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Ellen Hidding: “Con la Gialappa nulla è cambiato dopo 20 anni. Tv in Olanda? Lì non sanno chi sono”

Intervista a Ellen Hidding, tornata per una sera nei panni di “vittima” a Gialappa Show. I ricordi del passato, da quello spot per Mai Dire Gol quando non parlava nemmeno italiano, ad oggi, con la conduzione fissa di Melaverde: “Mi sono costruita una casa mia, ma senza loro non avrei mai iniziato a fare Tv”.
A cura di Andrea Parrella
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Nei ricordi di un'intera generazione, forse anche più di una, Ellen Hidding è un personaggio cardine di una Tv mitologica che ha segnato due decenni, quella della Gialappa's Band e dei tempi di Mai Dire Gol. Il volto della conduttrice olandese è scolpito tra quelli che hanno segnato la storia di questo programma che si è rivelato, con gli anni, un'esperienza irripetibile del piccolo schermo. A distanza di due decadi Hidding è tornata, per una sera, a rivivere le emozioni di un tempo partecipando come co-conduttrice a Gialappa Show, il nuovo progetto che si è trasferito su Tv8 affidando a Mago Forest il compito di ricomporre un trio divenuto duo dopo la scelta del "signor" Carlo Taranto. Abbiamo parlato con Ellen Hidding per farci raccontare questo tuffo nel passato, capire come tutto era iniziato e cosa è diventata lei a distanza di più 20 anni, quando è ormai un volto affidabile e cordiale della domenica di Canale 5.

Parliamo di questo grande ritorno con la Gialappa's, che effetto fa non poterlo più chiamare Mai Dire?

Il cambio nome fa poco effetto, entrare in studio e vedere la gran parte delle persone con cui ho iniziato mi ha dato una felicità immensa. Ma non nascondo di aver sentito anche un po' di malinconia. Quando mi hanno chiamato per fare la prima puntata della nuova stagione, a prescindere non potevo dire di no. Gli devo tanto, praticamente tutto, mi hanno aperto una porta e pur essendo andata avanti con le mie gambe, senza quella possibilità non sarei qui.

Una sorta di rimpatriata tra amici di scuola.

Assolutamente, ma direi che non abbiamo fatto fatica, ho passato subito l'esame. Poi con Forest ci conosciamo, non è che ci frequentiamo ma capita di uscire, abbiamo amici in comune. Lui è il partner perfetto lavorativamente parlando, ma è anche un amico.

Dei Gialappi mancava il signor Carlo. Ci sono stati altri cambiamenti?

Tante cose sono cambiate, i comici non sono più quelli per quanto tutti bravissimi. Molti non li conoscevo, ma mi hanno fatto sentire a casa. Ovvio, non è più Mai Dire Gol di un tempo, io ho iniziato con De Luigi, Crozza, Bisio, Cortellesi, ognuno ha fatto la sua strada mentre ora i Gialappi sono un po' ripartiti da zero per lanciare nuovi comici. I tempi sono anche un po' cambiati.

Per come i Gialappi ne hanno parlato, pare che a Tv8 ci sia la stessa atmosfera di quegli anni gloriosi a Mediaset. È così?

Questo sì, il contesto è come prima, l'atmosfera uguale. Mi faceva ridere, ma mi ha anche fatto scappare una lacrimuccia. Quando ho iniziato con loro ero la loro scoperta, dal nulla non avevo mai fatto Tv. Prima della messa in onda mi facevano fare sempre le prove costumi, una serie di outfit e poi loro sceglievano quello che preferivano. Anche a ‘sto giro è stato uguale e questa cosa mi ha fatto ridere ma anche emozionare, dopo vent'anni non è cambiato nulla.

Racconti che ti hanno scoperta, ma come è andata?

Nasce tutto per caso. Ho iniziato a fare la modella perché una mia amica aveva mandato una fotografia ad un'agenzia di modelle in Olanda per partecipare a un contest. A mia insaputa sono stata scelta e sono andata a fare questo concorso televisivo, in giuria c'era un'agenzia di Milano che subito dopo mi portata in Italia. Ho girato molto, tra America e Australia. Un giorno mi chiama la mia agenzia e mi chiede se volevo fare una pubblicità per un programma televisivo.

Era Mai Dire Gol?

Esatto, all'epoca c'era questa pubblicità di un ragazzo che entrava in ufficio con tutte le donne che svenivano. Loro volevano replicare questa pubblicità al contrario, con una ragazza carina e tutti i comici maschi che svenivano. Siccome questa pubblicità chiedeva una settimana di lavoro, passammo molti giorni assieme e io che non parlavo bene l'italiano mi imbarazzavo sempre, cosa che li faceva divertire molto. Simona Ventura era appena andata via dal programma e alla fine mi chiesero se mi andasse di provare per dieci puntate. Mi dissi che provare non costava nulla e da lì è iniziato tutto: 10 puntate sono diventati cinque o sei anni.

