precisa: "Non è una questione di campo, ma più dolorosa: la definirei una questione anagrafica. Sono principi novecenteschi nei quali siamo cresciuti e siamo stati educati. Faccio parte di quella generazione che a scuola faceva i temi immaginando l’Europa unita con le bandierine di tutti i Paesi". Ecco, le sue origini, la sua nascita è un qualcosa da cui sente di non poter prescindere, ancora oggi:
Sono nato 19 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. A pensarci adesso è niente, ma tra il 1945 e il 1965 era cambiato il mondo. Avevamo maestri che avevano fatto la guerra o erano stati partigiani, non c’erano dubbi sul fatto che dittatura e fascismo fossero stati il male assoluto del Novecento.
Quegli anni in cui Fazio è stato ragazzo, sono quelli che hanno fatto avanzare il mondo, in cui i vaccini salvavano vite e la paura non prendeva il sopravvento sul nuovo. Ma col tempo le cose sono cambiate, andando nella direzione contraria a quella che ci si sarebbe aspettata:
Durante il Covid mi dicevano: devi invitare la controparte. E io chiedevo: e chi sarebbe? Il virus? Davvero devo chiamare chi dice che i vaccini non funzionano? E se parliamo dei lager, devo invitare un nazista? Tutto quello che fin qui abbiamo considerato un paradosso, è diventato realtà. Tutto quello che non era neanche discutibile, ora non solo è accettato, ma si è affermato con forza.
L'unico modo per uscirne, al meglio delle proprie possibilità è usare gli strumenti che sono a disposizione di ognuno di noi: "La razionalità, il buon senso, tutti i principi nati dopo due guerre mondiali terrificanti. Vogliamo buttarli via?".

La televisione della convenienza contro la tv del buon senso
In anni di televisione, soprattutto quelli spesi a Che Tempo che fa, Fazio ha cercato di portare il suo pubblico ad accendere il motore della riflessione, contrastando quella tv che vi si oppone e che fomenta rabbia e confusione:
Le parole hanno conseguenze e tutti noi abbiamo responsabilità. Dopo aver scoperto di essere intercettato don Mattia Ferrari ha detto: la solidarietà è diventata sovversiva. Quando ero piccolo io, a scuola si mettevano 100 lire, i più fortunati ne mettevano 500 di carta, per fare la raccolta per gli orfanotrofi. Adesso uno deve giustificarsi se salva una persona che sta affogando.
A proposito del piccolo schermo, Fazio dichiara: "La televisione è una carta assorbente, uno specchio", eppure c'è stata una tv in passato che aveva il compito di far avanzare il Paese: "La televisione di quegli anni è stata fatta dalle menti più brillanti che c’erano in quel momento, in cui tutti cercavano di dare il meglio". Oggi, analizzando quello che viene trasmesso in televisione non c'è più questa necessità: "Si è scelto come unico criterio la convenienza, e quasi mai quello che è conveniente è giusto. Si smettono di fare le cose che vanno fatte per quelle che fanno più ascolti, o vendono più copie". Chi non si adegua, secondo Fazio, non è bene accetto:
Non ho mai voluto fare il vittimista, ma quando una persona che non ha responsabilità pubbliche viene attaccata da chi ha il potere, che sia un primo ministro o un ministro degli Interni, siamo fuori dalla grazia di Dio. E davanti a questo cosa succede? Che ognuno pensa a salvare se stesso.
Allargando poi la riflessione al concetto di solidarietà e al fatto che spesso dinanzi ai soprusi non si reagisce, Fazio dichiara: "È così in situazioni ben più tragiche della vita, la tv è poca cosa. Ma il punto è: scegliere. Se sei un bravo medico e ti viene ordinato di non fare il vaccino, tu lo fai. Come Antigone, ci sono leggi morali da seguire" poi il conduttore aggiunge: "Oggi basterebbe un po’ di buon senso, per inorridire davanti al video di Trump senza pensare: domani passa. Senza perdere il contatto con la propria umanità".