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Elisa Isoardi: “Essere donne non significa fare figli e sposarsi, la mia priorità è il lavoro”

Elisa Isoardi, sulle pagine di Tv, Sorrisi e Canzoni, rivendica il suo diritto di non essere moglie e madre: “L’importante è sentirsi realizzate ed essere serene. Vivo bene anche senza un uomo”.
A cura di Daniela Seclì
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Elisa Isoardi si prepara a tornare in tv. Dall'11 settembre, infatti, la conduttrice sarà al timone del programma "Vorrei dirti che…", che andrà in onda su Rai2 la domenica pomeriggio. Isoardi si è raccontata in un'intervista rilasciata a Tv, Sorrisi e Canzoni. Ha svelato in cosa consisterà il suo nuovo programma:

"Lo descrivo in tre parole: cuore, territorio e cucina. È la sintesi della mia storia umana e professionale. Andrò in giro nei paesi della nostra bella Italia per essere testimone di storie in cui persone comuni vogliono chiedere scusa o ringraziare un familiare. Il pretesto è un pranzo preparato con tutti gli ingredienti del posto. Un nipote che ringrazia il nonno, un figlio che chiede scusa alla mamma… Non mancherà l’effetto sorpresa! Entrerò nelle loro case, ci sarà da emozionarsi".

Elisa Isoardi rivendica il diritto di non essere moglie e madre

Nel corso dell'intervista, le è stato chiesto se alla soglia dei 40 anni, in famiglia le chiedano: "Quando ti decidi a sposarti?". Ma su questo punto, la conduttrice ha le idee ben chiare. La sua priorità è il lavoro ed essere serena:

"Nel 2022 essere donne non significa fare i figli e avere accanto una persona. L’importante è sentirsi realizzate ed essere serene. Mia madre mi ha sempre detto di dare priorità al lavoro e non al matrimonio".

E ha concluso: "La verità? Da sola stavo prima e da sola sono ora. Se dovessi incontrare un uomo con il quale c'è un rispetto reciproco in termini di libertà e onestà intellettuale, ben venga. Ma vivo bene anche così".

I due anni in cui è stata lontana dalla tv

Infine, Elisa Isoardi ha dichiarato che all'inizio è stata dura per lei non lavorare in tv. Pian piano, però, ha compreso che quei due anni di stop, sono stati fondamentali per capire che direzione prendere e ora è entusiasta di tornare al suo lavoro:

"All’inizio è stata dura, perché chi come me fa questo mestiere è abituato a lavorare 24 ore su 24. Con il senno di poi devo riconoscere che stato giusto così. Quando corri troppo, è difficile stabilire dei parametri per capire le scelte giuste. È stato bello anche poter osservare. Oggi sono felice di rituffarmi a pieno ritmo in un programma come “Vorrei dirti che…“ e vivere la redazione, partecipare alla scrittura".

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