Euridice Axen: “Sarò Moana Pozzi. La vera pornografia è l’arrivismo o lasciare morire bambini in mare”
A settembre su Nove andrà in onda la docuserie Essere Moana – Segreti e Misteri. Il progetto scritto da Marco Gregoretti, Marina Loi e Flavia Triggiani, ripercorre la vita della più nota tra le pornostar. A interpretarla è l'attrice Euridice Axen, che si è raccontata in un'intervista rilasciata a Oggi.
Essere Moana – Segreti e misteri, Euridice Axen interpreta Moana Pozzi
Euridice Axen ha raccontato quali aspetti della vita e della personalità di Moana Pozzi l'hanno colpita di più: "Il forte contrasto tra il suo mestiere e la sua essenza. Era una donna elegante, profonda, intelligente, veniva da una famiglia borghese, tanto che tutti si chiedevano: perché fa i porno?". E ha aggiunto:
Piaceva anche alle donne perché era libera, emancipata, padrona del proprio corpo, e rivendicava il diritto di farne quello che voleva. Ricordiamoci che è vissuta in un contesto storico, quello degli anni Ottanta, l’era dell’edonismo più sfrenato e del lusso ostentato, che ha totalmente segnato un cambio di rotta nell’immagine della donna.
La carriera da pornoattrice in una società maschilista
Durante l'intervista è stato rimarcato come la società tenda a essere meno giudicante nei confronti di Rocco Siffredi rispetto a Moana Pozzi. Euridice Axen ha detto la sua a riguardo:
La nostra società è maschilista, il sesso delle donne è ancora un tabù. Nessuno domanda a Siffredi che cosa ne pensino la moglie o i figli del suo lavoro. Non si giudicano le sue scelte. Alla domanda se avesse voluto dei figli, Moana rispose di no, spiegando che non avrebbe mai potuto imporre loro una madre che faceva questo mestiere. Risposta giusta, lei dava sempre delle risposte giuste.
E quando le è stato chiesto se sia stato difficile per lei interpretarla, l'attrice ha chiarito che la vera pornografia per lei non è quella che faceva Moana Pozzi:
Per me la vera pornografia non è il porno, ma l’arrivismo, il compromesso, la menzogna che striscia dappertutto. In politica, negli ambienti di lavoro, dove ci si relaziona all’altro solo per il proprio tornaconto, è nella società che non reagisce di fronte ai bambini che muoiono in mare.