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Ennio Morricone, il figlio: “Ci consegnò il suo necrologio il giorno prima di morire, fu terrificante”

Il figlio di Ennio Morricone, Marco, ha tracciato un ritratto inedito del compositore, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
A cura di Daniela Seclì
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Marco Morricone, il figlio di Ennio Morricone, ha tracciato un ritratto inedito del padre, in un'intervista rilasciata a Valerio Cappelli per il Corriere della Sera. Il primogenito del compositore, lo ha ricordato come un uomo "pieno di contraddizioni", "profondamente creativo" e con "un animo infantile abbinato a una quantità di studi infinita".

Che padre è stato Ennio Morricone

Marco Morricone lo ha descritto come un padre "fisicamente" presente, anche se molto concentrato sul lavoro: "Io potevo fare tutto il casino che volevo, purché non ascoltassi dischi. Siamo cresciuti in assenza di musica (compresa la sua). Che era nella sua testa. E non voleva farsi influenzare". Ennio Morricone, secondo quanto si apprende dal racconto del figlio, era solito lasciare un taccuino in ogni angolo della casa, in modo da catturare l'ispirazione nell'esatto momento in cui arrivava:

Era meticoloso. Si ritrovava nel suo disordine. In ogni angolo della casa aveva un taccuino con la penna per fermare una possibile idea. Gli intoccabili lo scrisse in bagno di notte, Sacco e Vanzetti sulla spiaggia al mare, Sostiene Pereira sulla scia di un corteo che manifestava sotto casa. Era terribilmente curioso. […] L'Oscar che gli fu negato per Mission? Vinse Round Midnight che, contro il regolamento, non aveva tutta musica originale. Papà ci disse che non gli importava: in realtà gli importava eccome, era uno dei suoi tanti conflitti interiori. Il primo dei due Oscar, quello alla carriera, fu un risarcimento.

Ennio Morricone scrisse il suo necrologio

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Ennio Morricone è morto il 6 luglio 2020. Il giorno prima di morire, consegnò alla sua famiglia il suo necrologio. Marco Morricone ha ricordato quel momento così intenso e drammatico, in cui ha compreso che suo padre gli stava dicendo addio:

Ce lo consegnò il giorno prima di morire. Fu una cosa terrificante, in tre parole, ho fatto tutto, c’era la sensazione che volesse dirci: lasciatemi in pace, voglio andare via. Ho fatto tutto, nel lavoro e nella vita. Reagii, ma cosa stai dicendo? Papà rimase impassibile. Eravamo in ospedale, io, mio fratello Giovanni e mamma. La vita che loro due hanno fatto insieme è stata meravigliosa, lui le ha dedicato gli Oscar e la sua unica Messa. Dopo la sua morte, mamma ci ha detto: d’ora in poi consideratemi come una vedova siciliana. Non voglio più apparire.

Infine, ha raccontato di averlo visto piangere solo due volte. Quando morì la suocera, con cui il compositore era solito litigare "sulla nostra educazione (lui era esigente, austero, severo)", ma con la quale aveva recuperato un buon rapporto prima che la donna morisse. La seconda volta, invece, fu prima di un concerto nello stadio di San Paolo, in Brasile:

Ci portarono alla scuola di musica di una favela, c’era solo lo scheletro dell’edificio, i ragazzini suonavano e non c’erano nemmeno le finestre. Una scena commovente. Papà li volle in apertura del suo concerto.

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