Era una sorta di gabbia di matti al tempo?

È così, più si improvvisava e più le cose andavano bene.

Per due stagioni hai condiviso la conduzione con Alessia Marcuzzi. Vi siete sentite?

Sì, bei tempi. È stata molto carina, mi ha scritto per farmi i complimenti. Le ho scritto che mancava solo lei.

Poi in quello stesso periodo arrivò anche il sabato sera con Mike Bongiorno.

Sì, ho fatto due anni con Mike nello stesso periodo, Momenti di Gloria è stata un'altra grande esperienza. Un onore lavorare con lui, anche se si trattava ovviamente di un'altra tipologia di programma, molto più serio e rigoroso.

La televisione in Olanda non hai mai provato a farla?

No, lì non mi conoscono. Una troupe televisiva una volta ha realizzato un servizio perché c'era questa ragazza olandese che lavorava qui in televisione. Però ormai sono passati molti anni. Nessuno sa chi sono lì, non sono conosciuta e va benissimo così.

Anche perché l'Olanda è un paese con una grande tradizione televisiva.

Assoluamente. Molte case di produzione collaborano con l'Italia stabilmente e buona parte dei format più noti provenienti dall'estero arrivano da lì, pensiamo al Grande Fratello e lo stesso Affari Tuoi.

Però non hai mai cercato il successo in patria?

No, per carità. Poi rispetto per tutti, ognuno fa le sue scelte, ma nel caso mio tutto è iniziato senza previsioni. Io sono una ragazza, ormai una donna, molto fortunata. Ho iniziato a Mai Dire, poi ho fatto un programma per bambini, poi sono stata in Sky e invece da 13 anni faccio Melaverde e ho trovato la mia nicchia.

Non sei di quei volti pubblici che amano raccontarsi sui social.

No, so che dovrei essere più presente, ma è più forte di me, io sono molto riservata e gelosa del mio privato. Un conto è il lavoro e amo quello che faccio, però quando torno a casa io chiudo la porta e voglio stare dentro ciò che è mio. Il pubblico magari vorrebbe sapere di più, ma è una cosa mia.

Forse proprio questo aspetto del non essere nota in Olanda ti fa capire il valore dell'anonimato e la riservatezza.

Forse sì e mi va benissimo, è molto bello questo aspetto. Poi va detto che tutti i miei amici familiari sanno quello che faccio e ho fatto qui, anche se non credo possano immaginarsi il peso di Mai Dire Gol. Non esiste, che io sappia, un equivalente lì in Olanda.

Oggi invece fai una televisione di compagnia. Come vivi questa esperienza?

Lo vivo con serenità perché ci vado come sono io. A me danno quella parte più emotiva della scoperta dei luoghi, amo raccontare storie di persone ed essere a contatto con loro. Mi capita di andare su una montagna incontrando anche famiglie che scelgono una vita diversa, portando avanti una tradizione, un'attività o un'azienda agricola di famiglia, vivendo come si faceva 50 anni fa. Fanno un lavoro anche molto faticoso, ma amano il loro territorio, la loro tradizione. Sono cose che mi riempiono il cuore, hanno a che fare con le persone vere. Non è neanche facile ed è bello quando mi dicono che li metto a loro agio, anche perché io vado lì senza alcun orpello o trucco, così come sono.

Con Melaverde poi parli a un pubblico completamente diverso da quello che ti dovrebbe conoscere per Mai Dire Gol.

Sono ovviamente due cose diversissime, a Mai Dire sono cresciuta, ma Melaverde è una casa nuova, che in qualche modo mi sono costruita da sola dopo i natali con la Gialappa's Band.

Non ti immagini altri impegni, tipo la prima serata?

Devo dire che non mi interessa molto, salvo che non sia con la Gialappa's. Se potessi fare entrambe le cose sarebbe un sogno. L'ho sempre detto, anche se ho trovato la mia nicchia, se loro dovessero richiamarmi non potrei tirarmi indietro.

Di quegli anni folli con la Gialappa's c'è una cosa che ricordi che ti è rimasta impressa?

Io racconto sempre lo scherzo che mi fece Bisio entrando in studio con un libro di foto un po' osé che mi aveva messo in grande imbarazzo. Ma gli scherzi erano costanti, più potevano mettermi in imbarazzo e meglio era. Anche lunedì scorso i Gialappi hanno detto a Mago Forrest di non dirmi niente dell'intervista che doveva farmi, proprio perché volevano lui mi mettesse in imbarazzo. Va sempre così.

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